Insomnium, il definitivo coronamento del nuovo metal finlandese

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Gruppo:Insomnium

Cimentarsi in un concept album spesso richiede uno studio e una cura quasi maniacale di qualsiasi dettaglio, dalla storia alla struttura delle singole parti. C’è chi in passato ha fallito e chi, invece, è riuscito a tirar fuori dal magico cilindro un capolavoro che si compone di un’unica suite della durata di 40 minuti di pura magia e epicità. È questo il caso degli Insomnium che, alla soglia del settimo album in studio, ci presentano il loro progetto più solido ed ambizioso di sempre. Complice quel capolavoro di “Crimson” degli Edge Of Sanity, il combo finlandese ci offre il loro miglior lavoro di sempre. Per scoprire qualcosa in più in merito a questo nuovo disco, la cui uscita sarà accompagnata da un ricco packaging che includerà anche un manoscritto di Niilo Sevanen, abbiamo scambiato due piacevoli chiacchiere con il frontman dell’ensemble di Joenssu per presentarvi in esclusiva ciò che questa nuova release rappresenta per la band, nient’altro che il coronamento definitivo di una band che ha ancora molto da dire.

Ciao Niilo e benvenuto su Metal.it. Che piacere risentirti dopo così tanto tempo. Come stai?
Grazie mille.
Ok rompiamo subito il ghiaccio e parliamo della nuova fatica discografica degli Insomnium, “Winter’s Gate”. Partiamo subito con una domanda bruciapelo: da dove nasce l’idea di fare un concept album?
Beh, l’idea è nata mentre stavamo registrando e provando alcune canzoni del nostro lavoro precedente, “Shadow Of The Dying Sun” e abbiamo pensato che sarebbe stato figo comporre questa lunga canzone, questa lunga suite. A quel punto siamo stati influenzati da “Crimson” degli Edge Of Sanity, poiché era l’album che abbiamo ascoltato quando ci è venuta in mente l’idea. Subito dopo aver pubblicato il nostro ultimo album, abbiamo fatto mente locale e ci siamo ricordati di aver avuto questa idea, pensavamo che fosse una cosa interessante da fare; allo stesso tempo ho pensato a cosa avrei potuto fare con questo racconto breve che avevo scritto circa nel 2007, una storia che aveva già quasi otto anni alle spalle. Ad un certo punto mi sono domandato se fosse il caso di tradurre questo racconto, possibilmente in inglese, per dare la possibilità ai fan degli Insomnium di poterlo leggere. Ad un certo punto, le due cose sono come collassate e mi sono chiesto se fosse stato il caso di comporre una lunga traccia per raccontare questa storia epica; di conseguenza, ci siamo trovati questa storia in attesa di essere riutilizzata, ho sottoposto la questione agli altri ragazzi, a loro è piaciuta molto l’idea, così come è stata apprezzata dalla nostra etichetta, la Century Media, così ci siamo messi al lavoro. È così che sono andate le cose.
Perché la scelta di abbinare all’album anche un libro, basato su una short story che hai scritto tu stesso parecchi anni fa?
Penso che l’idea di avere un libro associato fosse in cantiere da un po’ di tempo. Avevamo già la storia pronta, per cui vi è a disposizione sia il CD che il libro, il che rende tutto molto speciale, qualcosa di unico! L’idea iniziale era di tradurre la storia solo in inglese, ma l’idea è così tanto piaciuta alla Century Media che abbiamo pensato di renderla disponibile anche in finlandese e in tedesco, così abbiamo pensato di avere tre traduzioni per un unico libro. È questa la ragione per la quale ci sono tre versioni dello stesso manoscritto.

