Distruzione: sempre più forti e fuori dalle mode

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Conosco musicalmente i DISTRUZIONE da più di venti anni, al tempo del mio ingresso nella redazione di Metal Shock nel 1996, quando la band di Parma pubblicava il suo primo cd full length "Endogena", un'autentica gemma di death metal furente e negativo, con la particolarità del cantato in italiano. Dopo tanti anni di pausa dovuti allo scioglimento della band intercorso tra il 2007 ed il 2015, è giunto il momento di accoglierli nuovamente tra noi, anche alla luce del buonissimo EP "Inumana".

Salve ragazzi e benvenuti sulle nostre pagine! Prima di volgere la nostra attenzione al nuovo “Inumana” diamo uno sguardo indietro al vostro lavoro omonimo del 2015. Come lo giudicate a distanza di qualche tempo? Essendo stato il vostro ritorno dopo diverso tempo avete sentito un “peso” particolare nel comporlo?
Ciao e grazie per lo sazio su queste pagine! Sì, tornare a comporre dopo 8 anni di inattività, cercando di mantenere continuità con i lavori precedenti e allo stesso tempo guardare avanti senza sedersi semplicemente sul passato, è stata senza dubbio la sfida più difficile di tutta la nostra carriera. In particolare quando si tratta di un quinto album. Aspetti come energia, istinto e rabbia si sprigionano direttamente e con naturalezza nei primi tre album, ma nel tempo è molto difficile mantenere queste caratteristiche su determinati binari in modo scorrevole e onesto. È facile scadere nello scontato o peggio ancora nel ripetitivo. Così abbiamo analizzato attentamente ciò che era stato fatto nei lavori precedenti allo scioglimento e abbiamo iniziato a indagare e a lavorare su aspetti che ancora non avevamo preso in considerazione o sviluppato con la dovuta completezza.. A distanza di 3 anni continuiamo a valutare “Distruzione” come uno dei lavori tra i migliori da noi realizzati.
Già che ci siamo, cinque anni tra Pianeta Dissolvenza e Malicidium, e poi addirittura dieci tra quest’ultimo e Distruzione. A cosa sono state dovute queste interruzioni?
Sono il frutto della nostra lentezza e attenzione compositiva sommate a lunghi tempi di produzione da parte delle etichette discografiche. Va detto che tra Malicidium e Distruzione ci sono in mezzo 7 anni di scioglimento della band!

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Adesso affrontiamo il presente: Inumana esce come Ep, con due nuovi brani (di cui parleremo) e 3 tracce live dal Metalitalia, a cosa è dovuta questa scelta?
Appena dopo il live del Metalitalia, dove abbiamo condiviso il palco con gli amici Electrocution, si era pensato, di comune accordo, di lavorare ad uno split Distruzione-Electrocution. Di conseguenza ci siamo messi subito al lavoro per la composizione e la registrazione dei due brani che avrebbero rappresentato la nostra side.
In un secondo momento, però, Michele e i ragazzi hanno deciso di abbandonare il progetto per concentrarsi al meglio nella produzione del loro nuovo full. Questo ci ha costretto a trovare in tempi brevi una soluzione alternativa. Così abbiamo puntato su un’uscita completamente a nome Distruzione e, vista la buona qualità delle tracce audio che avevamo conservato dall’esperienza del Metalitalia, abbiamo deciso di inserire tre brani del live di Trezzo.
Leggiamo sul booklet, peraltro molto d’effetto, che la registrazione è stata effettuata a Giugno 2017. C’è un motivo particolare per una pubblicazione dopo così tanti mesi?
Anche qui un insieme di fattori: il recupero e il lavoro di produzione non previsto sulle tracce live, i tempi lunghi di stampa dei vinili, realizzazione e uscita del nuovo videoclip e il voler far coincidere l’uscita con il release party del Bus 666 Fest.
Abbiamo trovato i due inediti su Inumana veramente ben fatti, in cui tutte le varie componenti dei Distruzione emergono nella loro forza: impatto, ferocia, cadenza ed angoscia, specialmente in “La Torre della Muda”; c’è stato qualche cambiamento nel vostro approccio compositivo o le cose sono uscite in maniera naturale?
In casa Distruzione la composizione è sempre stato un lavoro complesso. Per scrivere canzoni non basta incollare 4 riff suonati a cannone in sottofondo ad urla strazianti. Come detto in precedenza non è facile produrre brani che risultino sempre freschi, sinceri e devastanti. Partiamo sempre da alcune idee immediate uscite di getto alle quali viene creato un contesto e uno sviluppo. Una sorta di srotolamento di quello che l’idea di base già racchiude nella sua potenza iniziale. “Uomini contro Uomini” e “La Torre della Muda” sono nati come 2 brani complementari in virtù della prima idea dello split album; il primo d’impatto, velocità e ferocia serrata, il secondo più profondo e penetrante, rivelatore di buio e angoscia.
I nuovi arrivati Michele e Emanuele hanno apportato con il loro talento un contributo fondamentale nella realizzazione di questi nuovi brani.

