Evergrey (Tom Englund, vocals & guitars)

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Gruppo:Evergrey

“The Inner Circle” è il quinto capitolo della carriera degli Evergrey, un inquietante viaggio nel mondo delle sette religiose che, giorno dopo giorno, influenzano in maniera sempre più evidente la società in cui viviamo. Tom Englund, frontman e mastermind della formazione scandinava, ci parla del nuovo album e del tetro concept che sta alle spalle del disco...

Ciao Tom! Grazie per la tua disponibilità. Gli Evergrey hanno appena pubblicato un nuovo disco, “The Inner Circle”. Ci vuoi dare il tuo punto di vista sul disco?
Certamente. E' un disco che abbiamo registrato in studio negli ultimi cinque mesi, e siamo decisamente soddisfatti del risultato ottenuto. Probabilmente è il nostro disco più maturo di sempre, e anche quello che suona nel modo più potente, sia dal punto di vista delle canzoni, sia dal punto di vista della produzione. E' il primo disco in cui suono di cui sono davvero soddisfatto al cento per cento!

Mi ha colpito molto l'atmosfera lugubre e oscura che pervade quasi tutte le canzoni. Immagino sia legata al concept su cui si sviluppa l'album, è così?
Esattamente. L'argomento centrale sono le sette religiose, e di quanto sia frequente oggigiorno che un uomo venga coinvolto in queste cose, o comunque dalla religione in sé, e di tutte le filosofie che stanno alla base di queste sette, delle loro idee. L'uomo cerca uno scopo alla sua esistenza, cerca qualcosa a cui appartenere, e se ti capita di incontrare le persone sbagliate, è molto facile finire in qualcosa che poi, dopo un po' di tempo, vorresti sicuramente non aver conosciuto. Se hai una mente debole, e se ti lasci influenzare troppo dalle persone che ti circondano, è facile che una personalità forte possa prendere il controllo della tua vita. Sicuramente l'atmosfera tetra del disco è dovuta all'idea di far parte di una setta, e nel concept analizziamo i punti di vista di tre personaggi coinvolti nella setta, sia del leader della stessa, sia dei familiari della persona che vi entra a far parte. E' una specie di film in miniatura.

Il disco parla anche degli abusi che sono costretti a subire i minori?
No, non esattamente. In realtà fa anche riferimento al personaggio principale che consegna il proprio figlio ai membri del culto, mentre il tema degli abusi sui minori era già stato sviluppato sul disco precedente con “Unforgivable”, che in effetti è stata anche la scintilla che mi ha spinto a scrivere il concept di “The Inner Circle”. E credo che lo affronteremo di nuovo, magari con un altro concept, nel giro di un paio di anni.

Una canzone che mi ha colpito è stata la quinta traccia, “Waking Up Blind”, una canzone abbastanza strana per il vostro stile, con delle piacevoli sfumature blues. Com'è venuta fuori?
Ero seduto a casa con la chitarra in mano, e stavo cercando delle nuove armonie, tentando di far leva sulle emozioni. Volevo una canzone molto semplice, in cui ci fosse soltanto la mia voce, con un sound molto pulito, con una struttura che si ripeteva. Non volevo che fosse la musica a prendere il controllo della situazione, volevo principalmente che la mia voce creasse diversi stati d'animo nell'ascoltatore. In effetti è una canzone un po' strana per il nostro sound, ma credo sia venuta davvero bene. E' strana anche perché praticamente non ha un ritornello.

Su “The Inner Circle” suona anche un quartetto d'archi. Credo che questa sia un'ottima aggiunta per il sound degli Evergrey. Com'è nata questa collaborazione?
Sono totalmente d'accordo con te! Questo è il nostro quinto disco, e quello precedente ha registrato dei risultati veramente ottimi dal punto di vista delle vendite, permettendoci di avere a disposizione un budget decisamente maggiore per questo album. Ci è stato anche possibile stare in studio per oltre cinque mesi, e scrivere quindi moltissimo materiale. E visto che avevamo un po' di soldi a disposizione, abbiamo deciso di provare questo quartetto d'archi. Li abbiamo avuti a disposizione per un paio di giorni, e abbiamo fatto suonare loro tutto quello di cui avevamo bisogno, li abbiamo usati quasi in ogni canzone. Senza però esagerare, hanno trovato spazio solo dove pensavamo che stesse bene. E poi il sound è più autentico, più onesto, più sincero, rispetto all'uso di semplici tastiere. C'è una bella differenza.

Credi che questo esperimento troverà un seguito sui prossimi dischi?
Non te lo so davvero dire! Dipenderà molto dalle canzoni. Non vogliamo mettere qualcosa sul disco solo perché ce n'è la possibilità, è importante che si adatti bene alle composizioni, che riesca magari a colmare delle lacune nel nostro sound.

Tom, se ti venisse chiesto di scegliere una sola canzone di “The Inner Circle” per far conoscere ad una persona il gruppo, per dargli un'idea adeguata del sound della vostra band, quale track sceglieresti, e perché?
Sceglierei senza dubbio la prima canzone, “A Touch of Blessing”. Credo che faccia capire benissimo cosa sono gli Evergrey. Ha un ritornello potente, degli ottimi versi, è una canzone dinamica, con un inizio molto atmosferico. E' decisamente un ottimo pezzo, e la scorsa settimana ne abbiamo anche girato un video.

