(14 maggio 2019) Symphony X @ Alcatraz, Milano

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Provincia:MI
Costo:non disponibile
Milano, 14 maggio 2019...visto il periodo dell’anno farà sicuramente caldo e quindi sono pronto a sfoderare con orgoglio la mia maglietta dei Symphony X (in assoluto una delle mie band preferite di sempre) in occasione del loro concerto presso l’ormai storico “Alcatraz”, eppure qualcosa non torna...esco di casa ed un vento gelido mi coglie di sorpresa, siamo a maggio ma sembra una sera di fine ottobre, stai a vedere che Greta ha ragione...comunque, forse le maniche corte sono un azzardo (e inoltre inizio ad avere ahimè una certa età), ma trovo istantaneamente la soluzione... fortunatamente ho anche una felpa della band (ve l’ho già detto che i Symphony X sono uno dei miei gruppi preferiti? Ah si, scusate ma è sempre colpa dell’età!) e cosi si parte!

Mentre faccio il mio ennesimo ingresso nel locale che, nei miei anni passati, fu già teatro di memorabili concerti di gruppi del calibro di Blind Guardian, Angra, Helloween, Gamma Ray e degli stessi Symphony X, noto con un pizzico di delusione che i Savage Messiah ("special guests" scelti per l’occasione) hanno già iniziato a suonare e la cosa mi infastidisce alquanto, essendo un estimatore del combo londinese, tanto da aver curato la recensione del loro ultimo album “Demons” proprio su questo sito, disco a cui, in questa occasione “live” viene dato parecchio risalto, considerando che delle 9 tracce proposte nella setlist, ben 8 provengono dalla loro ultima fatica in studio. Ad ogni modo, non c’è che dire...i terribili ragazzacci inglesi ci sanno fare anche dal vivo sfoderando una prestazione davvero apprezzabile. Particolarmente simpatico poi il siparietto finale che vede il vocalist Dave Silver scherzare in un ottimo italiano col pubblico.

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SAVAGE MESSIAH SETLIST:
1. Virtue Signal
2. Heretic in the Modern World
3. The Bitter Truth
4. The Lights Are Going Out
5. Under No Illusions
6. What Dreams May Come
7. Parachute
8. The Fateful Dark
9. Down and Out


Dopo i canonici 15-20 minuti necessari per la preparazione del palco, ecco che finalmente arriva il momento tanto atteso e, improvvisamente fanno il loro ingresso Mike Lepond col suo basso, il minuscolo Jason Rullo che prende posto dietro le pelli, il canuto tastierista (purtroppo il tempo passa anche per loro) Michael Pinnella ed il “maestro” Michael Romeo con la sua fedelissima Ibanez, nemmeno il tempo di acclamarli come meritano che i nostri attaccano subito con una killer-song del calibro di "Iconoclast" e si capisce subito che, per chi come il sottoscritto si trova sotto il palco, sarà un concerto di quelli potenti, di quelli che personalmente non vivevo da almeno 15 anni e la conferma di ciò la si ottiene con l’ingresso del carismatico e bravissimo singer Russell Allen che, a sorpresa, si presenta indossando una maglietta degli "Eldritch", storica prog-power metal band toscana, suscitando le simpatie di tutto il pubblico.

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Nelle prime 4 canzoni previste dalla setlist, ovvero la già citata “Iconoclast”, “Evolution”, “Serpent’s Kiss” e “Nevermore”, la band newyorkese è un rullo compressore e, forse complice l’inattività degli ultimi anni e la conseguente voglia di tornare (ricordiamo che l’ultimo lavoro in studio risale al 2015), concede poco o nulla alle chiacchiere concentrandosi maggiormente sui fatti, eseguendo le varie tracce con una precisione ed una passione che pochi gruppi sono in grado di mostrare dal vivo. Ovviamente, come sempre, i mattatori sono Romeo, vera e propria mente della band, chitarrista tecnicamente “disumano”, osannato alla fine di ogni brano e il grandissimo Russell Allen il quale, nelle prime tracce assai aggressive, più che cantare, “ruggisce” nel vero senso della parola, infiammando il pubblico, con cui poi inizia ad interagire simpaticamente regalando battute e sorrisi reciproci, confermandosi ancora una volta un cosiddetto “animale da palcoscenico” ed ostentando una sicurezza ed una consapevolezza dei propri mezzi (sia vocali che di “attributi”) davvero fuori dal comune. Il nostro singer poi improvvisamente si fa serio e regala anche un piccolo momento commovente introducendo la ballad “Without You”, pezzo che viene dedicato al compianto Dave Zablidowski, ex-bassista degli "Adrenaline Mob", scomparso in occasione dell’incidente stradale che nel luglio 2017 ha coinvolto tutti i membri della band, tra cui lo stesso Allen, uscitone miracolosamente pressochè indenne fisicamente, ma inevitabilmente provato spiritualmente.

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Dopo questo toccante momento, i nostri riprendono a martellare con brani come “Domination” e “Run With The Devil” prima di tornare, con “Sea Of Lies” ai gloriosi tempi di “The Divine Wings Of Tragedy”, l’album che all’epoca (1997) mi fece letteralmente innamorare dei Symphony X.

Prima di lasciare il palco per il gran finale, c’è spazio per “Set The World On Fire”, altro brano cazzutissimo come pochi in cui, ancora una volta i nostri non sbagliano assolutamente nulla: virtuosismo, aggressività e melodia danzano tra loro in perfetta armonia mentrea l’Alcatraz ribolle di energia pura, ma il meglio deve ancora arrivare....
Le luci si spengono, ma tutti sanno cosa sta per accadere, potere del web che ormai rivela le scalette prima del concerto, togliendo quell’effetto sorpresa che i dinosauri come me (fiero di esserlo, sia ben chiaro!) apprezzavano fino a un decennio fa... Comunque, i titoli di coda di questa fantastica esibizione dal vivo vengono affidati alla splendida suite di 24 minuti intitolata “The Odyssey”, tratta dall’omonimo album ed è un’autentica apoteosi tra il pubblico, mentre la band, in tutti i suoi componenti, regala una prestazione da incorniciare optando per una scelta coraggiosa: le tante parti sinfoniche di cui è composta la traccia, soprattutto all’inizio, vengono eseguite senza l'ausilio delle basi ma dagli stessi musicisti semplicemente con i loro strumenti.

Chi conosce perfettamente la canzone che è piena di parti orchestrali sparse negli oltre 20 minuti della sua durata, sa benissimo che una decisione simile è soggetta ad un elevatissimo rischio di far perdere d’intensità al pezzo che quindi non renderebbe come dovrebbe ed invece i nostri regalano un’esecuzione perfetta, impeccabile, aiutati anche da un’acustica raramente cosi ottimale nel locale milanese. Insomma, “The Odyssey” è la classica ciliegina sulla torta di un concerto da incorniciare, la degna conclusione di uno spettacolo unico, reso possibile da una band come poche ne esistono, in grado di regalare SEMPRE emozioni anche dal vivo e di suonare non solo con la tecnica ma anche con il cuore, mostrando un grande senso di rispetto sia verso chi li segue da oltre 20 anni, sia nei confronti della loro stessa storia...ce ne fossero di gruppi cosi...

SYMPHONY X SETLIST:
1. Iconoclast
2. Evolution (The Grand Design)
3. Serpent's Kiss
4. Nevermore
5. Without You
6. Domination
7. Run With the Devil
8. Sea of Lies
9. Set the World on Fire (The Lie of Lies)
Encore:
10. The Odyssey
Report a cura di Ettore Familiari

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