In-side: “dentro” e “fuori” le spire del rock melodico.

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Gruppo:In-Side

L’uscita del nuovo sofisticato singolo “Trapped in a Memory", gustosa anticipazione del nuovo album “Life”, (la cui uscita è prevista per i primi mesi del 2019) diventa il “pretesto” per approfondire un po’ meglio l’essenza artistica degli In-Side, già autori di un godibilissimo debutto per Andromeda Relix (“Out-side”, qui potete recuperare la relativa recensione) nonché eccellenti rappresentanti di quella “scuola melodica” italiana che, al netto di ogni eventuale iperbole giornalistica, sta felicemente continuando a consolidare il suo indubbio valore e la sua considerazione a livello internazionale.
A voi il risultato del doveroso approfondimento, ottenuto “interrogando” i disponibilissimi Beppe ‘Jago’ Careddu (vocals) e Saal Richmond (keyboards, synthesizers, backing vocals)...

Ciao ragazzi, grazie per il tempo concessoci e benvenuti su Metal.it!
Direi d’iniziare, come si conviene a dei brillanti newcomers del rockrama melodico, con una breve scheda di presentazione degli In-Side … chi sono, “come mai” sono, da dove arrivano e dove vogliono andare?
SAAL: Grazie a voi per il tempo e la disponibilità. Bene inizierei nel dire chi sono gli In-Side. Gli In-Side nascono all’incirca due anni fa dalla mia forte voglia (e soprattutto scelta di vita) di non fare più il “Tribute Man”: ho suonato davvero tanto e di tutto nel corso degli anni, ma come musicista mi mancava “qualcosa”.
Un giorno guardandomi allo specchio mi sono detto: "Bene Saal, hai suonato tanto e di tutto, ma sei davvero capace di fare qualcosa di tuo? Sei capace di confrontarti con il resto del mondo in un genere che ha dei MOSTRI SACRI al suo interno?"
Ecco, con questa semplice domanda ho iniziato a fare il punto della situazione su cosa volevo portare in scena ed ho iniziato proprio dal mio passato di Tribute Man (come dicevo prima, ho suonato tanto, dai Deep Purple agli Alan Parsons Project/Pink Floyd, inserendo nel corso degli anni anche Depeche Mode, Tears for Fears, Goblin ecc.) e quindi ho deciso di fare un album di presentazione e quindi non uniforme per far sentire tutto il nostro background, nonostante gli In-Side siano prevalentemente una band Melodic Rock.
Non è stato semplice, soprattutto nella scelta della line-up ci sono tanti eccellenti musicisti in Piemonte e in Italia ma io non volevo solo la tecnica, io volevo il cuore e l’anima dei musicisti che mi avrebbero accompagnato in questo viaggio fino ad arrivare alla line-up attuale che per qualità tecniche e morali giudico, senza togliere nulla ai precedenti componenti, la “MIGLIORE”.
Per rispondere al tuo “Come mai”, che tra l’altro mi piace molto come concetto, ti dico c’è stato un sogno chiamato anni 80’, tanto tempo fa, dove la musica veniva vissuta in maniera istintiva, cosa che secondo me manca oggi (ma ne usciremo, ne sono sicuro).
Oggi c’è troppa premeditazione nel fare musica, ci si preoccupa di non piacere al pubblico e questo fa si che si rischia di scrivere delle canzoni prive di sentimento e che per forza di cose cadrebbero nella banalità. Un musicista quando compone deve esprimere quello che prova, non deve farsi troppe domande ma concentrasi su ciò che vuole dire attraverso la propria musica: il pubblico non è stupido e magari ha anche voglia di sentire dei cambiamenti: questo deve essere un punto di forza e non un limite.
Per concludere la tua domanda, e cioè "dove vogliamo andare?" ti dico quello che dico sempre ai ragazzi: ”il futuro è meraviglioso!" Vedremo.

