Orden Ogan: L'Ordine della Paura (Sebastian "Seeb" Levermann, vocals/guitars)

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Gruppo:Orden Ogan

"Alla fine e ritorno". Così potrebbe essere sintetizzato il viaggio che si sta per affrontare, con una delle band metal più di valore degli ultimi dieci anni, gli Orden Ogan. Solamente tre anni fa hanno pubblicato 'To The End', un album che ha inequivocabilmente segnato la storia del power di carattere epico, con canzoni quali 'The Things We Believe In' e 'Land of the Dead', per quello che sembrava il picco massimo qualitativo per un gruppo che del pregio delle composizione ne ha fatto la propria prerogativa principale. In questo inizio di 2015 il percorso tracciato dai valorosi teutonici continua con 'Ravenhead', disco che non ha nulla da invidiare ai predecessori e che senza dubbio radunerà nuovi fans fra le già folte schiere di accoliti degli Orden Ogan. Si capirà ora il significato della fine, segnata da 'To The End', e del ritorno, contenuto in 'Ravenhead', punti cardinali della rosa dei venti ordenoganiana. Poco è stato detto sino a questo momento sull'origine della band e sulle trame che lungo gli anni si sono sviluppate. Metal Hammer intende svelarvi cosa sta dietro all'intera opera degli Orden Ogan, che parte dal nome in se stesso per estendersi ad una trama che lega la discografia del gruppo.

Siamo qui per parlare del vostro nuovo album, "Ravenhead". Però prima vorrei che spiegassi ai nostri lettori il significato del nome della band...
Fino a questo momento abbiamo raccontato un sacco di stupidaggini su questo argomento, ma ora è giunto il momento di rivelarne il concetto. 'Orden' viene dal termine religioso tedesco 'ordine', mentre 'Ogan' è l'antico celtico significante 'paura'; quindi il nostro nome vuol dire 'Ordine della Paura'.
E invece la scelta del titolo della vostra nuova fatica? Da dove viene l'idea?
Ravenhead è un'abbazia, il posto dal quale viene l'Ordine della Paura. Potrete vederla nella copertina posteriore dell'album, raffigurata come una costruzione simile ad un antico castello. Il nome 'Ravenhead' proviene dal luogo tenebroso in cui essa è situata, su una collina dove i corvi si librano alti nel cielo, con un lago che ne bagna il lato frontale. L'abbazia custodisce inoltre un oscuro segreto... La maggior parte delle canzoni ha al suo interno storie horror, la maggior parte con un secondo livello di significato, allegorico.
Immagino dunque che il legame fra i vari nomi continui anche con la opening track del disco, vero?
Il chiamare la prima traccia del disco come la formazione è in primo luogo connesso al concetto che lega l'abbazia di Ravenhead all'Ordine di Ogan. La voce, ispirata al canto gregoriano, che sussurra nel tema dell'intro torna nel solo del pezzo 'Ravenhead'. È una sorta di illustrazione acustica dell'Ordine.
Che puoi dirci invece del brano "F.E.V.E.R."?
È stata una delle prime canzoni ad essere scritte e una delle mie favorite ancora adesso. Il testo parla di una ragazza sepolta nel fondo del lago, ma nello stesso tempo delle relazioni sbagliate che abbiamo avuto tutti. Lei è la febbre che ruba la vita.
Di cosa parla invece "Evil Lies in Every Man"?
Questo pezzo è la spiegazione degli eventi narrati nel brano 'The Lake'. Tutte le canzoni in quest'album hanno luogo nello stesso punto: il lago di fronte all'abbazia di Ravenhead. In questo caso ho approfondito ciò che è narrato nella traccia precedente per far risaltare lo sfondo degli strani eventi che lì accadono.