A proposito di “La Torre della Muda”, uno dei brani meglio riusciti della vostra carriera, avete realizzato anche un bellissimo video di accompagnamento. Volete parlarcene, così come del significato del brano stesso?
Il brano narra della celebre vicenda del Conte Ugolino della Gherardesca imprigionato insieme a figli e nipoti nella famigerata Torre della Muda. Attirati con l’inganno dall’arcivescovo Ruggeri, Ugolino e i suoi vengono incarcerati e lasciati morire di fame e di stenti. Per il videoclip abbiamo affidato riprese e montaggio al bravissimo Axel O’Mill, amico argentino residente in Spagna e videomaker professionista. Ha impreziosito il brano con un video per noi straordinario.
Siete reduci dal Bus666, un evento che deve essere veramente coinvolgente e divertente da essere vissuto. Volete parlarcene e com’è andata in dettaglio questa edizione?
Il Bus 666, giunto alla sua ottava edizione è motivo per noi di grande orgoglio è rappresentazione di come si possa unire tante realtà diverse sotto l’unica bandiera del divertimento e del metal. Il Bus 666 Fest consiste in un giro a tappe per le vie della città di Parma, su un bus doppio carico di persone in esaltazione massima, il tutto all’insegna della musica e della birra!!! Ad ogni tappa-pub si esibisce una band differente. Quest’anno oltre a noi hanno partecipato Altjira, Blood of Seklusion e gli storici Necrodeath freschi del nuovo “The Age of Dead Christ”.
Siete sulla scena da…quasi 30 anni, una vita intera. Quanto è cambiato, musicalmente, dentro voi stessi ed intorno a voi? In meglio? In peggio? Alla fine non è cambiato nulla?
Sicuramente ci sono stati e sono in corso continui cambiamenti repentini e immediati rispetto ad un tempo. Tutto è molto più veloce. Se i cambiamenti sono in meglio o in peggio è difficile dirlo, quello che è rimasto come tanti anni fa, è che per ritagliarti un piccolo spazio in questo panorama sconfinato devi continuamente sbatterti e farti un mazzo incredibile. L’importante è non perdere mai di vista gli obiettivi prefissati. Probabilmente la nostra forza e la nostra fortuna, sono l’enorme entusiasmo e l’amore per quello che facciamo, rimasti immutati in tutti questi anni.

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Una breve domanda sulla questione Spotify, emersa particolarmente negli ultimi giorni con gli account premium hackerati e la “sollevazione” di chi si lamenta di dover pagare. Cosa ne pensate di questo sistema? Voi su Spotify e simili ci siete e perché? (si o no)
Su questo argomento, relativo a piattaforme come Spotify e simili non basterebbero anni e anni di discussioni. Questi strumenti sono, ovviamente, di un’enorme comodità e dopo anni selvaggi il pagare per avere un abbonamento, in questo caso premium, ci sembra una mossa corretta oltre che di valorizzazione delle musica, in un presente di svendita dell’arte; una persona che si lamenta dopo aver hackerato un sistema simile, tra l’altro disponibile con una somma di denaro irrisoria, non merita neanche una discussione, è già una situazione ridicola e patetica così. Questo è risultato del pretendere e del “tutto subito” di oggi.
Su Spotify ci siamo anche noi con “Endogena” e “Distruzione” ed essendo comunque una band underground è una possibilità in più di visibilità. Poi in rete ci sono altri contesti molto utili come ad esempio il buon vecchio e caro Bandcamp.
Voltandovi indietro, avete dei rimpianti o dei passi falsi nella carriera dei Distruzione? C’è qualche brano o album a cui siete legati in maniera particolare o al contrario qualcosa che “rinnegate”?
Ovviamente ognuno di noi ha le proprie preferenze e, in 28 anni di produzione musicale, possiamo diche che alcuni lavori sono riusciti meglio rispetto ad altri. Non rinneghiamo nulla di ciò che è stato fatto fino ad oggi e guardando indietro non cambieremmo una virgola. Non perché riteniamo di aver realizzato dei perfetti capolavori, intendiamoci, ma semplicemente perché rappresentano nel modo più sincero ciò che siamo stati. Sono segno e testimonio della nostra storia. Con pregi e difetti che li caratterizzano. Ogni album è diverso dal precedente. E sempre fuori da mode del momento.
Quali sono adesso i prossimi passi per i Distruzione?
Sono diversi. In primis, la realizzazione del nuovo full-lenght al quale stiamo già lavorando da diverso tempo. Più di metà del lavoro è abbondantemente abbozzato e alcuni brani sono già agli arrangiamenti definitivi. L’uscita è indicativamente prevista per l’autunno del 2019. Mentre per i 30 anni della band (2020) abbiamo in serbo diverse sorprese.
Grazie per tutta la meravigliosa musica dal 1992 ad oggi! Siete immensi.
Grazie a tutti voi di cuore per l’enorme supporto in tutti questi anni, oltre le belle parole!
A presto e speriamo di vederci presto a qualche live!
Intervista a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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