Unreal Terror: alive n’ kickin’!

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Periodo di grande ritorno di “visibilità” per gli Unreal Terror, veterani del metallo tricolore pronti a “sfidare” l’agguerrita concorrenza contemporanea forti di un ritrovato fervore artistico e di una rinnovata brama espressiva.
Il rientro sui palchi, la pubblicazione di una biografia (“Unreal Terror... Rules the Night”, firmata da Klaus Petrovic per Crac Edizioni) e l’uscita di un disco nuovo di zecca, (a più di trent’anni dal precedente “Hard Incursion”), riportano la valorosa formazione pescarese agli “onori della cronaca”, scatenando inevitabili moti di soddisfazione in chi ha vissuto in prima persona la nascita e la breve “ascesa” della band e aveva accolto con rammarico la sua sparizione dai “radar” della scena musicale.
Sarebbe ingeneroso, però, ridurre il tutto a una questione esclusivamente “nostalgica” ... “The New Chapter” è un lavoro fatalmente intriso di “tradizione” ed esperienza, ma non per questo privo di quella vitalità adatta a forme di apprezzamento transgenerazionale.
Metal.it non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di ospitare sulle sue pagine il gruppo al gran completo (ovvero i membri storici Luciano Palermi, Enio Nicolini e Silvio "Spaccalegna" Canzano, affiancati dai nuovi innesti Iader D. Nicolini e Paolo “Arcanacodaxe” Ponzi) per una piacevole chiacchierata ...

Ciao ragazzi, grazie per la disponibilità, benvenuti sulle pagine “virtuali” di Metal.it e soprattutto BENTORNATI nella scena discografica con un albo che personalmente ritengo assai riuscito e potente … direi di cominciare proprio da qui … cosa ci potete raccontare dei contenuti di "The New Chapter"?
Luciano: “The New Chapter” ha il non facile compito di colmare un intervallo durato tre decadi. È un lavoro che ha le sue radici nel passato storico della band, ma che ha l'occhio puntato sull'evoluzione odierna del metal. Anche il nostro gusto come musicisti è cambiato nel corso di questi anni e vogliamo che il nostro nuovo lavoro rispecchi questa evoluzione. I temi spaziano dalle considerazioni personali, esperienze di vita, ma anche storie di fantasia. Non è un concept album, ma il tempo è il filo conduttore che serpeggia per buona parte del lavoro. C'è il tempo di maturare una vendetta, come in “All This Time”. Il tempo di tirare le somme della propria vita, come in “Trickles Of Time”. Un tempo che si rivolge al passato e che affonda nella leggenda, come quella di Teseo e del filo di Arianna, come in “The Thread”, oppure un tempo passato più recente, dove storia e leggenda s’intrecciano, come in “Western Skies”, un brano ispirato alla figura del pistolero Wild Bill Hickock.

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Se siete d’accordo, facciamo il punto anche sulla formazione attuale degli Unreal Terror, che affianca “vecchie conoscenze” a un paio di “facce nuove” … presentatevi ai nostri lettori …
Iader D.: sono negli Unreal Terror fin dall'inizio della "reunion" iniziata nel dicembre 2011. Ho vissuto tutta la genesi di questa nuova avventura, da quando con mio padre Enio andavo nella sala prove, e avevo solo sedici anni, fino a compiere un percorso che dopo sei anni ci ha portato in diversi live, alla pubblicazione della biografia e del nuovo disco "The new chapter". Nella band ho il ruolo di chitarra ritmica e solista che divido con Paolo (Arkanacodaxe). Gli Unreal Terror sono la mia prima vera esperienza. Importante e ne sono orgoglioso. La mia preparazione musicale viene da studi fatti in una scuola privata che comunque mi ha dato un’ottima base per potermi preparare a iscrivermi al quarto anno di chitarra moderna al Conservatorio della mia Città, Pescara.