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Il vostro eccellente esordio, “Out-side”, è uscito già da un po’, tanto da poter stilare un piccolo “bilancio” consuntivo … siete soddisfatti di com’è stato accolto da pubblico e critica?
JAGO: Siamo molto soddisfatti di “Out-Side”, riceviamo continui feedback da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, sino alla totalità dell’Europa, notoriamente meno avvezza al genere AOR: recentissimamente dalla Francia ci hanno recensito sul Magazine "Highlands" addirittura paragonandoci agli ASIA! Questo ci fa piacere anche perche gli ASIA sono una delle band preferite da Saal e me, quindi puoi immaginare la felicità...
Anche se siamo consapevoli di essere lontani da questi DEI della musica: noi facciamo il nostro mettendoci sempre in gioco e senza costruire troppi castelli in aria, se poi veniamo paragonati a qualche nome famoso beh, a noi fa estremamente piacere, anche se stiamo lavorando per far sì che la band possa presto essere facilmente identificata per il nostro sound e con il nostro nome.
E sempre a questo proposito, vi propongo una specie di “giochino” … se mai foste stati dall’altra parte della “barricata”, come avreste definito il disco?
SAAL: Guarda ti dico: bellissimo!!!! Ma non per fare il figo, semplicemente perché le canzoni sono come dei figli e i figli sono tutti belli... Ma la cosa più importante è che “Out-Side” l’abbiamo composto per noi stessi e quindi ci piace a priori, poi se anche il pubblico lo apprezza la felicità naturalmente aumenta.

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Facezie a parte, personalmente sono rimasto assai sorpreso dalla “facilità” con cui siete riusciti a rendere i vostri brani estremamente fruibili e seducenti senza incorrere in formule espositive oltremodo convenzionali, mescolando in maniera originale e sofisticata AOR, pop-rock e addirittura brandelli di new-wave … qualcosa è già trapelato dalle vostre risposte precedenti, ma quali sono nel dettaglio i vostri principali numi tutelari e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete in fase compositiva / esecutiva?
SAAL: Come ti dicevo prima abbiamo un vasto background, tutti i ragazzi che compongono la band provengono da esperienze musicali diverse con un unico filo conduttore e cioè il Rock in tutte le sue sfaccettature e quindi non è stato difficile assemblare "Out-Side", ma volevamo però dare un’impronta più di attualità nella stesura dei testi (cosa non proprio convenzionale nel Melodic Rock) e devo dire che Jago ha fatto un lavoro pregevole da questo punto di vista, oltre che a cantare tutte le canzoni che compongono l’album con un’intensità e un cuore diversi; per citare alcuni nomi a cui “Rendiamo Grazie” come detto prima ci sono gli ASIA, i TOTO, i TEARS FOR FEARS, ALAN PARSONS PROJECT Ecc., ma in fase compositiva ed esecutiva cerchiamo di dare sempre e comunque la nostra impronta perché vogliamo essere ricordati per ciò che siamo e non per quelli a cui vorremmo assomigliare.
Sono da sempre un sostenitore dell’Italian Way Of Melodic Rock ed è innegabile che negli ultimi anni la nostra “scena” sia cresciuta in maniera esponenziale, conquistando una meritata credibilità internazionale … ritenete che oggi esista davvero, al di là delle suggestioni “giornalistiche”, una “via italiana” al rock melodico? E se sì, in che modo si distingue dalle altre?
JAGO: Credo che l’Italia abbia dato prova di saperci fare, soprattutto in campo melodic rock ci sono tantissime band italiane di altissimo livello che popolano questo mondo e tutte si sono ritagliate il proprio spazio nella scena ottenendo ottimi risultati, ognuna con uno stile diverso.
Credo che sia proprio questa la differenza che contraddistingue le band italiane dalle altre: non dimentichiamo che le grandi band internazionali si sono affidate alla Frontiers Records per la pubblicazione dei loro album e la Frontiers è Italiana, ma da un po’ di tempo a questa parte stanno nascendo nuove realtà in campo discografico e parlo di etichette indipendenti con un altissimo livello di preparazione (che sicuramente è frutto di anni di gavetta).
Questo però deve essere visto non come una guerra tra Label ma secondo noi deve essere un sodalizio laddove è possibile, perché è con l’unione che si ottengono i risultati, proprio com’è accaduto tra me e Saal e noi ci andiamo a nozze!!!!!

