Fare una lista di tutte le altre bands che popolano odiernamente l’affollato panorama viking equivale tranquillamente ad un suicidio, i gruppi musicali ormai non si contano più sulle dita due mani, si è andato decisamente oltre.
Però, c’è sempre un però, è ovviamente possibile fare una scrematura generale di quelli che nel corso degli ultimi anni hanno lasciato senza dubbio il segno.
Non è un caso particolare come la quasi totalità delle bands coinvolte in questo movimento provenga dal freddo nord, ecco che nomi come
Isengard,
Vintersorg,
Falkenbach,
Tyr,
Thyrfing,
Windir,
Borknagar,
Moonsorrow,
Mithotyn… non possono che richiamare ad un immaginario ormai consolidato e definito negli anni.
E’ fuori da ogni dubbio che fra i tanti gli
Isengard abbiano saputo ritagliarsi un ruolo particolare all’interno di questa scena, a partire dalla sua line-up, che vede coinvolto un certo signor
Fenriz dei
Darkthrone.
Non è nemmeno una novità il fatto che questo artista che tanto ha sudato per il black abbia da sempre avuto una passione per la mitologia della sua terra. Ecco quindi come si spiega il progetto parallelo Isengard, un concentrato di freddissimo e distaccato metallo nordico. Come spesso succede in queste occasioni la produzione discografica è sterminata fra demo, split e singoli vari, ma su tutti è impossibile non citare
"Høstmørke" (1995), una vera e propria perla dei mari del nord. La presenza del black metal è per forza di cose presente, ma è solo una parte del tutto, visto che per la maggior parte del disco sono le atmosfere folk a farla da padrona.
Il discorso continua “tranquillamente” (virgolette di obbligo) con i possenti e taglienti
Borknagar, monicker derivante da una antica tradizione scozzese. Per questa band il discorso si fa più complesso a partire dal secondo album. Il primo e omonimo è senza dubbio pregno di tutti gli stilemi tipici del viking dell’epoca, ma da "
The Olden Domain" (1997) che le carte iniziano a cambiare, per spostarsi su sonorità più ricercate e per certi versi progressive.
Un po’come successo agli Enslaved degli ultimi anni. Evoluzione culminata nell’ultimo, e completamente acustico, "
Origin" (2006). Impossibile inoltre non chiamare in causa forse la one-man band che di più negli ultimi anni ha rappresentato nel mondo questa corrente musicale con il suo tocco di spontanea genuinità e arroganza underground, sto parlando proprio di
Windir.
Non è affatto un problema di compassione per un artista scomparso nel 2004 che ho usato questi termini, ma
Valfar per il nostro modesto parere è riuscito ad integrare nella sua musica tutti gli stilemi tipici del viking senza rendersi scontato e piatto, riuscendo invece un artista molto originale e personale, un uomo che in una sola manciata di dischi ha lasciato un segno indelebile. Una sorta di linea guida per tutte le band che si sono, e che continuano ad ispirarsi ad esso.
Le origini di Windir sono ovviamente nella cupa e fredda Norvegia, e con un nome simile, Windir significa semplicemente
guerriero, combattente… la sua musica non potrebbe che essere diretta e battagliera. Dopo i primi due demo, che hanno riscosso un discreto successo nel mondo underground è con il debutto ufficiale che si inizia a fare sul serio, mi riferisco a "
Soknardalr" (1997). Un album decisamente ispirato e possente, dove fra atmosfere sanguinolente si erge un’aurea epica che coinvolge e riesce a far trasportare la mente dell’ascoltatore su un altro pianeta. Stesso discorso lo si può effettuare per i seguenti albums, con i picchi di "
Arntor" (1999) e "
1184" (2001).
In ultima analisi prima di scadere in un inutile elenco di nomi e album è comunque doveroso citare i
Vintersorg, band particolare che pur rimanendo all’interno di certi stilemi si è saputa evolvere sino a raggiungere lidi sonori tipici di un certo progressive rock, per non parlare di certe curvature avantgard, sempre ovviamente “sporcate” da forti atmosfere folk e tradizionali. Da segnalare senza dubbio dischi come "
Till Fjälls" (1998), esordio decisamente promettente, una partenza ottima che li proietterà in una scena piena di talenti, per poi raggiungere alti livelli qualitativi in dischi che portano il nome di "
Cosmic Genesis" (2000) e "
Odermarkens Son" (1999).
Come scritto da me poco sopra è inutile mettersi a citare tutte la band che in qualche modo hanno lasciato un segno in questo genere musicale, ci si è più che altro limitati a chiamare in causa quelle band e quelle tappe importanti per l’evoluzione dello stile viking , cercando inoltre dove possibile di evitare di affidarsi esclusivamente al gusto personale.
E’ ormai chiaro (almeno spero) come questo particolare settore musicale abbia come comune denominatore le tematiche trattare nei testi, ma riesca ad ogni modo a distaccarsi da certi clichè musicali che lo coinvolgono.
Non tutte le bands viking suonano allo stesso modo, basta dare una leggere ascoltata agli
Enslaved, per poi passare ai
Tyr e infine agli
Amon Amarth, per non parlare degli Unleashed. Pure un sordo se ne accorgerebbe, e forse è proprio in questa sua eterogeneità artistica che il Viking Metal può contare per evolversi e sopravvivere a tutto quello che lo circonda.