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La realizzazione di un concept album solitamente richiede un certo impegno e studio e spesso risulta essere un progetto molto ambizioso. Quale è stata la parte più difficile della creazione del disco e della stesura di un’unica suite?
A dirti la verità – ed è buffo dirlo – non è stato poi così tanto difficile. Credo che per noi sia stata una fortuna, poiché tutti quanti avevamo in mente un’idea ben impostata del tipo di musica che avremmo abbinato alla storia. Quando abbiamo iniziato ad abbozzare la prima stesura, eravamo già sulla stessa lunghezza d’onda, per cui quando abbiamo iniziato ad unire i pezzi, il processo è andato molto liscio e molto facile. È stato piuttosto veloce trovare la giusta struttura del brano, è andato tutto in maniera piuttosto liscia e senza complicazioni. Non so nemmeno dire quale e se vi sia stata una parte difficile, forse è stato cercare di tirar fuori un testo dalla storia stessa. Ho dovuto prendere delle decisioni a riguardo, ad esempio la storia originale è stata scritta da tre diverse prospettive, per cui vi sono tre narratori, ma mi sono reso conto che non avrebbe funzionato in un contesto simile, per un brano di questa portata, quindi ho dovuto effettuare dei cambiamenti qua e là. Di conseguenza il testo è stato scritto secondo un solo punto di vista. Si potrebbe dire che in totale vi sono quattro diverse prospettive in questa storia, ovvero abbiamo i tre punti di vista del racconto in sé, del libro, mentre sia il testo che la musica compongono la quarta prospettiva. Forse è stata proprio questa la parte più tosta.
Il disco si compone principalmente di una lunga suite di 40 minuti che, per l’appunto, narra la storia. Perché avete optato per questa scelta anziché dividere il disco in più tracce o capitoli?
L’idea originale era quella di fare una canzone piuttosto lunga, volevamo metterci alla prova e fare qualcosa di diverso. Abbiamo pensato a come poter realizzare questa cosa, sin dall’inizio volevamo fare questa lunga traccia e non volevamo dividerla in parti più piccole. Volevamo fare qualcosa di diverso, che si distaccasse dalle classiche tradizionali hit da radio, roba mainstream o un brano che funzionasse per un solo video. Noi siamo quel tipo di persone che vogliono che le loro canzoni siano una sorta di album, quindi possiamo dire che questa è una specie di “statement” nella forma più pura del disco. Bisogna ascoltare tutto nell’insieme, è un unico pezzo d’arte non un qualcosa che puoi skippare, saltare per arrivare alla parte che ti piace di più. È un unico brano e bisogna ascoltarlo nella sua interezza. È una sorta di filosofia, è quello che sta dietro a questa lunghissima traccia.
Nonostante il disco sia puro melodic death metal, durante l’ascolto ho percepito delle venature più doom, addirittura black, percepibili molto nei riff, forse addirittura si riscontrano melodie vagamente progressive, ma forse mi sbaglio. È un disco molto nuovo, diverso, molto atmosferico, è un Sali e scendi continuo poiché dona la giusta drammaticità della storia. È stata una scelta voluta o intenzionale, visto che prima d’ora non avevate mai combinato il black e il doom insieme?
Tutto quanto si è svolto in maniera molto naturale, la musica è arrivata da se. Prima ancora di iniziare il processo compositivo, non ci siamo messi a discutere su come la musica sarebbe dovuta essere, non ci siamo detti: “Okay ragazzi, facciamo più black metal o improntiamo sul doom”. Non è andata così. Abbiamo iniziato a comporre la musica, credo che tutti quanti noi siamo stati influenzati dalla storia e abbiamo pensato che la musica si sarebbe comunque adattata al racconto, quindi tutto quanto è diventato più cupo, più freddo. Penso che la musica si adatti alla storia e credo che avessimo già in mente la storia nella nostra testa quando abbiamo iniziato ad abbozzare le prime idee. Ci sono alcune parti doom, c’è maggior black metal rispetto a prima, è pure sempre musica degli Insomnium, questo è sicuro! Se siamo alle prese con una traccia lunga 40 minuti circa abbiamo bisogno di varietà ed è per questo che ci sono così tanti elementi e così tanta diversità. Come dicevi tu, è una sorta di viaggio sulle montagne russe, una specie di viaggio che prosegue e che fa tappa in diversi posti e, non appena giri l’angolo, avvengono altre cose. Questo è circa il modo in cui ci siamo approcciati.

