(24 novembre 2006) Die Apokalyptischen Reiter @ Transilvania Live - 24/11/06 - Milano

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Un senso di smarrimento mi coglie alle porte del locale quando sento vibrare nell'aria una delicata voce femminile che intona melodie di chiara fattura prog-gothic, tenendo conto del fatto che ero pronta per un death pogo da competizione.
Basandomi sul palinsesto, sul palco dovevano esserci i Natron e chi mi ritrovo invece?!
Gli Sleep of Thetis. Ignara del motivo di questo drastico cambiamento, trascorro una piacevole mezz'oretta in compagnia di questi cinque ragazzi milanesi, pseudo neofiti del jet set musicale, che propongo ad un pubblico ancora scarno (e che purtroppo non si rimpolperà con passare del tempo) diverse canzoni tratte dal loro primo full length "Thin Limits". Un gothic molto melodico con velati, ma irrinunciabili rimandi ai capostipiti del genere made in Italy.

Il tempo di una birra ed ecco che il palco è pronto per accogliere gli head-liner della serata. Anche se usare questo ridondante termine per indicare un gruppo pressoché sconosciuto nel nostro paese mi lascia quanto mai perplessa, sta di fatto che quelle duecento persone accalcate sulle transenne non aspettano altro che intonare (sempre che ci riescano) le canzoni dei tedeschi Die Apokalyptischen Reiter.
Con il senno di poi mi rammarico del fatto che questa band non goda di un degno riconoscimento nella nostra madre patria, per la qualità del loro lavoro e soprattutto per lo spettacolo inscenato sullo stage del Transilvania.
Nulla a che vedere con la magnificenza dei Lordi (più successo, più soldi, più spettacolo, è ovvio), ma nel loro piccolo sono riusciti a strapparmi più di un sorriso.
L'atmosfera inizia a surriscaldarsi fin da subito quando Fuchs introduce "Riders On The Storm", title track della loro ultima release.
Fa il suo ingresso sulla scena una graziosa biondina presa dal pubblico (che rimarrà nella memoria dei maschietti per la sua performance alla fine del concerto) e si continua con una grande carica adrenalinica, merito principalmente di quel magnifico istrione che è Fuchs.
Sbanderiamenti a go go in "Revolution", tarantella teutonica in "Reitermaniacs", cori da stadio (per quel che si poteva vista l'affluenza di pubblico) per "We Will Never Die" e "Rock n Roll".
Per non parlare delle performance da mangiafuoco di Fuchs, della tribal session a metà concerto con tanto di tamburi e bonghi, della biondina sopra citata ammanettata alla tastiera di Dr. Pest e via così verso l'infinito e oltre.
Una ricetta che non scarseggia di peperoncino e tabasco, ingolosita dal sound schizofrenico del combo teutonico: un metal di ispirazione black, ma punteggiato di inserti folk, thrash, sinfonici fino a scivolare nell'epico.
Nell'atmosfera aleggiano le note di "Metal will never die" quando mi accorgo che i cavalieri sono sul punto di smettere le loro armature e salutare l'accaldato (non solo per la temperatura all'interno del locale, ma anche per l'apparizione, benchè fugace, dell'ormai famosa biondina ora di poco vestita) pubblico del Transilvania.

Report a cura di Silvia 'Kleo' Colombo

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