(29 settembre 2006) Tankard, Irreverence, Eviscerate, Alterhate, Dystophia - Milano, Rainbow - 29 Settembre 2006

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Report e foto di Sergio Rapetti

L'arrivo in Italia dei Tankard, per promuovere il loro ultimo album "The Beauty and the Beast", è anche l'occasione per vedere raccolti sul palco del Rainbow Club di Milano diversi gruppi italiani, ben 4 formazioni più o meno esperte, che ad ogni modo sono in grado di offrirci uno spaccato di quanto è in grado di offrire l'underground nazionale.

A salire per primi sul palco sono i milanesi Dystophia, purtroppo per loro il locale è ancora praticamente deserto, ma i ragazzi sul palco riescono a non abbattersi ed esprimono tutta la loro rabbia ed energia su una manciata di canzoni incentrate su di un Thrash energico e frontale (non male, ad esempio, una "Fog of Fear" prima melodica poi aggressiva) e mostrando apertamente le proprie influenze con la cover di "Domination" dei Pantera, posta in chiusura del loro set.

Il secondo gruppo della serata sono gli Alterhate che dimostrano di avere una maggiore tenuta e sicurezza sul palco e sono fautori di un Death Metal dagli evidenti rimandi alla scena svedese, a gruppi come Soilwork ed In Flames, e a sonorità più moderne, alla Fear Factory o Korn. Nonostante l’impegno profuso non convincono del tutto sul piano vocale, sebbene poi le chitarre ed il basso recuperino ampiamente. Resta comunque la sensazione di trovarsi di fronte ad un gruppo compatto e convinto dei propri mezzi.

"Introdotti" da Abatantuomo/Attila tocca poi agli Eviscerate, bravi ma con poca presenza scenica, ad ogni modo pestano con diligenza e si fanno apprezzare soprattutto quando, dalle influenze di un veloce Death/Thrash Metal, passano su territori più "conservatori", dando un taglio alle canzoni che richiama la NWOBHM. Dopo i buoni riscontri di "Shadows out of Time" (qualche tempo fa Top Demo su Eutk) mi aspettavo qualcosa in più, tuttavia, nonostante alcune ingenuità, il gruppo bresciano lascia una discreta impressione.

Quando giunge il momento degli Irreverence, gruppo ormai ben rodato e piuttosto conosciuto, l’affluenza di pubblico si è fatta più consistente, ma è innegabile come sia accresciuto anche il livello qualitativo sulle assi del palco. Gli Irreverence, guidati dal convincente e grintoso cantante/chitarrista Riccardo Paioro, presentano anche alcuni brani dal loro nuovissimo album "War Was Won", a partire dalla titletrack, ma ne approfittano anche per piazzare una devastante ed apprezzatissima cover della storica "Ace of Spades", e quella più divertente (ma non meno potente) di "Es Gibt Kein Bier auf Hawaii" degli Onkel Tom, il progetto "alternativo" di Tom Angelripper dei Sodom. Un concerto potente e ben riuscito quello degli Irreverence, l’ideale, anche il loro evidente attaccamento al Thrash teutonico, per predisporre l’audience all’imminente prova dei Tankard.

Un concerto grezzo (merito/colpa anche dei suoni non eccezionali) e coinvolgente quello dei Tankard, che sul palco mostrano di non "tirarsela" per nulla.
Quelle che tirano sono invece bordate di thrash metal a destra e a manca con l’imponente Gerre che non perde l’occasione per mostrare al pubblico (che finalmente ha riempito il Rainbow) il proprio pancione con fierezza ed orgoglio, arringandolo e improvvisando anche diverse scenette e siparietti demenziali, che riguarderanno, tra gli altri, il calcio ed il Papa, le vacanze estive e l’eroismo dei guerrieri.
I Tankard attaccano a suonare con quella che è una evidente dichiarazione di intenti: la nuovissima "We Still Drink the Old Ways", ma la vera sorpresa è rappresentata dai due brani successivi, le preistoriche "The Morning After" e "Zombie Attack". Canzoni vecchie e nuove dunque, tutte unite da un comune denominatore: il buon vecchio e sano Thrash Metal, brani che molto spesso hanno in comune anche il contesto lirico, ovviamente la birra. Non potevano pertanto evitare di proporre "Space Beer", "Beermuda", o "Freibier" ma anche le più recenti "Need Money for Beer" o "Die With a Beer in Your Hand", e soprattutto l’immancabile "(Empty) Tankard", un classico cantato a squarciagola assieme al pubblico e con un palco che si è fatto improvvisamente affollato. Io stesso ho pensato più a divertirmi che a pensare a cosa scrivere in questo report... e probabilmente si nota.

Report a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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