Behemoth & Toxic Vision: l'unione fa la forza satanica

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Gruppo:Behemoth

A quasi due anni dalla sua pubblicazione, "The Satanist" è ancora etichettato come l'album più importante della carriera dei Behemoth. Il 2016 è un anno importante per la band polacca che, per l'occasione, ha deciso di presentare live quest'ultimo disco nella sua interezza per la gioia di tutti i suoi fan senza disdegnare alcune importanti novità: Nergal e soci, infatti, hanno pensato di "impreziosire" questa nuova tranche europea con una chicca del tutto inedita e particolare, portando on the road un'esibizione sinistra e oscura che vanta la partecipazione dell'artista Sharon Ehman, in arte Toxic Vision, per uno show che verrà ricordato negli anni a venire. Proprio in occasione dell'imminente data italiana, abbiamo avuto modo di scambiare due piacevolissime chiacchiere con il mastermind della band e con la stilista americana, che in questa esclusiva intervista per Metal Hammer Italia, ci svelano qualcosa di più di questa nuova collaborazione.

Ciao Adam, ciao Sharon, prima di tutto benvenuto! Come state?
Nergal: Va tutto bene, grazie. Oggi è una bella giornata, sto bene, è una buona giornata!
Sharon: Va tutto bene, grazie!
A breve, i Behemoth saranno anche in Italia per un unico live dove verrà presentata l'ultima fatica discografica della band, “The Satanist”, nella sua interezza... ma le sorprese non finiscono qui! Infatti sembra che la band abbia in serbo anche una concept exibition chiamata “The Congregation”. Vi andrebbe di raccontarci che cos’è?
Sharon: “The Congregation” è nato in seguito ad un invito che ho ricevuto dai Behemoth, avevo già avuto modo di fare una mostra in occasione dell’Inferno Festival che si è tenuto lo scorso anno. L’idea è nata dopo la realizzazione del loro video musicale, “Messe Noire”. C’erano un sacco di parti che si rifacevano alla mia mostra, i ragazzi della band hanno assistito e a tutti loro è piaciuto molto l’evento. Poco dopo Nergal mi ha domandato se fossi interessata ad intraprendere una nuova collaborazione con la band, ovvero andare con loro in tour ed esporre la mia arte ad un pubblico più vasto. Ho ovviamente colto l’opportunità ed eccoci qua oggi.
Nergal: L’idea di “The Congregation” è nata in maniera molto naturale. Io e Sharon siamo rimasti in contatto da anni, lei ha realizzato della attrezzatura stupenda per noi, il guardaroba e i costumi scenografici. Ha fatto un lavoro eccezionale, ha avuto modo anche di lavorare al video di “Messe Noire”. Diciamo che sia io che lei abbiamo condiviso un po’ di storia, sto parlando dei Behemoth e di Toxic Vision. Ho pensato di proporre tutto questo anche perché so che la gente ne parlerà per molto tempo, ne ho parlato con Sharon e lei ha amato questa idea. So che aveva già avuto modo di presentare questa mostra in occasione di un festival norvegese chiamato Inferno Festival, io ero là e quando ho visto il risultato, ne sono rimasto sorpreso e ho pensato di proporre l’intera questione ai Behemoth. So che nessuna band si è azzardata a fare una cosa del genere o meglio, nessuna band metal ha mai pensato ad una cosa simile, per cui siamo felici di poter presentare qualcosa di fresco e nuovo.
“The Satanist”, l’ultimo disco dei Behemoth, porta con sé un titolo molto semplice. Qual è il significato nascosto dietro a questa parola?
Nergal: È l’affermazione massima, è radical, è molto estrema. È la definizione di ciò che è realmente la band, avevo avuto modo di dirlo già altre volte. Personalmente, credo che Satana sia il più grande archetipo del mondo, per me rappresenta la liberà e l’autonomia ed è una figura usata per combattere l’oscurità della religione, dell’ipocrisia. Il satanista è colui che trova in Satana una virtù, rappresenta una metafora bella e molto forte della libertà, a parer mio…
Perché avete deciso di suonare l’intero album “The Satanist” live durante il prossimo tour? Pensi che il feeling cupo e sinistro del disco possa adattarsi all’aspetto visivo dello show?
Nergal: Sai, prima di tutto c’è da dire che io sono un fan di diverse band e vedo spesso queste band girare il mondo e presentare live determinati album: ad esempio, i Morbid Angel hanno eseguito “Covenant”, King Diamond ha suonato “Abigail”, per cui semplicemente ho avuto questa idea e mi sono detto: “Non voglio dover aspettare altri vent’anni”, poi ho realizzato che bisognerebbe che ci ritrovassimo per poter suonare “The Satanist”, in quanto l’album più importante per noi. Ma ho deciso che adesso sarebbe stato il momento giusto, è stato il disco maggiormente acclamato nelle recensioni e dalla stampa. Diciamo che abbiamo voluto lasciare un segno, fare un’affermazione e credo che portare “The Satanist” on the road suonato nella sua interezza e accompagnato da qualche extra, come gli aspetti visivi, sia stata un’idea “splendid”. Sarà uno show diverso, sarà una cosa molto eccitante, sia per noi che per il pubblico.