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Se posso, vorrei dire che quest’album a parer mio è davvero epico. Io stessa, ascoltandolo, ho avuto la pelle d’oca per tutto il tempo, per cui i miei più sinceri complimenti.
È fantastico! Sono sicuro che l’album “opens up” proprio quando ti cimenti in più di un ascolto e sono certo che le persone, quando lo ascolteranno, avranno difficoltà nel capirlo la prima volta, ma sono convinto che si necessiti di un paio di ascolti. Ovviamente 40 minuti è un tempo molto lungo,
Winter’s Gate è una sorta di viaggio e l’ascoltatore si trova davvero assorbito in esso. Io perlomeno ho avuto questa sensazione. L’unica pecca del disco, a parer mio, è che vola troppo velocemente. 40 minuti volano davvero e credo, anzi ne sono sicura, che i fan che avranno modo di comprare il disco negli stores e lo ascolteranno diranno “Oh, ma come? È solo un brano e non i soliti 10-11 che troveresti in un album”, però seppur sia una lunga suite, ha tanti cambi, è musica e la stessa storia, lo stesso mood si riflette nell’artwork.
Esattamente, lo penso anche io!
Forse sbaglio a dire ciò ma ascoltando il disco mi sono venuti in mente dei richiami agli Edge Of Sanity, vuoi un po’ perché il disco, seppur realizzato nel 2016, suona come un disco prodotto negli anni 90, vuoi forse perché si sente il tocco magico di Dan Swano, ormai inconfondibile. Lo stesso Swano ha detto che questo vostro opus gli ha ricordato in parte i dischi da lui prodotti tra il 1993 3 il 1997. Cosa puoi dirmi del lavoro svolto con questo mago della produzione?
Prima di tutto vorrei dire che sì, c’è questa atmosfera molto anni ’90 nel disco ed è stata una cosa involontaria. Le cose che abbiamo realizzato effettivamente richiamano alcune di quelle band, come gli Opeth, Emperor, Edge Of Sanity e gruppi affini, ma nel complesso volevamo avere questo tipo di atmosfera che potesse riportarci a quei tempi e Dan Swano era la persona giusta, colui che poteva fare tutto questo. È stato il primo candidato a cui abbiamo pensato, poiché lui stesso ha prodotto “Crimson” degli Edge Of sanity. Markus Vanhala, il nostro chitarrista, aveva già lavorato con lui a causa degli Omnium Gatherum, quindi già lo conosceva, sapeva cosa era in grado di fare, è un tipo molto professionale. Personalmente per me è stato un sogno che si avverava, in quanto quando avevo 17 anni ascoltavo gli Edge Of Sanity e, ovviamente, all’epoca non avrei potuto immaginare che questo personaggio avrebbe potuto prendere parte ai miei dischi, i lavori prodotti dalla mia band. È stato bello! È un ragazzo molto simpatico ed è stato grandioso lavorare con lui. Ha fatto un lavoro eccezionale. Non è stato un disco facile da missare, perchè lui stesso ha esordito dicendo: “Oh ragazzi, mi avete inviato mille tracce, cosa dovrei fare con tutta questa roba?”, ma alla fine dei conti ha svolto un lavoro impeccabile! È stato in grado di trovare un buon equilibrio tra tutte le parti e ha fatto davvero un buon lavoro!

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Il disco uscirà a breve, deduco che verrà presentato in sede live nei vostri prossimi show. Come verrà stabilita la scaletta? Escluderete i vostri evergreen o cercherete di ben bilanciare le due cose?
Sono piuttosto sicuro che la scaletta inizierà con “Winter’s Gate”, per cui questa sarà la prima canzone con la quale inizieremo il nostro show. Passati circa quaranta minuti, se avremo un set “da headliner”, il che comprenderà almeno altri restanti 40 minuti, cercheremo di fare una sorta di collezione di altri pezzi storici. Dovremo trovare il giusto equilibrio, non dovremo nemmeno preoccuparci di tagliar fuori altri classici poiché abbiamo già suonato quei brani fin troppo! Sarebbe il caso di togliere dalla scaletta alcuni pezzi per un certo periodo, vedremo se ci sarà modo di infilare qualche canzone che non abbiamo suonato da troppo tempo, per cui sarà ancora più interessante! Darà la possibilità ai fan degli Insomnium di non dover ascoltare le stesse cose ogni volta che vengono a vederci dal vivo. Ovviamente sarà altrettanto interessante per noi suonare quei pezzi che non suoniamo da un po’. Sarà un mix di canzoni vecchie e tracce inedite, garantito!
Pochi giorni fa avete calcato il palco del Metalitalia.com Festival. Come è andata? Quale tipo di reazione avete avuto dai fan? so che alla fine il duetto con Mikael Stanne in “Weather The Storm” è arrivato, dopo tante attese e speranze.
L’intero festival gestito da Metalitalia è stato un bel evento! Penso di aver fatto un buono show in Italia, sebbene il soundcheck sia stato piuttosto veloce, dato che l’aereo sul quale viaggiava Ville era in ritardo e lui stesso ha potuto raggiungerci venti minuti prima che il concerto iniziasse! Era piuttosto di fretta, eheh, ma nonostante l’intoppo lo show è andato molto bene, Mikael è arrivato e ha partecipato in “Weather The Storm” e noi stessi abbiamo fatto una capatina durante il brano finale del set dei Dark Tranquillity, dove ci siamo cimentati nelle backing vocals. È stata una serata divertente, ci piace sempre suonare nel vostro paese, così come ci piace suonare con i Dark Tranquillity. È stato un bell’evento, si!
Parlando di tour, a gennaio intraprenderete un nuovo tour in Europa. L’italia è stata esclusa, vista la recente partecipazione al Metalitalia.com Festival. Ci sarà però occasione di vedervi per una o più date nel nostro paese?
Lo spero! Il piano è quello di suonare più date possibili l’anno prossimo. Il tour che inizierà a gennaio durerà solo tre settimane ed è per questo motivo che non possiamo suonare ad ogni angolo d’Europa. Al momento ci siamo concentrati sull’Europa centrale, ma spero possa esserci la possibilità di avere più date per l’anno prossimo. Tornare in Italia rientra nei nostri piani, così come tornare in Portogallo o Grecia, in posti dove abbiamo suonato spesso. Sono sicuro che ci sarà molto in serbo per gli Insomnium l’anno prossimo, cercheremo di suonare ovunque, se tutto andrà bene andremo anche in Asia e in Nord America. Vedremo cosa succederà ma certamente, senza alcun dubbio è sempre nella nostra lista, nel nostro elenco dei luoghi in cui vorremmo sempre andare.