Arkanacodaxe: sono negli Unreal Terror dal 2014 e il mio ruolo è quello di chitarra ritmica e solista. La mia storia parte dagli 80-90 con diverse esperienze ma la mia vera espressione avviene con la mia band gli Arkana Code, attualmente in attività, con cui porto avanti un discorso musicale più estremo rispetto agli Unreal Terror. La mia presenza crea sinergia tra le sonorità più “pop” - a cui sono anche molto legato - degli U.T., a quelle più estreme che abitualmente uso con la mia band. Comunque essere qui e condividere tutto questo con gli altri ragazzi mi fa molto piacere.
Dagli esordi a oggi com’è cambiato, se lo è, il vostro modus operandi compositivo? Come e dove sono nati i brani del nuovo disco?
Luciano: ho scritto buona parte del materiale del nuovo disco, armonie, testi e melodie, coadiuvato dall'ispirazione dei due chitarristi Iader e Paolo, che hanno integrato le composizioni con i loro riff. Ho cercato di scrivere brani avendo in mente la possibilità creativa aggiuntiva di lavorare con due chitarre invece che con una sola come in passato, il che ha arricchito notevolmente le tessiture armoniche su cui ho potuto lavorare. Ho continuato a raccogliere e registrare idee melodiche, mettendo assieme i mattoni su cui poi ho edificato tutto il songwriting.

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Leggo che considerate "The New Chapter" come una sorta di “ponte” tra il passato e il futuro degli Unreal Terror … definizione quanto mai azzeccata … quali sono i pezzi del disco che considerate più rappresentativi di tale approccio?
Luciano: tutti. E la risposta non vuole essere banale. Tutti questi brani nascono in questi ultimi anni e quindi ognuno a modo suo riflette quello che siamo diventati. Siamo una band di metal classico, con influenze progressive e un orecchio teso verso tutto quello che di buono è avvenuto nel mondo del metal negli ultimi decenni. Credo che ognuno di questi brani suggerisca un’atmosfera diversa. Ho dedicato particolare attenzione al suono delle parole, oltre che al significato. Un approccio, mi si passi il termine, più poetico che in precedenza.
Inevitabile chiedervi cosa v’indusse, dopo la pubblicazione di “Hard Incursion” (e i contatti infruttuosi con la MetalMaster …), a interrompere l’attività artistica come Unreal Terror e qual è stata la “molla” che vi ha portato a ritornare a distanza di così tanti anni, prima sui palchi e poi in uno studio di registrazione …
Enio: tutti gli avvenimenti di quell'epoca sono riportati nella nostra biografia … eravamo senza contratto e soprattutto la partenza di Giuseppe Continenza per Los Angeles e quella di Luciano subito dopo, hanno determinato lo stop all'avventura Unreal Terror. Nel dicembre del 2011 in occasione di un rientro da L.A. di Luciano organizzammo un concerto / festa per la reunion, dove c'era mio figlio Iader alla chitarra insieme con un vecchio fan Antonio Passalacqua alla chitarra ritmica. Questo concerto ebbe un effetto magico e riaccese la voglia di raccontare una nuova storia e così è stato. A distanza di anni abbiamo una biografia della band e soprattutto un nuovo disco.

