Eldritch (Eugene Simone, guitars)

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Gruppo:Eldritch

Gli Eldritch tornano sul mercato con l'ottimo “Neighbourhell”, un disco che riprende in maniera evidente alcuni degli aspetti che hanno reso i cinque musicisti uno dei gruppi di punta del movimento Progressive Metal italiano. E per parlare del nuovo album della band toscana, quale interlocutore migliore di Eugene Simone?

Eugene, partiamo dal titolo del disco: cosa significa questo “Neighbourhell”? E come descriveresti questo nuovo album degli Eldritch?

“Neighbourhell” è un gioco di parole, un po' come lo era stato “Headquake”. Ci piaceva riprendere questo tipo di discorso. Tra l'altro il nuovo disco, come era già accaduto in parte in occasione di “Portrait of the Abyss Within”, segna un leggero ritorno al passato, ma rivisto in chiave moderna e attuale. Il nome è nato grazie ad un'idea di Terence: è partito dalla parola “neighbourhood”, che significa “quartiere, vicinato”, che legato ad “hell” può avere il significato di “vicino di inferno”, un termine che si ricollega ad alcune delle atmosfere aggressive che si trovano sul disco. Non ha un significato particolare, è soltanto una parola carina che ci è piaciuta quando abbiamo deciso di dare il titolo al disco.

Hai accennato ad un leggero ritorno alle vecchie sonorità. Come credi che sia cambiato, negli ultimi due anni, lo stile della band?

A mio parere, l'aspetto che più risalta è che all'interno della band c'è molta più coesione. Questo è il primo album in cui hanno suonato tutti gli elementi della formazione attuale, compreso il bassista John Crystal, che non aveva registrato le parti di basso del disco precedente: erano state suonate da Lisa Oliviero, che ci aveva dato una mano in quel breve periodo successivo all'uscita di Martin dalla band. Successivamente John ha preso il suo posto. Il nuovo sound è molto diverso, più “rotondo”, più caldo: abbiamo totalmente abolito l'utilizzo dei trigger per la batteria, privilegiando una soluzione in acustico. E secondo noi il suono ne ha tratto beneficio, in quanto anche un problema di masterizzazione un po' troppo piatta aveva reso troppo freddo “Portrait...”. Abbiamo avuto qualche limite di budget che ci ha impedito di fare ancora qualcosina in più, ma siamo comunque soddisfatti del risultato. Le canzoni sono molto più fluide, anche quelle più veloci. Questo è probabilmente il nostro disco più veloce, perché contiene molti brani “speed”, anche laddove ci sono parti più contorte ritmicamente. A noi piace come suona il risultato finale, e credo che proseguiremo su questa strada anche in futuro.

Avete registrato il nuovo album in tre studi diversi. Cosa vi ha portato a prendere questa decisione, e quali benefici ha portato al nuovo disco?

E' stata un po' una serie di circostanze, non è stata una decisione presa a tavolino. Abbiamo un amico che possiede gli studi Syncropain a Pisa che è molto bravo per i suoni di batteria, ed è lì che Dave ha registrato tutte le sue parti. Le chitarre sono state registrate tutte nei nostri studi, avendo a disposizione molto più tempo e molta più calma per curare tutti i vari particolari. Il resto invece è stato fatto tutto ai Big Wave di Livorno, dove abbiamo registrato anche “Portrait...”. I Big Wave sono ormai uno dei nostri punti di riferimento. Oltretutto sono molto vicini a casa, possiamo raggiungerli in breve tempo, e questo è molto positivo nel caso ci fosse la necessità di ritoccare qualcosa: basso, voce e missaggio sono stati fatti lì. La masterizzazione invece è stata fatta in Germania, così come era accaduto per l'album precedente, da un team che lavora direttamente con la Diversity Media, la nostra etichetta. Hanno fatto un bel lavoro!

Benché non sia tu ad occuparti principalmente dei testi, riesci comunque a darci un'idea degli argomenti che affrontate sul nuovo disco?

La linea prosegue un po' quella già tracciata con “Portrait...”. E' Terence che si occupa dei testi, e ci mette sempre qualcosa di autobiografico, ci mette tutto di suo. Sono situazioni personali, di vita reale. Ormai abbiamo preso la decisione di trasferire proprio nei testi quelle che sono le nostre sensazioni, in particolar modo le sensazioni di chi interpreta le canzoni. Fra i tanti testi, quello di cui ti posso parlare più in dettaglio è il testo di “Still Screaming” perché per la prima volta viene messa in evidenza una cosa che può anche sembrare banale, il rapporto di Terence con la musica, e quanto essa sia importante per la sua vita. Meno male che c'è la musica, che in qualsiasi situazione ti aiuta a superare tanti momenti difficili, momenti che Terence ha vissuto in particolar modo negli ultimi anni. Ce lo dice spesso, “se non ci foste stati voi e la musica sarebbe stato molto più duro superare certe cose”. Ha deciso poi di trasferirlo nel testo, a chiare lettere. E' un'idea abbastanza originale, l'ho sentita fare ai Fates Warning su “Parallels”, proprio riferita al loro rapporto coi fan, ma è un argomento di cui quasi nessuno parla.