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Gli Insomnium hanno tratto insegnamento dalla scena melodic death metal scandinava degli anni 90 e, di anno in anno e disco dopo disco, hanno saputo creare qualcosa di unico e particolare. Come dicevo all’inizio della nostra chiacchierata, “Winter’s Gate” è il vostro primo concept album, è stato un progetto molto rischioso ed altamente ambizioso e, personalemnte, sono lieta di aver visto le attese ripagate per l’ennesima volta, in quanto non mi avete mai delusa. Potremmo dire che questo nuovo album è stato un’altra nuova conquista per la band?
Lo spero, personalmente credo di condividere questo sentimento. Certamente è un’altra conquista per la band, tutto ciò che abbiamo fatto ci ha condotti a questo punto della nostra carriera dove ogni cosa è così speciale. Ci ha permetto di dimostrare di cosa siamo capaci, cosa siamo in grado di fare, ma allo stesso tempo sono certo di poter fare cose addirittura più grandi in futuro. Tutto ciò ci dà una grossa consapevolezza, se stiamo stati in grado di fare questo possiamo fare anche altro, tutto è possibile. Vediamo che cosa ci inventeremo più avanti, sono certo che sperimenteremo cose nuove anche in futuro, poiché siamo una di quelle band a cui non piace fare le stesse cose all’infinito. Ogni volta cerchiamo di fare qualcosa di diverso. Sono molto entusiasta e contento di questo nuovo album, è certamente una nuova conquista e il risultato è esattamente quello che avevamo pensato. Il processo svoltosi in studio è andato molto bene e per quel che mi riguarda, questo è un sogno che si avverato, avere il mio libro pubblicato, la storia che ho pubblicato così tanti anni fa, il tutto accompagnato da illustrazioni molto carine, tradotto in diverse lingue. Sono molto contento!
Sicuramente è troppo prematuro parlarne ma pensi che nei progetti futuri possa essere incluso un secondo concept album o, perché no, qualche live con l’orchestra come hanno fatto ad esempio i Satyricon? Mi è venuto in mente questo proprio perché vedo Winter’s Gate come una lunga colonna sonora, molto epica, molto bombastica e live renderebbe tantissimo!
Sì, è possibile e non posso rivelare niente ora, purtroppo, ma potremmo avere degli show speciali per “Winter’s Gate” l’anno prossimo. Vedremo, ci sono alcuni piani! Ovviamente tutte le tastiere, così come la musica, sono epiche e credo che potrebbe funzionare molto bene con un’orchestra dal vivo. È certo che il progetto necessiterebbe di un posto molto speciale, in quanto parliamo di una grossa produzione, scenografia… Vedremo! Ho già avuto modo di parlarne, per cui vediamo come andrà!
Sai, non sapevo di leggere nella mente dei miei intervistati. Dovrò aggiungere anche questo al mio curriculum vitae! Ehehehe.
Esattamente. Ora sappiamo che anche tu leggi nel pensiero! Vedremo se tutto questo avrà modo di verificarsi. Se dovesse accadere, cercheremo di fare dei filmati o una vera registrazione, poiché si tratterebbe di qualcosa di veramente speciale. Sarebbe interessante registrare tutto e pubblicare un’edizione speciale live. Vedremo. Se una cosa del genere dovesse accadere, sarebbe molto figo!
Ok, Niilo. Io nel frattempo terrò le dita incrociate! Ti vorrei ringraziare per questo spazio e, come tradizione, ti lascio condividere le parole finali.
Cosa potrei dire ora? Abbiamo sempre voglia di tornare in Italia, dato che è uno dei miei paesi preferiti, è il posto che ho visitato maggiormente anche quando ero in vacanza. L’Italia ha un posto molto speciale nel cuore degli Insomnium e non vediamo l’ora di tornare tutte le volte. Se tutto andrà bene, ci vedremo nel 2017!
Intervista a cura di Arianna G.

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