(05 dicembre 2012) Meshuggah + Decapitated + CB Murdoc@Alcatraz, Milano - 05/12/2012

Info

Provincia:MI
Costo:€ 25 + d.p.
Mi scusi, cerco l’Alcatraz…
Provi a seguire le voci di quelli che invocano il Signore… ovvero la fila davanti al locale in attesa di entrare. Una volta entrati si sono aggiunti birra e profumi esotici ed il pogo nel locale completamente pieno è iniziato prima dei concerti.

CB Murdoc
Ad aprire la serata arrivano i Cb Murdoc, band svedese con all’attivo due ep ed il debut The Green, dal quale sono tratti i brani della mezz’ora di concerto. Non li conoscevo ma sono rimasta positivamente impressionata: ottima la presenza on stage, nonostante fossero penalizzati da un palco stipato con gli strumenti delle altre due bands, e grandi doti comunicative del singer Johan Ljung . Il loro incrocio di hard core e death, con spruzzate di black metal, è supportato da una buona tecnica e pulizia sonora, scorre via piacevole, coinvolgente e mantiene una linea melodica sempre riconoscibile. Dai commenti intorno a me sento che il tastierista ha attirato l’attenzione per essere l’unico, in mezzo al gruppo di barbuti e lungo criniti, ad avere una banana anni ’50, lucida di brillantina, ed una maglietta che richiama quel periodo. Se anche per voi sono nuovi, ve li consiglio.


Decapitated
In attesa dei polacchi Decapitated mi sono comodamente assestata sdraiandomi sulle spalle di un povero tizio spiaccicato sulla transenna, ed ho sistemato il braccio destro armato di macchina fotografica sulla faccia di quello accanto a lui. Dietro di me il pogo raggiunge livelli tali da mettere sull’attenti gli uomini della security. Come molti sapranno, i Decapitated si sono riformati tre anni fa dopo la tragedia del 2007, che è costata la vita al batterista Witold Kiełtyka. Il singer Adrian Kowanek sembra essere ancora in coma e a sostituirlo c’è Rafal Piotrowski, dalla voce profonda, dall’aspetto imponente, accentuato dai lunghi dreadlocks che si agitano durante l’headbanging, e dalla notevole presenza scenica. Dietro la batteria troviamo Pawel Jaroszewicz, il batterista dei Vader; stasera quello che si sente di più è lui, dato che, per qualche ragione, la cassa sovrasta gli altri strumenti. Organic Hallucinosis aveva consacrato la band come new sensation del technical death metal, non per nulla i suoi membri si sono conosciuti al conservatorio; i passaggi tecnici (la parte che preferisco nella loro musica) si intuiscono quando la chitarra di Vogg ed il basso di Konrad Rossa si sentono di più. Il sound è potente, oscuro, chiaramente derivato dai Meshuggah nelle sue ritmiche spezzate e nella sua freddezza; la setlist pesca soprattutto dal nuovo Carnival Is Forever, ma non dimentica classici come Spheres Of Madness e Day 69, reclamati a gran voce. From Pain To Strength è lo slogan del ritorno di questa band tanto sfortunata quanto valida ed amata, che, nonostante i suoni, ha suonato un signor concerto.


Setlist:

The Knife
Pest
Mother War
Post Organic
A View From a Hole
Homo Sum
Spheres of Madness
Day 69

Meshuggah
Il primo a svelarsi è lo stage: i teli neri vengono sollevati e si scoprono i pannelli con le illustrazioni dell’ultimo album Koloss, posizionati a due per lato più quello sullo sfondo. Il colpo d’occhio è già molto particolare. Quando attacca l’intro Obsidian, per un momento tutti restano silenziosi e fermi e l’attesa diventa palpabile. Ed eccoli, finalmente, in tutta la loro aliena magnificenza. Imponenti, i Meshuggah sono semplicemente “oltre”. Basta osservare il batterista Tomas Haake, praticamente un musicista jazz che suona metal; lo vedete eseguire tutti quei complicatissimi passaggi che rendono il jazz uno dei generi più difficili da suonare con una precisione cronometrica e vi accorgete che di “semplici” passaggi metal ne suona ben pochi. Tutta la musica dei Meshuggah si basa su una poliritmia di stampo jazz: ascoltate le chitarre, le ritmiche sincopate, i riff spezzati; guardateli eseguire ogni pezzo con una coordinazione totale, una perfezione che si impone con l’evidenza di una rivelazione. Pesante, veloce, ossessiva nel suo ripetersi a spirale fino ad essere ipnotica (le meravigliose In Death - Is Life/In Death - Is Death) ed a generare una sorta di trance collettiva. Jens Kidman, come potete vedere dalle foto, ha uno sguardo che fa impressione e la sua voce è il perfetto veicolo per tradurre in parole quel tipo di suoni. La band è fredda e distante come la sua musica, totalmente concentrata su se stessa; ho visto spesso i chitarristi chiudere gli occhi e dondolare la testa. D’altro canto non potrebbe essere diversamente; la complessità delle composizioni richiede un’attenzione costante. Il gioiello Mind’s Mirrors ci ricorda il debito che la band ha con i Voivod e una volta di più mi viene da pensare che, se la band canadese fosse nata vent’anni dopo, forse avrebbe suonato come i Meshuggah. La scaletta pesca in maniera equa fra brani del nuovo album (Demiurge, I Am Colossus) ed i classici di quelli precedenti . Personalmente Koloss non è fra i loro lavori il mio preferito; l’aver scelto ritmiche più lineari e meno sperimentali lo rende troppo commerciale e “normale” per i miei gusti, mi suona di “già sentito”. Ciliegina sulla torta i giochi di luci di Edvard Hansson, che esegue le figure dal vivo, chiudendo ed aprendo su di un device le luci sul palco; combinati con la scenografia danno davvero l’impressione di trovarsi a guardare lo scorcio di un pianeta alieno. Il loro stile può piacere o meno, quella è questione di gusti (anche i Voivod non hanno mai avuto tutto il successo che avrebbero meritato a causa di uno stile particolare ed incurante di essere commerciale e vendibile), ma una cosa è oggettiva: tanta perizia tecnica va ammirata; questi sono musicisti che, se volessero, sarebbero in grado di suonare qualsiasi genere musicale. Fortunatamente per le mie orecchie, hanno scelto questo.


Setlist:

Obsidian
Demiurge
Pravus
Combustion
Glints Collide
Lethargica
Do Not Look Down
The Hurt That Finds You First
Mind's Mirrors
In Death - Is Life
In Death - Is Death
Bleed
New Millennium Cyanide Christ
I Am Colossus
Rational Gaze

Encore:

Future Breed Machine
Dancers to a Discordant System
The Last Vigil
Report a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 dic 2012 alle 02:46

pessima... ormai sono andati, da anni

Inserito il 12 dic 2012 alle 16:56

che brutta setlist i Decapitated :(