Death Metal - Le quattro teorie della fondazione

1) La teoria statunitense A

Forse la più accreditata, sicuramente la più seguita, è quella che vede il parto di questo genere ad opera dei Possessed, seminale formazione americana in cui militava al tempo Larry Lalonde, successivamente impazzito e passato ai Primus, che riprendeva le tematiche slayeriane portandole “oltre” il concetto di thrash metal: per la precisione, l’ultima traccia del loro debut album “Seven Churches”, datato 1985, è intitolata proprio “Death Metal” ed in questa composizione molti storici del genere hanno trovato la fondazione di un genere accolto allora con grande scetticismo ed ilarità. La band, dopo essere entrata in contatto con Joe Satriani, che produsse (a dire la verità in una direzione molto più thrashy) il loro ultimo lavoro intitolato “Eyes of Horror”, uscito sotto forma di EP, si sciolse per vari motivi, il più grave dei quali l’incidente occorso al singer Jeff Becerra che fu vittima di una sparatoria, a quanto pare anche per futili motivi, e rimase paralizzato su una sedia a rotelle, situazione in cui purtroppo versa ancora oggi dopo tutti questi anni. Altro motivo, meno serio ma più folkloristico, l’assoluta incapacità del drummer Mike Sus a sostenere un concerto, a causa della sua scarsa abilità tecnica.

2) La teoria statunitense B

L’altra grande schiera di idee ritarda invece l’evento di un paio di anni, posponendolo nel 1987, con la nascita di una band sicuramente più rivoluzionaria e destinata a fare la storia, non solo del death, ma di tutto il metal in generale. Ovviamente stiamo parlando dei Death del compianto Chuck Schuldiner, purtroppo passato a miglior vita il 13 Dicembre 2001, che con “Scream Bloody Gore” ufficializzarono, per così dire, la presenza di un nuovo movimento estremo all’interno del panorama metallico. Sicuramente più “death” nel senso stretto del termine, l’album in questione si pone, anche grazie all’ottima qualità del disco, come primo documento storico di uno stile già presente però da molti anni. Vedremo nelle prossime sezioni l’evolversi della band verso altri stili, tutti fondamentali per questo genere, e protagonisti di autentici capolavori da parte di un gruppo che in ogni caso rappresenta al meglio il death metal, impersonandolo al meglio. Per chi scrive, questo è il primo disco death metal al 100% e va quindi attribuito a lui la paternità completa di questo genere.

3) La teoria canadese

Infatti già l’anno precedente, il movimento che indubbiamente come abbiamo visto ha avuto le proprie origini negli Stati Uniti aveva raggiunto anche il vicino Canada con l’uscita del bellissimo e violentissimo “Strappado” ad opera degli Slaughter, malevolo terzetto autore di un proto-death metal davvero rozzo e primordiale, ma sicuramente importantissimo per gli sviluppi futuri. Con gli occhi di oggi certamente “Strappado” può apparire troppo basilare e semplice ma indubbiamente all’epoca fu un tuono nel silenzio di un movimento che stava per esplodere. Sicuramente un classico che ha ispirato decine di importantissime bands a venire.

4) La teoria inglese

La quarta, ed ultima, teoria della nascita del death metal è forse quella meno seguita e se vogliamo la più poetica. Alla fine del 1984 infatti gli inglesi Onslaught, nati nel 1982 come un melting pot di punk, hardcore e metal diedero alla luce il seminale “Power From Hell”, una rozza ed immatura miscela tra death metal e thrash, che essendo contraddistinta da tematiche legate all'occulto è stato da molti considerato, proprio assieme al coevo “Seven Churches" dei Possessed (1985 anch'esso) come il precursore del death metal che verrà.

In definitiva grazie principalmente a queste quattro bands, che coraggiosamente sfidarono il tempo e le critiche piovutegli addosso da ogni dove, abbiamo successivamente avuto l’esplosione del movimento che con gli anni ha avuto un ruolo fondamentale all’interno della scena metal, fino ad avere un ruolo di primo piano negli anni compresi tra il 1988 ed il 1993, anni che andremo ad esaminare non prettamente in ordine cronologico, bensì dividendo il mondo death metal in tre grandi aree geografiche che hanno visto, ognuna con il proprio stile e le proprie caratteristiche, l’espansione e la conquista del globo da parte dell’estremo: la Svezia con il resto dell’Europa al seguito (ma con diverse peculiarità), gli Stati Uniti, con la Florida in evidenza, e l’America Latina.
Capitolo a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli