Dragony: tra Cyberpunk e Francesco Giuseppe!

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L'uscita del nuovo e piacevolissimo "Viribus Unitis" ci ha permesso di fare una bella chiacchierata con gli austriaci Dragony, e nella fattispecie con il vocalist Siegfried "The Dragonslayer" Samer che, complice la Napalm Records che ringraziamo, ci ha fornito qualche interessantissimo approfondimento su questo insolito e gustosissimo concept album sulla storia di Francesco Giuseppe e dell'impero austriaco!

Ciao Siegfried e benvenuto su Metal.it! Cominciamo a parlare del concept di questo album, che di sicuro è insolito ed interessante... Da dove è nata l'idea?
Siegfried: Abbiamo avuto l'idea mentre eravamo sulla crociera "70000 tons of Metal" nel 2019. La notte prima della partenza ci trovavamo a Miami, stavamo bevendo qualche drink e si parlava di possibili concepts da far seguire al nostro album "Masters of the Universe" del 2018. Penso che sia stato il nostro bassista Herb a tirar fuori l'idea di mettere l'imperatore Francesco Giuseppe in un'armatura steampunk e chiamarlo "Cyberpunk Joseph"! Ci è piaciuto subito, perché calza a pennello col nostro stile e la nostra ironia, ed il resto si è sviluppato da lì.
Come avete deciso di distribuire la storia tra le canzoni? Avete scritto le parole dopo che la musica era pronta, o avete adattato la musica man mano che la storia si dipanava?
Di base abbiamo prima scritto le canzoni, e quando una canzone era pronta io cercavo di capire dove potesse funzionare nella storyline e nel contesto della tracklist, e da lì scrivevo le parole di conseguenza.

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Questo album mostra un cambiamento nei temi che erano classici per voi (e molte altre bands), parlo di fantasy, draghi, ecc. ecc... Come mai avete fatto un cambio così grosso, quale è stata la scintilla?
-Beh, ovviamente noi siamo di solito una band ben piantata nel fantasy (voglio dire, ci chiamiamo Dragony, quindi...) e credo che anche nel nuovo album ci siano tanti elementi fantasy, con tutti gli aspetti steampunk e magici mescolati insieme alla storia "vera". Quindi non stiamo decisamente andando in direzione 'Sabaton' (Sbranf ride di gusto, ndr) e non ci occuperemo esclusivamente di argomenti storici o realistici d'ora in poi. Penso che stavolta sia stata solo una coincidenza, siamo riusciti ad adattare una storyline che coinvolge vere persone e veri eventi della storia, e da lì abbiamo sviluppato il concept.
Musicalmente, ci sono tanti saliscendi ini queste canzoni; a me dà l'effetto di creare interesse, varietà, e lo trovo un 'plus' alla qualità dell'album. E' stato progettato a tavolino o è venuto da solo?
Da una parte è proprio venuto da solo così, ma quando fai un intero album e non un singolo cerchi sempre di inserire varietà nelle canzoni. Se ogni pezzo fosse un brano Power metal a 160 bpm, allora ascoltare l'intero album d'un fiato diventerebbe noioso in fretta, se ogni canzone suonasse essenzialmente simile alle altre. Quindi c'è di sicuro anche del ragionamento dietro, per rendere ogni brano diverso!
Alcune lyrics, ed il titolo stesso dell'album, sono in latino... Come mai avete fatto questa scelta?
Le parti in latino hanno una connessione con la vera storia degli Asburgo. Il titolo dell'album, "Viribus Unitis", era il motto ufficiale dell'imperatore Francesco Giuseppe I, e si traduce in "con le forze unite", che io reputo un grande titolo per un album Power Metal!
E "A.E.I.O.U." (titolo di una delle songs, ndr) è un acronimo attribuito a Federico III, uno dei primi imperatori del Sacro Romano Impero a essere un Asburgo, che visse nel 15° secolo. Ci sono varie interpretazioni di questo acronimo, ma la più popolare (nonché quella scelta nel nostro album) è “Austriae Est Imperare Orbi Universo”, che si traduce con "è il destino dell'Austria di comandare il mondo"!
Abbiamo pensato ci stesse bene poiché descrive la storia e l'attitudine degli imperatori austriaci fino a Francesco Giuseppe, e in qualche modo può essere vista come una delle ragioni che lo spinsero a cominciare la Prima Guerra Mondiale; a causa di questa mentalità per cui l'Austria deve "per forza" comandare, era necessario andare in guerra - anche se questo implica iniziare una guerra che non puoi vincere, come appunto fu il caso della prima guerra mondiale. E quello alla fine portò alla caduta dell'impero.

