Il Maniscalco Maldestro: maldestrìa si, ma solo "per opere di bene"..

E' con estremo piacere che mi ritrovo a fare due chiacchiere con Antonio "Tonjo" Bartalozzi, vocalist de Il Maniscalco Maldestro, gruppo nostrano che bazzica le pagine di Metal.it ormai da una decina di anni, fin dall'esordio (demo) con "L'età del bisturi". 10 anni e quattro album dopo ho finalmente l'occasione di conversare piacevolmente con Antonio..sentiamo cosa ci ha raccontato!

Iniziamo subito con la domanda più importante, per quelli che ancora non vi conoscono: chi è il Maniscalco Maldestro?
Il Maniscalco Maldestro è un quartetto di amici innanzitutto, legati dalla passione per il buon cibo e la goliardia a tavola, da buoni toscani ovviamente...e questo si riflette inevitabilmente nella nostra musica. Fino ad oggi quattro album all’attivo, tutti piuttosto ben accolti dalla critica. Diversi concerti in giro per l’Italia con due tourneè anche in Germania…
E’ passato qualche anno dall’uscita di “Panna, Polvere e Vertigine”…cos’è cambiato per il Maniscalco in questo periodo?
Di acqua sotto i ponti ne è passata diversa, ci sono stati diversi cambi di formazione, tourneè in Germania ed eventi vari che hanno portato all’uscita anche di un terzo album dal titolo “Ogni cosa al suo posto”, che ci vedeva osare su territori più elettronici. Con “…solo opere di bene” abbiamo cercato invece di ritornare al rock graffiante degli esordi, non dimenticandoci però delle ultime esperienze.
Quali sono le principali differenze tra quel disco e il nuovo “…solo Opere di Bene”? Sia dal punto di vista musicale sia da quello personale..
Intanto non abbiamo più due chitarre in formazione ma una soltanto ed una tastiera (Pietro “PDR” Spinelli) invece in pianta stabile. Questo ci ha portato ovviamente su nuovi territori musicali, e anche il solo riproporre il vecchio repertorio porta con se sempre qualche nuova gradita sorpresa.
Come mai questa scelta particolare del QR Code da utilizzare per scaricare gratuitamente il disco?
Parlando schiettamente il mercato discografico è praticamente paralizzato. La distribuzione fisica è un disastro… molto meglio arrivare subito all’ascoltatore giocando con le nuove tecnologie, è nata l’idea di regalare l’album a tutti quelli che sono titubanti all’acquisto di un nuovo nome… dall’uscita ad oggi abbiamo totalizzato più di 3.000 download dell’album, e chi vuole può fare anche una donazione.
Ma..si può sapere l’identità della signorina in copertina o è un mistero fedelmente custodito?
La seconda che hai detto, curiosone!!!
La vostra mascotte..come/quando/perchè nasce?
Nasce prima ancora del nome stesso della band…è una figura che mi ossessiona ormai da diversi anni, che puntualmente esce dalla mia penna ogni volta che provo a disegnare qualcosa…
In che modo siete legati a “Nessun dolore” di Lucio Battisti, al punto di sceglierla come cover?
Per un concorso ci era stato richiesto di preparare una cover, i brani su cui scegliere erano una decina, e l’idea di fare un pezzo di Battisti ci aveva sempre gustato… guarda caso tra le possibili scelte c’era Nessun Dolore, e la cosa è venuta da se!!!
Negli anni, in particolare rispetto al primo vostro disco, ho notato che avete un pochino abbandonato la componente più “metal” del vostro sound: è vero? Se si, perché?
Quello che dici è vero, soprattutto nei suoni: la cosa è venuta piuttosto spontanea, l’introduzione dell’organo e del piano elettrico ci ha portato naturalmente verso un suono più ’70 ed è in questo che almeno adesso ci rivediamo maggiormente.
Ricordo vivamente che dopo il primo ascolto di “Il Maniscalco Maldestro” il mio pensiero andò immediatamente ai System of a Down: vi dice qualcosa il paragone?
Certo, sono stati una tappa fondamentale per la mia adolescenza, ricordo ancora la pelle d’oca quando sentii per la prima volta “Sugar” dal cd appena acquistato!
Chi tra voi è il più maldestro?
Questa è una bella gara! A suo modo penso che ognuno di noi porti con se un bel grado di maldestria!
Come vedete la realtà musicale italiana? Che considerazione avete dei talent show che vanno tanto di moda da queste parti?
I talent show sono lo specchio della nostra cultura contemporanea, dove la televisione può decretare il grado di notorietà e quindi di bravura di un determinato artista. Gli italiani sono sempre stati un popolo gregge, e questo si può vedere anche nella scena indipendente, dalle dinamiche non tanto diverse del mainstream, dove il gruppo figo del momento domina la scena…
Programmi per il futuro?
A breve usciremo con un nuovo singolo / videoclip, e tra qualche mese pubblicheremo “…solo opere di bene” anche in Germania!

Beh direi che per stavolta è tutto, grazie mille della vostra disponibilità e grazie per l’ennesimo grande album!

Quoth the Raven, Nevermore..
Intervista a cura di Andrea Gandy Perlini

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