Cosa rappresenta invece la copertina di “Neighbourhell”?

Quella che vedi sullo sfondo era la nostra idea originale di copertina, con la scalinata e l'ombra. Però l'etichetta ha insistito per riproporre questa figura demoniaca che era già presente in “Portrait...”. Non ti dico che sia stata una imposizione, ma la discussione stava andando un po' troppo per le lunghe, anche se noi volevamo fare le cose in maniera diversa, un po' meno “forte” e meno presente. L'etichetta invece ha insistito. Si stava rischiando di fare slittare l'uscita del disco, così abbiamo deciso di accogliere la loro proposta. In realtà io avevo già contattato Travis Smith e preso un po' di accordi, però l'etichetta ha insistito per farla rifare a Dirk Illing. Dirk è un ottimo grafico, e tra l'altro ci aveva pure proposto di sua iniziativa di realizzare qualcosa di notevolmente diverso per l'artwork di “Portrait...”, però abbiamo avuto un po' di pressioni dall'etichetta... ormai questo mostro fa parte di noi! (ride)

In occasione della nostra ultima intervista avevi accennato alla possibile pubblicazione di un DVD. C'è qualche novità su questo argomento?

Portiamo avanti l'idea del DVD già da un paio di anni, doveva essere fatto già un annetto fa. Poi abbiamo vagliato tutto il materiale, anche quello vecchio, e non siamo rimasti proprio soddisfatti. L'idea è quella di filmare un concerto e creare un DVD live, con degli inserti relativi a nostre situazioni del passato. Purtroppo non abbiamo ancora valutato né dove né quando filmare questo concerto, stiamo parlando coi ragazzi del Chicago Power Fest per capire se è possibile farlo in quell'occasione. Dobbiamo valutare un po' i costi, ma se la cosa va in porto, faremo sicuramente qualcosa a Chicago!

A proposito di Chicago... tra poche settimane vi esibirete come headliner in un contesto importante, il Power Fest di Chicago. Quali sono i tuoi pensieri in merito a questa grossa opportunità per gli Eldritch?

Noi siamo abbastanza tranquilli, perché siamo sempre in diretto contatto con i ragazzi che lo organizzano. Abbiamo avuto con loro contatti telefonici e tramite e-mail, ci stanno mettendo davvero a nostro agio e sono davvero molto contenti di farci suonare lì. Quindi non sentiamo particolari pressioni, ma siamo anche consapevoli del fatto che potrebbe rivelarsi un'occasione molto buona, perché da questa vicenda sono partiti altri agganci per fare altre cose in America. Non ti dico che si potrebbe aprire uno spiraglio per avere un mercato importante anche lì, stile Lacuna Coil (ride), ma abbiamo ricevuto feedback molto positivi sul nostro sito, relativi al nuovo singolo e al relativo video. Limb Schnoor ci ha chiamato qualche settimana fa per confermarcelo ed era molto felice della cosa. Se suoneremo bene e faremo la nostra figura, la cosa potrebbe anche avere un seguito in altre situazioni. Quindi un pochino di pressione ce l'abbiamo, infatti stiamo suonando come delle bestie! (ride) Tra l'altro da lì si era pure sparsa la voce che ci sarebbe stata la possibilità di fare altre date, ma per ora non ti posso confermare niente, è tutto ancora da valutare.

Come procede l'attività live degli Eldritch? Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano, da questo punto di vista?

Una delle conferme più recenti che abbiamo ricevuto è quella relativa alla partecipazione all'Evolution Festival 2006. Tra l'altro in passato avevamo lavorato in particolare con uno dei ragazzi che fa parte dell'agenzia, quindi i rapporti sono buoni e sembra che ci affideremo a loro anche per la promozione live in Italia. Però tutto partirà dopo l'estate, nei mesi precedenti non faremo molte date dal vivo, anche a causa di altri problemi. Io sarò impegnato nella produzione degli In Memory, Terence farà da vocal trainer alla cantante degli Exilia, che stanno registrando in questo periodo il disco in Germania. Abbiamo tutti impegni paralleli che è meglio non sottovalutare, rimandiamo le date dal vivo a dopo l'estate e credo che sarà la Loud Session ad occuparsi di trovarcele. O almeno questi sono gli accordi a voce.
Siamo contenti anche perché le altre strade sono totalmente chiuse (risata amara): dal Gods of Metal neanche una risposta.

