Highlord: uomo avvertito, mezzo salvato!

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Che gli Highlord avrebbero fatto un bel po' di strada era evidente sin dai tempi di "Heir of Power". Con gli anni sono cambiate diverse cose: interpreti, influenze musicali e case discografiche, eppure la passione non sembra essere mai venuta a mancare, nemmeno quando il destino gli ha messo il bastone tra le ruote.
Con Stefano ed Andrea parliamo di questo ma sopratutto del loro ultimo album: "The Warning After".

"The Warning After" è l'ennesimo capitolo della vostra discografia. Un album che non sminuisce affatto quanto avete fatto in precedenza, ma quali novità riteniate che abbia portato nel vostro sound?
Sted: Si credo anche io che non sminuisca quanto fatto in passato, anzi secondo me rappresenta un'evoluzione naturale per chi, come noi, vorrebbe dire la sua e non semplicemente imitare qualcuno. Come già accennato col disco precedente: “The Death of the Artists”, il nostro ultimo lavoro prosegue con un occhio di riguardo verso la melodia e la fruibilità dei pezzi. Ci piace pensare di essere diventati più diretti e granitici, meno pomposi anche se ancora facenti parte del filone power-prog italiano.
Ehm.. cos'è una "The Warning After"? Suona quasi come un "Lo avevo detto io..."
Andy: Mi piacciono i giochi di parole. Così, mi sono divertito a modificare la classica espressione “The morning after” (il mattino dopo) con la parola “warning” (avvertimento), che suona molto simile… quasi come a dire: “Gli avvisi sono stati ignorati… fino a quando ti svegli un bel mattino, e ti accorgi che ormai gli avvertimenti sono inutili, che questo è il mattino di troppo”. Confortante, vero?
Il percorso degli Highlord non è mai stato facile, ed in passato la fortuna non sempre vi ha arriso. Come vi siete avvicinati a "The Warning After"?
Sted: No! Non è mai stato facile e non lo è nemmeno adesso se è solo per questo! Siamo decisamente sfigati, sempre nel posto sbagliato e nel momento sbagliato hahaha che roba ragazzi! A Raccontarlo c'è da non crederci, la nostra vita musicale è costellata di gente che ci ripete: “cavolo ragazzi, ma siete bravi e avete i numeri giusti, com'è possibile che non riusciate a sfondare?” … che dire? Non lo sappiamo manco noi! O meglio .. ora che vado per i quaranta forse una certa idea me la sono fatta, la scena metal italiana (e forse non solo quella) è un water pieno di stronzi che galleggiano … come!? Fratelli? Metallo? Ragazzi, ma sveglia! Qui o ti adegui e ti fai piacere “certe cose” o rimani nel Limbo come noi … io non me ne vergogno, almeno so di per certo di non essere mai sceso a compromessi. Dispiaciuto? Si quello si! Perchè credo vivamente che la mia/nostra musica meriti di più e il non piegarsi mai, non arrendersi non aiuta ad essere più conosciuti. Ecco. Con questo pensiero ci siamo avvicinati a “The Warning After”.
L'album è uscito da qualche mese, sta “raccogliendo” quanto vi aspettavate?
Sted: allora per questa domanda vorrei fare un piccolo preambolo che si allaccia a quanto da me detto nella precedente, se mi permettete: partiamo dal presupposto che la Punishment 18 Records forse non è una delle etichette più “grosse” del nostro panorama ok? Però .. cosa non da poco … è capitanata da una persona, che per quanto ho potuto constatare personalmente, non spara cazzate e sta in prima linea! Mi spiego … la maggior parte delle etichette attuali, prende una band spende per stampargli il cd, fa due spazietti pubblicitari e poi aspetta. Questo è sbagliato! Mi rendo conto dei costi, del periodo economico nero etc etc.. però se la gente non sa che il tuo disco è fuori, ma chi cacchio pretendi che se lo comperi!? Domandona eh? Eppure … Corrado è sempre presente col suo banchetto ai concerti, ai festival ci prova a vendere per lo meno, non sta solo ad aspettare che i distributori o la band smazzino i cd … ci mette del suo. Questo per me è apprezzabile. Ora non ti so dire se e quanto stia vendendo il cd. Abbiamo stampato inizialmente 1000 copie, riuscissimo a farle fuori tutte andrebbe anche bene. É prevista una licenza per l'autunno in Messico, mentre il Giappone a sto giro, per motivi un po' strani, ce lo siamo perso! Peccato!
Generalmente come nasce una vostra canzone? Preferite un lavoro di squadra oppure ognuno fa per se e poi vi ritrovate per discutere delle varie idee?
Sted: per motivi vari dal 2009 ad oggi ci siamo un po' assestati verso una linea sulla quale io mi occupo principalmente della musica, Andy dei testi e poi assieme si lima il tutto. È sempre bello lavorare tutti assieme, ma purtroppo non sempre è la soluzione ideale per ottenere dei risultati in breve tempo. Oppure semplicemente tra impegni vari non si riesce. Ad ogni modo per il prossimo lavoro ci piacerebbe lavorare un po' più “d'insieme”. Speriamo di farcela!
Quali sono stati i "mood musicali" alla base delle nuove canzoni?