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Ci sono alcune collaborazioni in "Viribus Unitis", tra cui quella con Tommy Johannson. Puoi raccontarci qualcosa?
Ho incontrato Tommy diversi anni fa a un festival dove suonava con i Sabaton e io suonavo con i Visions of Atlantis. Siamo stati presentati da un amico comune e siamo andati d'accordo abbastanza in fretta! È un ragazzo molto gentile ed estremamente talentuoso, e ha già contribuito come ospite da solista al nostro precedente album "Masters of the Multiverse". Quindi questa volta abbiamo deciso di portare la collaborazione un po' oltre, e poiché mi piaceva molto lo stile di scrittura che aveva insieme al suo compagno di band Tomas Svedin nel progetto "Symphony of Tragedy", mi sono avvicinato a loro per un possibile contributo di songwriting al nuovo album - e fortunatamente, stavano proprio lavorando alla canzone che alla fine sarebbe diventata "Gods of War", e sono stati così gentili da condividerla con noi! È sicuramente uno dei miei brani preferiti dall'album, poiché aggiunge davvero quel tocco scandinavo Power Metal al nostro suono.

Un'altra apparizione degna di nota è sicuramente quella di Georg Neuhauser dei Serenity: poiché siamo amici già da molti anni, un'apparizione da ospite era attesa da tempo! Ed è stato assolutamente appropriato questa volta, dato che Georg insegna storia in un'università in Austria, quindi averlo coinvolto nel primo album dei Dragony che tratta anche di storia, e cantare la parte dell'Imperatore Francesco Giuseppe, è stato semplicemente perfetto. Ha fatto un ottimo lavoro come sempre, e credo che renda la canzone davvero qualcosa di speciale!

E infine abbiamo Michele Guaitoli e Alessia Scolletti dei Temperance, che hanno fornito tutti i cori dell'album, e anche una canzone - "Love You To Death" è stata effettivamente scritta da Michele!

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L'inevitabile domanda sui COVID: che effetto ha avuto su di te come persona e sulla band nel suo insieme? Probabilmente ha influenzato anche il modo in cui questo album è stato realizzato...
Sì, ha influenzato un po' il processo di produzione dell'album, ma nel nostro caso non è stato poi così male - con il nuovo contratto con l'etichetta Napalm Records in arrivo, dovevamo comunque ritardare un po' l'uscita dell'album e lo abbiamo spostato a gennaio 2021, anche se inizialmente avevamo puntato a un'uscita nell'autunno 2020. Ma penso che sia stata una buona decisione spostarlo, poiché ci ha dato più tempo per lavorare su tutto.
Personalmente, lavoro in un campo in cui ora ho effettivamente più lavoro rispetto a prima della pandemia, quindi è stato gestibile per me. Ma sicuramente mi piacerebbe che gli spettacoli dal vivo tornassero!
Era proprio quello che volevo chiederti, infatti: avete già in programma concerti dal vivo? O, meglio, avete in programma di tornare alla musica live? Questa è una parte integrante del tuo lavoro, dopotutto...
Hai ragione, ma sfortunatamente non è davvero possibile pianificare molto al momento. Avevamo in programma un concerto per l'uscita dell'album a febbraio e un concerto in live streaming, ma il governo austriaco ha appena esteso il blocco qui in Austria e probabilmente lo estenderà ancora, quindi non è possibile fare nulla in questo momento, nemmeno provare; figuriamoci suonare uno spettacolo davanti alla gente. Quindi proveremo a spostare tutto all'inizio dell'estate e speriamo per il meglio! Ma penso che in autunno, spettacoli e tour dovrebbero ricominciare, una volta che un numero sufficiente di persone sarà stato vaccinato.
I lettori italiani stanno apprezzando molto il vostro ultimo album… Le ultime parole sono per te, e grazie mille per questa intervista!!
Ci auguriamo che le persone là fuori apprezzino "Viribus Unitis" e si divertano molto! E speriamo di tornare presto anche in Italia!
Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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