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Che cosa è sostanzialmente uno show targato Behemoth? Si tratta solo di musica o c’è molto altro da vedere?
Nergal: Avevo già risposto ad una domanda simile in precedenza. Quando si pensa ai Behemoth non si può dividere il tutto in parti, non puoi dividere la musica dalla sua visione… è un’esperienza, devi concentrarti su quello che vedi.
La gente che assisterà ai prossimi live della band avrà certamente modo di vedere questa mostra, ma sostanzialmente cosa dovrà aspettarsi da essa?
Sharon: Personalmente, vorrei che non avessero grandi aspettative. Dovrebbero solo aprire la mente e lasciarsi trasportare, prendere tutto ciò che questa esperienza ha da offrire.
Adam, potremmo considerare questo vostro ultimo album e il prossimo tour come una specie di rinascita personale e una sorta di ribellione contro qualcosa?
Nergal: Mmh, non so. Non vi è un vero aspetto in ciò che facciamo, è palese, sta lì. Quando andiamo in tour, lo facciamo per suonare per le persone affamate di musica.
Toxic Vision aggiungerà qualcosa di nuovo o diverso alla musica in termini di oscurità?
Nergal: No, non ci sono piani a riguardo. Mettiamola in questo modo: lo show sarà diverso, dovreste veramente partecipare per poter vivere questa esperienza.

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Mi è parso di leggere che questa mostra si terrà all'interno di una tenda. Perché avete optato proprio per una tenda piuttosto che un comune spazio espositivo?
Sharon: “The Congregation” non è una mostra qualsiasi che può essere esposta su una parete o in un normale spazio espositivo. Quello che volevo proporre grazie a questa idea è una sorta di viaggio all’interno di un altro universo cercando di dimenticare chi sei e dove ti trovi.
Sharon, visto che sarai parte di questo nuovo progetto della band, ti andrebbe di raccontarci brevemente chi è Toxic Vision per coloro che ancora non conoscessero il tuo lavoro?
Sharon: Toxic Vision è un’entità singolare, una semplice artista che realizza abbigliamento, vestiario e altra arte da condividere con la gente. Questo è più o meno quello che faccio.
Dando una rapida occhiata alle tue collezioni, posso confermare che sei una persona veramente talentuosa e assolutamente creativa. Da dove è nata questa tua grande passione?
Sharon: Grazie! Il progetto Toxic Vision è venuto alla luce quando ero ancora molto giovane, avevo solamente 17 anni. Fondamentalmente volevo realizzare qualcosa che potesse essere creativo e che non venisse a compromessi con altre persone. Volevo qualcosa che fosse esclusivamente mio, volevo costruire qualcosa dal nulla.
Come nasce un lavoro targato Toxic Vision? Da dove arriva fondamentalmente l'ispirazione per creare qualcosa di unico ed esclusivo, personale?
Sharon: Dipende. L’ispirazione può provenire da qualsiasi cosa, da qualsiasi parte… A volte può arrivare grazie all’incontro di alcune persone, altre volte da posti che ho visitato o canzoni che ho ascoltato, da sogni, può scaturire persino dopo una camminata o dopo aver visto qualcosa che, a parer mio, può essere creativo. Credo che l’ispirazione sia incredibilmente fluente, non sai mai quel che può succedere. Bisogna sempre tenere gli occhi ben aperti!