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Venite da Torino, la città che ha dato i natali (oltre che a me!) agli Elektradrive, la prima vera “risposta” del Belpaese allo strapotere yankee, britannico e scandinavo in fatto di AOR … sentite, in qualche modo, di avere un “legame” con questi “nostri” illustri concittadini?
SAAL: Beh come non ricordare gli Elektradrive! Conosco e stimo Simone Falovo e non molto tempo fa ci siamo scritti scambiandoci opinioni su ciò che gli Elektra avevano fatto e ciò che gli In-Side stanno facendo. La sua storia mi ha colpito profondamente e in un certo senso è molto simile alla nostra; è stato dopo questa conversazione che ho deciso di intraprendere questo percorso, senza aspettarmi nulla, divertendomi come quando ho iniziato a suonare le tastiere (all’epoca avevo solo sei anni ed ero un sognatore, non ho mai smesso di sognare anche se adesso di anni ne ho quarantadue) ma guardo più alla concretezza del lavoro che a dei semplici giri in giostra: non ne abbiamo né il tempo né la voglia.
Ritornando a “Out-side”, ho apprezzato parecchio anche il vostro fantasioso approccio ai testi, che mi sembra consideriate decisamente qualcosa “di più” di un semplice complemento alle stesure musicali … ce ne volete parlare?
JAGO: Diciamo che per diversi motivi non riesco mai a focalizzare un argomento preciso quando scrivo i testi. Probabilmente mi annoierei, e di solito rifuggo dalla noia a gambe levate!
Avendo anche la fortuna di possedere una notevole immaginazione, di solito ascolto a ripetizione i brani esclusivamente ancora in fase strumentale e lascio che siano loro a suggerirmi le parole.
Sono frammenti di frasi, oppure parole specifiche, talvolta persino immagini che sono nitidissime: per quanto ne so, potrei anche avere una leggera forma di psicosi...
Scherzi a parte, ho accantonato da anni la voglia di dire la mia in maniera perentoria: lascio che la musica mi passi attraverso, io la setaccio e ne raccolgo piccole pepite.
Mi ritengo semplicemente un raccoglitore di sensazioni, che però ho trovato solo dopo aver avuto il coraggio di mettere da parte il mio giudizio e lasciandomi bagnare dal fiume delle note.
L’uscita del nuovo singolo, "Trapped in a Memory", proietta gli In-Side verso il loro (luminoso, direi...) futuro artistico, con un album, “Life”, previsto per i primi mesi del prossimo anno … Cosa ci raccontate di questo pezzo davvero intrigante? E cosa ci potete anticipare sui contenuti del secondo lavoro? In che cosa si differenzierà dal precedente? Continuerà la collaborazione con l’Andromeda Relix?
SAAL: Rispetto ad "Out-Side", che era nato per definire le coordinate generali della band, sperimentare diversi stili di scrittura ed interpretazione e presentarci al mondo, "Life" (che è già in una fase di produzione avanzata) porterà la band in un contesto molto più "purista": maggior enfasi nelle parti musicali, precisione nella produzione vocale, tanta melodia ed "hooks" a dirotto.
In questo scenario "Trapped in a Memory" mostra già i sintomi di una raffinazione in corso, quasi canonica nel genere.
Per quanto riguarda la distribuzione di "Life" per ora non abbiamo ancora pensato a nulla: siamo completamente assorbiti dal processo creativo e per il momento non riusciamo a programmare né a dedicarci ad altro.

Quali sono le vostre passioni extra-musicali? Influenzano in qualche modo la musica che proponete?
JAGO: Io sono innamorato da sempre del cinema e della letteratura, oltre che della musica.
Questo vivere costantemente tra immagini, suoni e parole mi ha forgiato sia nel carattere che nelle relazioni interpersonali. Qualunque cosa nel mondo ha una sua storia, e la ricerca delle storie che s’intrecciano con la mia mi appassiona, mi ossessiona e talvolta non mi fa dormire.
Questo potrebbe aver influenzato il modo in cui scrivo ed interpreto la mia musica? Penso proprio di si!
La tecnologia e la Rete hanno reso il mondo della musica (e non solo quello, in realtà …) più “vicino” e “facile”, determinando, però, anche parecchia confusione e una forma di fruizione molto spesso superficiale e frettolosa … dal vostro punto di vista, sono maggiori i “pro” o i “contro” di tale situazione?
SAAL: Lo aveva già detto Andy Warhol ai suoi tempi: un giorno i musei saranno supermercati e i supermercati saranno musei. Se per te non è un problema, non aggiungo altro.
Dopo aver rinnovato complimenti e ringraziamenti, non mi rimane che lasciarvi il “microfono” per la conclusione …
SAAL/JAGO: Grazie Marco per il tempo che hai dedicato agli In-Side, ed un ringraziamento anche a tutta la redazione di Metal.it per il supporto che ci avete sempre dato e che continuate a darci!
Ci sentiremo a breve, in occasione del lancio del secondo brano tratto da "Life". Al momento non vogliamo dire di più, ma state certi che sarete tra i primi ad essere informati.
Ed infine - ma non ultimi - un saluto ai lettori di Metal.it: "Brothers and Sisters, you rule!"
Intervista a cura di Marco Aimasso

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