(16 febbraio 2016) Alestorm - Circolo Colony, Brescia - 16.02.2016

Info

Provincia:BS
Costo:23 €
Se prendiam per buono l’assunto secondo cui l’assassino torna sempre sul luogo del delitto -ma poi, chi l’ha detto? Perché mai dovrebbe farlo?- lo stesso deve affermarsi per il pirata. Ecco quindi che, seminando col proprio vascello il carro armato dei Sabaton (coi quali stanno condividendo le date dell’“Heroes On Tour”), gli Alestorm tornano a calcare le assi del Colony nelle vesti di headliner.
Peccato che la manovra non sia stata abile al punto da scrollarsi di dosso anche la scialuppa dell’altra band impegnata nella succitata tournée…

BLOODBOUND
Mi ero approcciato senza entusiasmi e senza preconcetti all’esibizione degli svedesi, semplicemente intenzionato a godermi una sana oretta di power metal d’assalto, asciutto e non eccessivamente zuccheroso. Quello ho avuto… e stop.
Come avrete intuito, non sono rimasto esattamente estasiato dallo show. Concesse le attenuanti generiche di un pubblico ancora sparuto a causa della fila alle casse, del tipico sound arruffone che inficia i gruppi apripista e dei dilemmi del singer con cuffie, volumi et similia, vanno altresì denunciati alcuni reati piuttosto gravi.

Quali?
Inizierei da una proposta musicale che più stereotipata e scolastica non si può (titoli e lyrics delle canzoni sono eloquenti in tal senso), continuerei con una perizia strumentale media adeguata ma non certo travolgente, e concluderei con un tasso complessivo di charme tutt’altro che ragguardevole.
Alla luce di ciò, l’esibizione procede senza particolari sussulti: il cantante Patrik Johansson tenta -invano e con le solite esortazioni sentite milioni di volte- di coinvolgere gli astanti, ma purtroppo né i ritornelli delle varie “Iron Throne”, “In the Name of Metal”, “Metalheads Unite” (ehm… che dicevamo dei titoli?) né le melodie proposte dai chitarristi Tomas ed Henrik Olsson paiono abbastanza ficcanti da catturare l’attenzione.

Non aiuta a lasciarci un buon ricordo dei Bloodbound la conclusione affidata a “Nosferatu”, sorta di "Hallowed Be Thy Name” dei nullatenenti in cui il singer dimostra tutta la propria insipienza nell’approccio alle note basse, mentre un povero Cristo (i ben informati parlano nientemeno che dello stesso Bowes...) con una maschera da Diavolo si dimena sul palco senza apparente ragione o costrutto. E vi invito a non lanciarvi in spericolati parallelismi con Eddie degli Iron Maiden, perché potrei davvero adire le vie legali.

Va detto che in giro si vede e si sente di molto peggio, e che su disco i Nostri hanno sinora dimostrato di possedere una certa dose di qualità. Nel contempo, la performance di stasera ha gettato più di un’ombra su un gruppo che, a mio modesto avviso, difficilmente riuscirà ad affrancarsi dallo status di band secondaria del nostro genere prediletto.
Lieto di venir smentito, ma ad oggi rimandati.



ALESTORM
Eccoli qui i simpatici mariuoli scozzesi, pronti a mettere a ferro e fuoco il Colony dopo una serie di intro improbabili quasi quanto l’enorme papera gonfiabile posta al centro dello stage.

L’inizio sarebbe col botto, non fosse per i problemi di bilanciamento dei volumi, con chitarre poco udibili ed un amalgama sonoro piuttosto impastato, che inficiano parzialmente l’esecuzione di “Keelhauled”. Problemi che saranno poi ridotti ma mai risolti del tutto, il che, unitamente a qualche sbavatura esecutiva, rende l’esibizione più caciarona e meno brillante di altre occasioni.
Oltre a ciò, l’operato del nuovo chitarrista Máté Bodor pecca d’incisività, sia in termini squisitamente strumentali che di presenza scenica, se paragonato a quello del fuggiasco Dani Evans, tanto minuto quanto carismatico e preciso nelle ritmiche.

Oh, oggi sono insopportabilmente pignolo! Ma siam venuti sino a Brescia per rompere le scatole o per divertirci cantando a squarciagola inni pirateschi? Direi la seconda, ed in effetti sembra proprio essere ciò che tutti i presenti -sottoscritto compreso- fanno: se la godono un mondo.

Non basta certo qualche piccola magagna a depotenziare il pathos epico di “Magnetic North”, la carica distruttiva di “Back Through Time” o le virali melodie di “Midget Saw” e “That Famous Ol’ Spiced”.
Spettacolo nello spettacolo, come sempre, la performance di Christopher Bowes, che si sgola, suona la sua caratteristica keytar, balla, aizza il pubblico, lo intrattiene con le solite storielle demenziali… e si scambia effusioni (seppur virtuali, mi è stato giurato) con la mia consorte, assiepata di fronte al palco in veste di fotografa.
Vatti a fidare di un filibustiere…

Ancora ignaro di tutto, il sottoscritto si gode una tripletta di sicuro impatto come “Walk the Plank”, “The Sunk’n Norwegian” e “Wenches and Mead”, prima che l’ormai irrinunciabile “Drink” sancisca il termine della prima fase dello show.
Pausa quanto mai provvidenziale, visto che sul chorus il buon Bowes denuncia più di un affanno (tié, così impari a concupire donzelle maritate!).
Concludono uno show in continuo crescendo la bellissima “1741 (the Battle of Cartagena)”, l’irresistibile “Hangover”, “Captain Morgan’s Revenge” e, come ovvio, “Rum”. Tutto molto bello, ma un angolino per “Wolves of the Sea” non riuscivate proprio a ricavarlo, vero?
Va bene, va bene, la smetto.

Lode e gloria, dunque, ai possenti Alestorm, maestri incontrastati dell’intrattenimento e dell’ironia applicati al metal. Anche stasera avete domato le correnti e trovato il tesoro. Non resta che bere per festeggiare l’impresa…
Io però, se non vi formalizzate, innalzo in vostro onore il mio calice di Red Bull dolciastra, visto che da settimane sconto una terribile crisi di sonno e devo tornare a Mantova in macchina.
Per i Sargassi…



Over the seas, we shall ride
Searching for treasure, into the night
Over the seas, our quest has begun
And we will not stop with the dawn of the sun


Live report di Marco Caforio
Foto (e baci virtuali al frontman) di Giulia Bianchi

ALESTORM setlist:
1 – Keelhauled
2 – Over the Seas
3 – Magnetic North
4 – Shipwrecked
5 – Back Through Time
6 – Meat From Hell
7 – That Famous Ol’ Spiced
8 – Nancy the Tavern Wench
9 – Midget Saw
10 – Walk the Plank
11 – The Sunk’n Norwegian
12 – Wenches and Mead
13 – Drink
ENCORE
14 – 1741 (the Battle of Cartagena)
15 – Hangover
16 – Captain Morgan’s Revenge
17 – Rum
Report a cura di Marco Cafo Caforio

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?