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"A Reason To Give" è un pezzo molto particolare, con elementi folk e con una grande atmosfera! Cosa puoi dirci di questa canzone?
L'ho scritto quando avevo 17 anni, ma non l'ho mai né suonata con qualcuno, né tantomeno registrata. Era nella mia testa da troppo tempo e doveva uscirne prima o poi. Ha al suo interno motivi folk e medievali in congiunzione con un sound orchestrale. Il testo narra di come la gente si vede o vorrebbe vedersi e di quel qualcosa che ci spinge a compiere certe azioni, quella ragione evidenziata nel titolo. La maggior parte delle persone si aspetta troppo da se stessi e non potranno mai rendere giustizia all'immagine perfetta che hanno di sé. Tutto è incentrato sull'egoismo e sulla coscienza umana.
C'è anche un legame fra "Ravenhead" e gli album precedenti?
Anche qui torna la nostra mascotte Alister Vale, il tizio col cappello che avete conosciuto in tutte le passate uscite.
Puoi raccontarci qualcosa del songwriting di questo nuovo album?
Dopo 'Easton Hope' abbiamo perso tre membri, quindi io, Niels (basso) e Dirk (batteria) siamo stati la vera band che ha composto 'To The End'. La maggior parte del materiale è di mia creazione, soprattutto quello che riguarda strettamente la prima fase di songwriting. Durante questi due anni assieme, dopo un paio di tour, molti festival e diverso tempo trascorso assieme, il legame fra di noi si è stretto e sono stato contento di coinvolgere tutti questa volta per la scrittura di 'Ravenhead'. Ho passato molte ore con Dirk a buttare giù idee per le canzoni ed una è interamente sua, si tratta di 'Sorrow Is Your Tale'.
E per quanto riguarda la produzione?
Io stesso produco gli album nei miei Greenman Studios qui in Germania. È stato così per 'To The End' e 'Easton Hope', in 'Ravenhead' anche la registrazione e il mixaggio sono stati fatti da me. Credo che produzione e sound siano una parte importantissima della musica, a volte troppo sottostimata. Una buona canzone è una buona canzone quando si possono sentire tutti gli elementi agire all'unisono. È il segreto per un disco perfetto!

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Gli Orden Ogan danno molta importanza anche al look, cosa sempre più importante nel music business in generale e oramai anche nel Metal. Da dove viene la vostra idea?
Crediamo che l'intero pacchetto artistico debba essere perfetto, se hai intenzione di mettere in scena un buono spettacolo. Tutto nel nostro gruppo è controllato nei minimi dettagli: dal suono della batteria agli arrangiamenti, dagli artwork all'aspetto sul palco. Abbiamo un grande costume designer che contribuisce a far immergere noi musicisti, ma soprattutto gli spettatori, nel mondo creato dalla musica e dai testi dei dischi.
Puoi dirci qualcosa dell'artwork di "Ravenhead"? Assegnato anche stavolta sempre dal fidato Andreas Marschall...
Lui è un nostro buon amico. Ho composto la musica per il suo film 'Masks' nel 2012 e abbiamo lavorato molto bene assieme. I suoi artwork sono una tradizione per il power tedesco, avendo lavorato con Blind Guardian e Running Wild. La sua arte combacia alla perfezione con il nostro stile musicale, non potrei pensare ai dischi degli Orden Ogan senza una sua copertina davanti.
Venite spesso accostati ai Blind Guardian, come stile e designati come loro eredi o cose del genere. Come ti senti di commentare questa cosa?
Sicuramente per noi questo è un grande onore, ma non credo che abbiamo un sound simile. È vero che entrambi suoniamo un power metal melodico arricchito da cori e orchestrazioni, ma io vedo i Guardian più progressive in questo momento, mentre noi siamo più heavy. Personalmente non ascolto molto power, quindi non potrei nemmeno dire che loro sono stati un'ispirazione per me, anche se amo 'Imaginations From The Other Side'.
Sogni da realizzare e obiettivi raggiunti?
Anche se è difficile parlare di soddisfazione, essendo una persona che all'inizio non nutriva molte aspettative, devo dire che il mio obiettivo principale l'ho raggiunto, cioè far diventare gli Orden Ogan una band professionista ed essere in grado di vivere con la musica, il mio e nostro amore più grande. Credo che questo sia uno dei lavori più belli al mondo e quando 'To The End' è arrivato alla posizione 41 della classifica di vendita tedesca è stata una grande soddisfazione. I fans sono aumentati e continuano a crescere, la folla ai festival diventa sempre più grande. Non credo di poter essere più felice.
Le ultime parole per i vostri fans di Metal Hammer...
Grazie per tutto il supporto che ci date, per l'aver comprato i nostri dischi ed il merchandise. Prendetevi cura di voi stessi e grazie a voi per l'intervista.

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Intervista a cura di Stefano Giorgianni

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