Andy: forse Sted è più adatto di me a rispondere a questa domanda, avendo scritto la maggior parte della musica, ma quello che io ritrovo personalmente in questo disco è un mood abbastanza oscuro, non nel senso che ci siamo messi a suonare gothic o black, ma proprio nell’atmosfera dei pezzi. Il presente incombe su di noi e no, quest’anno Babbo Natale non ci porterà tanti bei regali, ed è il caso di aprire gli occhi… ci sono le eccezioni più allegre (parliamo sempre di metal melodico!!), vedi “No more heroes”, ma il mood rimane… il disco ha ampi spazi per la melodia, ma rimane un accenno di inquietudine di sottofondo…
Invece, a livello lirico su quali argomenti avete messo le "mani"?
Andy: molti dei pezzi hanno una sorta di collegamento sottile, anche se non si tratta assolutamente di un concept. In breve: gli anni trascorrono, i treni ci passano davanti, e a volte li guardiamo allontanarsi quando è troppo tardi… questo può essere riferito alla nostra “carriera” musicale, ma non solo. L’eterno bambino che spesso è il fan del metal comincia a trovare stretti gli abiti di Peter Pan, e a realizzare che non necessariamente il termine “compromesso” nella vita ha accezioni negative… sempre che sia ancora in tempo per scendere a qualche compromesso di sorta!
Sono ormai passati un sacco di anni dai tempi degli Avatar... ma quanto e come pensi sia evoluto il vostro sound da "Heir Of Power" ai giorni nostri? E a cosa sono dovuti gli inevitabili cambiamenti?
Sted: eh si son passati 15 anni … vola il tempo! Ma sai in realtà io credo siano proprio cambiati i nostri gusti musicali! È normale dopo tutti questi anni. Per quanto mi riguarda non mi rispecchio molto nelle tematiche Fantasy o Epiche che mi erano tanto care nel 1998, oddio … un bel libro me lo leggo sempre volentieri, ma se devo parlare di qualcosa preferisco parlare di me, della vita e delle emozioni che ci fanno andare avanti; non certo di draghi e folletti hehe ... il sound si è evoluto di conseguenza, meno tastiere sinfoniche, più synth moderni piuttosto, più chitarre!
Cosa significa per voi portare avanti un discorso musicale che oramai sembra sopravvivere in un ambito sempre più ristretto di sostenitori?
Andy:: oh, abbiamo dei sostenitori? No, dai, scherzo, però a volte guardarsi intorno sconforta un po’. Vuoi per la crisi, vuoi perché l’offerta è vasta, ma suonare dal vivo e proporre dischi è davvero un atto masochistico a volte… il pubblico tende a disertare i concerti, anche quando suoniamo insieme a nomi grossi, e i dati di vendita dei cd non sono proprio rosei… per quanto mi riguarda lo faccio per me stesso, cantare è una parte di me e mi appassiona. Se dovessi basarmi sul riscontro del pubblico, sarei già passato alla canasta da anni...
Non vi è mai capitato di pensare: se fossimo americani... svedesi... o tedeschi...
Sted: ogni giorno.
Per molti di voi, gli Highlord non sono più l'unico sfogo per le vostre espressioni musicali, e tenendo conto degli impegni “regolari” riuscite a far convivere le diversi attività?
Andy: abbiamo tutti un lavoro regolare, e purtroppo l’attività musicale non ci porta a fare tour mondiali di mesi, quindi sì, ci studiamo i pezzi a casa scambiandoci i file via internet, registriamo i pezzi, li proviamo, e ogni tanto ci scappa un gramo concerto. Nessun problema a far combaciare tutto…
Sted: al momento non ho altri progetti all'attivo, ho delle idee in cantiere, ma è presto per parlarne e comunque non saranno prettamente “metal”.
Non ti è mai capitato di scrivere un pezzo e non sapere ancora quale gruppo lo avrebbe poi inciso?
Sted: hmmm … un pezzo avanzato dal mio side-solo-project “The Famous-X” è avanzato e finito su “The death of the artists”, quindi direi di si, mi è capitato eccome!
Quale canzone invece avresti scippato ad altre formazioni (anche famose ovviamente) per farne un brano degli Highlord?
Sted: urka! Bella domanda! Fammi pensare … Tornado of Souls dei Megadeth e The Trooper degli Iron Maiden :-)
State già lavorando a nuove composizioni, oppure per il momento siete ancora concentrati sulla promozione di "The Warning After"?
Sted: si ho da poco iniziato a smanettare col Mac e con la chitarra. Un pezzo è quasi terminato e altri due sono ancora in fase embrionale. Al più presto devo sottoporli al giudizio del resto della band e magari ci sarà da cambiare delle cose. Anche il nostro nuovo bassista Max mi ha detto poco fa di avere qualcosa in cantiere … se così fosse un nuovo cd non dovrebbe tardare poi troppo.
La cosa che si preme adesso è però girare un video a supporto del nuovo disco e da inizio 2014 trovare un modo per suonare di più dal vivo!
Vi ringrazio per la vostra solita disponibilità e non posso che lasciare questo spazio conclusivo a vostra completa disposizione.
Sted: Ma grazie a te Sergio! è stato un piacere! Ci vediamo tutti al Metal.it fest il 28 di Settembre ok? Mi raccomando ci contiamo!
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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