(04 marzo 2015) Lordi, 4 marzo 2015, Alcatraz (Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:€22,00 + d.p., €26,00 in cassa
Milano, Roma e Pordenone: sono addirittura tre le italiche date previste dal tour dei Lordi, freschi di pubblicazione del discreto Scare Force One. Dopo aver fatto il mio ingresso all’Alcatraz, mi ritrovo a pensare che forse il tour manager si sia lasciato prendere un po’ la mano.

Poche decine di persone affollano -si fa per dire- il locale meneghino, nonostante l’orario non particolarmente prestivo. Anzi, la prima band di supporto -tali Dirty Passion, ammetto di non conoscerli- ha già terminato il proprio set, mentre dopo pochi istanti una pomposa intro sinfonica, sporcata da una resa audio non ottimale, annuncia l’ingresso di un nuovo gruppo…

SINHERESY
Premetto, per onestà intellettuale, di non potermi definire un fan del genere proposto dal combo nostrano. Parliamo, se non erro, di una ex cover band dei Nightwish, che in estrema sintesi combina le coordinate sonore di questi ultimi alle suadenti melodie dei Lacuna Coil.

Mettendo da parte i gusti personali, rilevo spunti positivi nella prova dei Nostri, i quali, nonostante l’esiguo listellino di palco a loro disposizione e il pubblico ancor più esiguo, si sbattono con la giusta attitudine. L’accorgimento della continua alternanza tra voce maschile e femminile, per quanto ormai logoro, funziona; peraltro, sia Stefano che Cecilia si rendono protagonisti di una buona prova dal punto di vista canoro.
Il resto della band, pur non tecnicamente irraggiungibile -ma questa non è serata per patiti della perizia strumentale- ripropone senza imbarazzi otto brani tratti dai due full lenght sinora rilasciati.

Alcuni di essi suscitano in me qualche perplessità (cito in particolare Break Point e la sua rivedibile strofa); altri, al contrario, riescono a catturare la mia attenzione: penso a Elua’s Gift, mid-tempone dagli immancabili influssi mediorientali, a Paint the World, dotata di un ottimo ritornello, e a Temptation Flame, che conclude la setlist nel modo migliore.

I presenti, pur non strappandosi le vesti, dimostrano di aver apprezzato l’esibizione, e tributano ai Sinheresy un meritato applauso di commiato.
Lo stesso faccio io: originalissimi no, imprescindibili nemmeno, ma bravi sì.

LORDI
Puntuali come orologi svizzeri, alle 21:00 in punto salgono sul palco i Lordi e i loro improbabili costumi. Purtroppo l’Alcatraz si è tutt’altro che riempito, fornendo la mesta impressione di un party iniziato col piede sbagliato.

Mr. Lordi e soci però, da professionisti navigati quali sono, non sembrano accusare il colpo, e attaccano con piglio deciso: la tripletta iniziale Nailed by the Hammer of Frankenstein, This is Heavy Metal (simpatico l’imitatore di Dee Snider che sale sul palco durante il break) e Hard Rock Hallelujah formano un trio ad altissimo tasso di coinvolgimento.
L’acustica risulta meno impastata di altre volte: tutti gli strumenti godono della giusta nitidezza, e la voce del corpulento singer esce potente dal microfono.

Dopo Deadache giunge l’ora del primo assolo… oddio, parlare di assolo forse è eccessivo. Diciamo piuttosto che la tastierista Awa (Lady Vampira) rimane l’unica musicista sul palco, e le viene concesso un effimero momento di gloria personale; nel frattempo, si svolge il primo degli spettacolini orrorifici della serata (carini, ma chi in passato ha assistito a concerti di Alice Cooper avrà percepito un certo sentore di déjà vu).

Tocca poi a Hell Sent in the Clowns, che anche dal vivo si conferma uno dei migliori brani composti dai Lordi negli ultimi anni… peccato solo che il clown-zombie salito sul palco pensi bene d’imbrattarmi la felpa con sangue finto. Poco male, avrei dovuto lavarla comunque.
Blood Red Sandman, si sa, è uno dei principali cavalli di battaglia dei Nostri, e viene accolta con grande entusiasmo.