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Come sei entrata in contatto con artisti che, nel corso degli anni, hanno voluto collaborare con te per i loro abiti di scena, videoclip e molto altro?
Sharon: Dipende. Ci sono stati diversi scenari per svariati clienti e diverse richieste. Prendiamo ad esempio i Behemoth: chiesi a loro se avessero bisogno di nuovi costumi e cose così e chiesi di darmi un feedback, di farmi sapere qualcosa. Poco dopo all’epoca ne nacque una collaborazione. Altre volte mi è capitato di incontrare gente a dei festival o le persone cercavano di entrare in contatto con me grazie ad amici comuni. Sì, dipende dal contesto.
Nel corso degli anni hai avuto modo di lavorare con artisti eccezionali, come Watain, Turisas, Dimmu Borgir e, appunto, i Behemoth. C'é un’artista o una band che ti ha colpito in maniera particolare?
Sharon: I Behemoth, avendo intrecciato parecchie collaborazioni con loro. Insieme creiamo una bella squadra, è una band che tenta sempre di andare avanti, fare progressi e lo apprezzo moltissimo! Ovviamente ci sono motlissime band che apprezzo e rispetto, come ad esempio i Watain. C’è anche da dire che alcune collaborazioni sono state decisamente meglio di altre, alcune hanno portato anche ad una vera e propria amicizia.
Che cosa ti ha colpita maggiormente del combo polacco?
Sharon: I Behemoth sono una band altamente artistica sotto ogni punto di vista, li apprezzo veramente molto per questo, li apprezzo come persone. Ho sempre avuto una connessione molto forte nei confronti del loro lavoro, la collaborazione ha portato a un qualcosa di molto bello che si adatta perfettamente. Ho davvero un grande rispetto per i Behemoth.
Cosa ti ha spinto a proporre alla band questa mostra e a portarla on the road?
Sharon: Diciamo che la cosa non ci rendeva abbastanza soldi, mettiamola così. È più che altro un’opportunità per aprire nuove porte e per ispirare le persone. Non credo che nessun altro artista faccia questo genere di cose. Si tratta comunque di una cosa abbastanza impegnativa!
Quale tipo di consiglio ti sentiresti di dare ad una persona autodidatta come te che vorrebbe cimentarsi in questo genere di mestiere?
Sharon: Direi semplicemente di fare qualcosa che venga da dentro cercando di non emulare o copiare cose già proposte e fatte da altri, ma soprattutto preparatevi a lavorare sodo!
Adam, cosa riserverà il futuro sia alla band, che alla vostra musica? Avete già programmato qualche cosa?
Nergal: Mmh. Credo che il tempo ora sia giusto per le band estreme e per il panorama metal, c’è veramente molta roba buona la fuori e mi fa piacere vedere che i fan partecipino ai concerti, acquistino articoli al merchandise e diano il loro sostegno alle loro band preferite. Il 2016 è già stato tutto programmato, sappiamo esattamente dove suoneremo e cosa faremo, è fantastico. C’è una cosa che non posso dire, confermare adesso e spero ci sia la possibilità di ritrovarsi entro la fine dell’anno per discuterne, è cercare di inventarsi qualche nuova idea, qualcosa per la realizzazione di un follow up di “The Satanist”, un nuovo album… Sarebbe fantastico! Stiamo prendendo in considerazione anche altri progetti artistici, di cui potrei far parte. Sarò “intrappolato” in alcune nuove cose e il prossimo anno sarà sicuramente molto entusiasmante, poi per il resto si vedrà…
Intervista a cura di Arianna G.

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