Credi che con le tue canzoni, con le tue parole, tu sia in grado di sensibilizzare le persone, di renderle consce della gravità delle sette religiose nella nostra società?
Non saprei davvero risponderti. Io racconto la mia storia, e poi sta alle persone ascoltarla, interessarsi di questi problemi se lo ritengono opportuno. Non voglio certamente dire a nessuno come deve vivere, e se qualcuno dovesse averla a male per quello che diciamo di questo problema, non cambieremo certo la nostra opinione, né cambieremo l'idea che ci siamo fatti dopo numerose letture sull'argomento. Non abbiamo paura di niente.

Mi è piaciuta molto la copertina del disco, con queste due mani che si toccano. Cosa rappresentano?
L'idea che sta alla base di questa immagine è che la grande mano sta attirando quella del bambino all'interno del culto. E' una cosa che purtroppo succede quando i bambini sono ancora molto piccoli, funziona così di solito. Se osservi i culti maggiori negli Stati Uniti, scopri che i genitori consegnano i loro figli ai membri del culto per un paio di settimane, in cui viene fatto ai bambini un vero e proprio lavaggio del cervello, per farli pensare e vivere come membri veri e propri del culto, annullare la loro personalità, insegnare loro come devono vivere la loro vita. E' quello che avevo in mente quando ho pensato alla copertina del disco. E' piaciuta a molte persone, perché è molto chiara, ma allo stesso tempo molto scura.

Tom, la tua voce è di sicuro molto versatile. Quali sono le tue influenze principali come cantante?
Ascolto tutti quei cantanti che considero bravi, da Norah Jones a Christina Aguilera. Forse l'influenza maggiore è stata quella di David Gilmour dei Pink Floyd. Non credo di avere delle influenze vere e proprie, sono più portato a creare qualcosa di mio in base a quello che sento. Forse è più corretto parlare di “influenze inconsce”. Ovviamente ascolto gruppi come Iron Maiden e Queensryche, e cose di questo tipo, essendo nato negli anni settanta è comprensibile che io sia stato influenzato da questo genere di gruppi. E ho anche dei cantanti preferiti, come Russel Allen dei Symphony X, che è anche un amico, ma nonostante sia un singer fantastico, non è decisamente il mio tipo di cantante, non sono in grado di cantare come lui!

Come sono nati gli Evergrey?
La band è nata nel 1996, e dopo aver inciso un demo abbiamo ottenuto un contratto con una label veramente piccola. Che però poi è fallita, e ci siamo spostati alla GNW. Per il secondo album, “Solitude Dominance Tragedy” siamo approdati ad una label svizzera che all'epoca era veramente grande in Germania, che aveva a disposizione molti soldi, e ci ha offerto una cifra considerevole (anche se non ne ho mai capito il motivo!). dopodiché siamo passati alla Inside-Out, e con questa fanno quattro etichette in tre album (ride). Con la Inside-Out abbiamo pubblicato “In Search of Truth” a abbiamo iniziato a fare molti tour, e le cose sono andate bene, arrivando adesso alla pubblicazione del quinto album. Siamo in una posizione davvero confortevole, e le cose si stanno davvero mettendo bene per noi sul mercato degli States, abbiamo due video in rotazione su MTV, e la prossima settimana voleremo a New York per prendere parte a “Headbanger's Ball”. Stanno prendendo corpo molte cose interessanti negli ultimi tempi!

Nelle prossime settimane sarete impegnati in un prestigioso tour con gli Iced Earth e i Children of Bodom. Cosa ti aspetti da questa possibilità?
Mi aspetto delle cose davvero buone. Il nostro obiettivo è di “conquistare” l'America per la seconda volta, visto che la prima volta che siamo stati lì eravamo in compagnia di molte band estreme. Ed ogni fan death metal che si presentava ai concerti e ci vedeva iniziare a suonare pensava “ecco una gay band”, ma fortunatamente, col passare dei minuti, si rendeva conto che gli Evergrey sono tutto fuorché una “gay band”, ma invece un gruppo decisamente heavy. Anche se possiamo sembrare una band black metal (ride), escluso il trucco.

Tom, avete già proposto dal vivo le canzoni di “The Inner Circle” in queste settimane?
Si, abbiamo fatto un mini-tour in Danimarca, e abbiamo suonato “A Touch of Blessing” e “More Than Ever”, e sono andate decisamente bene. Generalmente non è facile per il pubblico apprezzare canzoni che sono totalmente inedite, più che fare headbanging le devi ascoltare (ride). In ogni caso ci aspettiamo che le nuove canzoni abbiano un buon impatto anche dal vivo.

Questo è il quinto disco. Nessun live all'orizzonte, o magari un DVD?
Sicuramente. Probabilmente a dicembre, anche se non abbiamo ancora deciso dove registrarlo. Magari potremmo venire lì in Italia a registrarlo!

Siete stati qui due volte, giusto?
Fammi pensare... sì, proprio due volte. E non vediamo l'ora di tornarci! Se avremo la possibilità di fare un buon tour nel vostro paese, verremo di certo. Anche se avremo senza dubbio bisogno di un gruppo più grande da accompagnare.

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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