Ancor meno assoloso -perdonate il neologismo- l’assolo della Bestia Spaziale, ossia il drummer Kita, che però sfoggia alcune bacchette fluorescenti che fanno molto Guerre Stellari.
Le successive Give Your Life for Rock and Roll (non mi ha mai convinto) e Don’t Let My Mother Know (b-side del singolo Devil is a Loser) ammosciano un po’ gli astanti, dando vita a una fase centrale di concerto piuttosto fiacca.

Non toglie le castagne dal fuoco l’assolo (sempre per modo di dire) del bassista OX, aka Toro Infernale; lo fa, invece, l’impetuoso riff di How to Slice a Whore, a dimostrazione del valore di Scare Force One.
It Snows in Hell fornisce un gradito cambio d’atmosfera, mentre con The Riff si torna all’heavy energico e trascinante che ha reso celebre la band (molto gradita dal sottoscritto la fugace comparsata di Eddie in versione Piece of Mind).

Altro lieve momento di stanca con Sincerely With Love, dal testo alla Pino Scotto, l’assolo del chitarrista Amen, che pensa bene di strimpellare il celebre coro mondiale di Seven Nation Army dei The White Stripes, e Not the Nicest Guy, il cui giro ricorda da vicino quello di You Really Got Me.

Per fortuna arriva la possente Devil is a Loser a rialzare le sorti dell’esibizione, con Mr. Lordi che fa sfoggio di ingombranti ali di pipistrello (vi ricorda qualcuno?).
Poi… ah, siamo già ai bis? Sono passati appena 75 minuti…

Fa niente: la godibile title track dell’ultimo full lenght e l’immancabile Who’s Your Daddy scorrono veloci e impetuose, conducendo lo show all’unica conclusione possibile: la miglior canzone col miglior chorus da cui è stato estrapolato il miglior videoclip dell’intera discografia lordiana. Would You Love a Monsterman?, irresistibile come sempre, determina il fischio finale dopo 90 minuti secchi.
Breve, ma intenso.

Lascio il locale ben consapevole di ciò che si è appena concluso: uno spettacolo di buon livello da parte di una band che fa del puro intrattenimento il proprio credo. Non uno di quei concerti che ti restano dentro o che ti cambiano la vita, esattamente come i dischi dei Lordi e… i Lordi stessi.
D’altra parte non si vive solo di capolavori ed eventi indimenticabili, senza contare che io una bella serata divertente, spensierata e leggera non la schifo mai.
E voi?

SINHERESY setlist:
1 - The Gambler
2 - Made for Sin
3 - Merciless Game
4 - Elua’s Gift
5 - Paint the World
6 - Last Fall
7 - Break Point
8 - Temptation Flame

LORDI setlist:
1 - Nailed by the Hammer of Frankenstein
2 - This is Heavy Metal
3 - Hard Rock Hallelujah
4 - Deadache
5 - Hella’s Kitchen (keyboard solo)
6 - Hell Sent in the Clowns
7 - Blood Red Sandman (drum solo)
8 - Give Your Life for Rock and Roll
9 - Don’t Let My Mother Know (bass solo)
10 - How to Slice a Whore
11 - It Snows in Hell
12 - The Riff
13 - Sincerely with Love
14 - Amen’s Lament to Ra II (guitar solo)
15 - Not the Nicest Guy
16 - Devil is a Loser
Encore:
17 - Scare Force One
18 - Who’s Your Daddy
19 - Would You Love a Monsterman?
Report a cura di Marco Cafo Caforio

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 mar 2015 alle 18:51

Grazie. Prometto più attenzione le prossime volte in cui tratterò di band che magari, pur piacendomi, non rientrano tra gli ascolti abituali. Anche perché sono il primo a detestare il pressapochismo.

Inserito il 14 mar 2015 alle 15:20

Beh come detto gli errori capitano, peccato che questo sia stato troppo grande per passare inosservato. A parte quello era comunque una bella recensione.

Inserito il 13 mar 2015 alle 23:47

Hai ragione Arles83, mi scuso con te e col resto dei lettori per il grossolano errore. Tra l'altro ero stato io a recensire il loro ultimo album, dunque ero anche a conoscenza dei vari avvicendamenti di line up dei Lordi (avevo aggiornato io la scheda del gruppo e la biografia). Cosa vuoi mai, brutto periodo a lavoro, sempre meno tempo per rifinire gli articoli, per rileggere, sincerarsi e verificare... Non una scusante, solo una spiegazione. Comunque magari fossi giornalista...