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Da vecchio fan del gruppo non posso non abbandonarmi a un pizzico di “nostalgia”, iniziando con una piccola “futile” curiosità (in realtà pure un segno delle difficoltà del metal italiano negli anni ottanta …) ... come ha contribuito il “Sisley shop di Pescara” alla realizzazione di “Hard Incursion” :) (vedere il marchio in bella vista sulla facciata posteriore del vinile ... nda)?
Silvio "Spaccalegna": tutto molto semplice ... conobbi il patron la Sisley per motivi di lavoro e successivamente diventò un fan della band, contribuendo alla nostra attività con le sue sponsorizzazioni.
Cosa ricordate dei vostri “eighties”? Descriveteci un momento bello e uno brutto della “storia” degli Unreal Terror ...
Enio: gli anni 80 sono stati un periodo bellissimo della nostra attività artistica. Un momento bello fu quando firmammo con la Ebony Rec. per la partecipazione alla compilation europea "Rock Meets Metal vol.2" ci ha dato una grande visibilità. Un momento molto brutto fu quando dalla Speed Rec. che aveva appena pubblicato "Hard Incursion”, ci arrivò la notizia dell'allagamento del magazzino e tra i tanti dischi distrutti c'era anche il nostro … una vera castrazione al neonato “Hard Incursion” in piena promozione, che poté essere vivo solo nelle copie che erano già state distribuite.
Non pensate di essere, in qualche modo, in credito con il “destino”? Ritenete che essere italiani vi abbia penalizzato e che le cose sarebbero andate diversamente se foste stati americani, inglesi, tedeschi o scandinavi? Avete, ampliando i termini della faccenda, qualche rimpianto?
Luciano: non lo so. Sarebbe troppo facile nascondersi dietro la scusa della provenienza. Ho vissuto in America per metà della mia vita e devo dire che neanche lì le cose sono facili, specie quando al mio arrivo era in atto il meccanismo perverso del Pay To Play. Suonava chi aveva più’ soldi in tasca. A L.A. ho sentito delle band straordinarie non avere in mano neppure uno straccio di contratto. Se fossimo nati altrove, saremmo stati semplicemente un'altra band. La musica che abbiamo scritto finora potrebbe essere il risultato di tutto ciò che c'è di buono e di cattivo nell'essere italiani. In molte band italiane trovo un’attenzione alla melodia che all'estero spesso non si trova. In fondo abbiamo dato vita al Belcanto. Forse il vero problema è che in Italia stenta a nascere una solida cultura metal come esiste in altri paesi d’Europa. Ma alla fine dei conti, il successo dipende da tante variabili difficilmente controllabili.

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Dopo la ristampa di “Hard Incursion”, con la pubblicazione di "The New Chapter", il legame con la Jolly Roger Records sembra ormai consolidato. Dopo “alcune” difficoltà in passato da questo punto di vista, sentite che si tratta della label “giusta” per una band come la vostra?
Enio: con Antonio Keller ci siamo sempre trovati in sintonia nella gestione dei lavori. Per questo nuovo "The New Chapter", la Jolly Roger Records ha adottato un sistema di lavoro che pesca nel passato ma anche nelle nuove forme di promozione e vendita, come digitale e web. Questo sistema lo trovo giusto e al momento consono ai bisogni della band.
Indispensabile domanda sulla questione live ... quali sono i prossimi appuntamenti per apprezzare le doti degli Unreal Terror “dal vivo”?
Enio: ovviamente i live sono vitali per una band e soprattutto per noi che siamo "animali da palco". Abbiamo approntato un mini tour che partirà a dicembre con tre date Roma, Firenze Bologna. Purtroppo non siamo in grado di legare l’attività live con un’agenzia per ovvi motivi logistici (con Luciano che ormai da venticinque anni vive e lavora a Los Angeles), quindi le date le dobbiamo organizzare in autonomia.
Anche se mi sembrano un po’ lontani dalla vs. “sensibilità”, sono curioso di conoscere il vs. parere in merito ai cosiddetti “talent” shows tipo “X-Factor”, che sembrano essere diventati il mezzo più veloce (se non l’unico!) per emergere dall’underground …
Luciano: non li seguo. Non per snobismo. Non mi danno emozioni, anche se a volte sento voci straordinarie. Credo che questi talent tendano a premiare dei timbri vocali che hanno grande commerciabilità. Non che sia un difetto, ma io tendo a preferire il sudore e le cantine, le sale prove, dove da dietro ogni porta senti ruggire le chitarre e le batterie che tuonano. Mi piace il talento che nasce sugli assi di un palco più che negli studioli dell'insegnante di canto. La tecnica va benissimo, anzi è fondamentale, anch’io sono stato presissimo in gioventù all'aspetto tecnico della voce. Adesso cerco di lasciare in secondo piano la tecnica e favorire l’anima.

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Suggeriteci tre band da “riscoprire” e almeno un paio di nomi nuovi che vi hanno impressionato …
Luciano: Red Sun Rising, Chaos Divine, Breaking Benjamin e una band losangelina purtroppo defunta, gli U.P.O.
Siamo alla fine … grazie di tutto, ancora complimenti e lascio a voi il “microfono” per la classica conclusione a “schema libero”!
Luciano: quello che ripetiamo da anni, ormai anche con un filo di voce: non disertate i festival di metallo italiano. Ci sono band che hanno talento da vendere. E poi comprate i CD, non scaricateli solamente … ;)
Intervista a cura di Marco Aimasso

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