Hai appena menzionato il tuo ruolo di produttore. Sei mai stato invece coinvolto come musicista in qualche progetto estraneo agli Eldritch, o pensi di farlo in futuro?

In realtà no, anche se ho ricevuto diverse richieste di collaborazione come ospite su un brano. Per esempio credo che nel disco degli In Memory farò un assolo, e anche Terence parteciperà ai cori del disco. Però se si parla di partecipazione a progetti più importanti, quelle poche volte in passato che mi è stato proposto, ho sempre rifiutato, perché gli Eldritch mi portano via quasi tutto il tempo. Se avessi accettato, avrei inevitabilmente trascurato la band in momenti magari anche importanti.
Avevo in mente qualcosa, ma non nell'imminente. Sarà una cosa che magari verrà fuori in più avanti, anche in base all'andamento del nuovo disco. Per il momento ho gli Eldritch, e mi bastano! (ride) Sarà di certo qualcosa di molto diverso dagli Eldritch, ma per ora ho soltanto qualche idea. Sarà qualcosa di molto più introspettivo, sullo stile di alcuni gruppi svedesi, ma può anche darsi che venga fuori qualcosa di completamente diverso da quello che ti sto dicendo in questo momento. E' ancora presto per fare anticipazioni, perché non è tutto chiaro. So magari già con chi potrò collaborare, perché alcune persone mi hanno già dato la loro disponibilità, ma per il momento è ancora tutto da valutare.

“Neighbourhell” segna un ritorno ad alcune sonorità che fanno parte del vostro passato, ma in questo momento nella vostra line-up non c'è nessun tastierista. Hai mai pensato di tornare ad un utilizzo più marcato delle tastiere?

Sinceramente no. Ti dico tutta la verità su come sono andate le cose negli ultimi tre anni. Quando se ne andò Sean Anderson, l'etichetta ci disse chiaramente che secondo loro era meglio continuare senza tastiere. Loro non erano mai stati convintissimi della presenza delle tastiere nel nostro sound, e a loro giudizio avremmo funzionato bene anche senza di esse. Inoltre non abbiamo mai avuto particolare fortuna coi tastieristi, e rivalutando certe situazioni a mente fredda forse le cose potevano andare in maniera diversa... ma non c'è niente di personale verso nessuno. Alla fine ci siamo detti: “Se si deve lavorare con un altro tastierista, si sente Oleg e vediamo se ci da' la sua disponibilità a ritornare”. Per noi non c'era nessun problema, nessun rancore su niente, si riparte, si ritorna magari alla formazione originale. Avendoci già lavorato insieme, sappiamo che persona è, sapevamo a cosa si va incontro nel bene e nel male, c'è già un'idea di cosa ci si poteva aspettare. Partire con un altro tastierista, è una cosa che non ci interessava. O tornava lui, o niente. Ne abbiamo parlato un po' insieme, e la cosa a lui sarebbe anche interessata, ma noi dovevamo comunque terminare la composizione dell'album in tempi molto brevi, e lui era molto impegnato con Death SS e Vision Divine contemporaneamente, così non sapeva da che parte rifarsi. Alla fine abbiamo valutato il tutto e ci siamo detti “Ok, ognuno va per la sua strada, poi vediamo”. In realtà poi ognuno ha proseguito per la sua strada, e non se n'è fatto più niente.

Ma il suo recente abbandono dei Vision Divine non cambia un po' le carte in tavola?

Non credo, ho parlato con Oleg appena ho letto la news. Ci siamo sentiti perché comunque, al di là delle voci, siamo sempre rimasti in rapporti buoni. Anzi, gli ho pure chiesto “Cosa fai, sei impazzito? (ride) Non fare una cosa del genere, ti ammirano tutti!”. Però lui molto serenamente mi ha detto che è in un momento in cui ha dovuto prendere certe decisioni nella sua vita, per motivi personali ha deciso di abbandonare la musica.
Non credo che durerà molto questa sua lontananza (ride), perché conoscendolo so che abbiamo entrambi una grande passione per la musica e so cosa vuol dire starci lontano. Non credo che duri molto. Ma allo stesso tempo escludo categoricamente un suo ritorno nella band. Questo mi dispiace, ma sarà così.

Eugene, cosa c'è nel tuo iPod in queste settimane?

Ho ricevuto il demo di alcuni amici, i Revoltons. Hanno fatto un disco per la Diversity Media e stanno cercando un contratto. Sono molto amico col tastierista, Andrea, così mi ha chiesto un parere e sto ascoltando il loro disco. Inoltre tra poco inizia la pre-produzione degli In Memory. In questo momento sono un po' “avvolto” da queste due cose.
E poi sempre i soliti nomi: ho ascoltato l'ultimo Annihilator, dei quali da semplice fan sono diventato anche amico, l'ultimo dei Katatonia e anche i loro vecchi dischi, che mi piacciono da morire.

A te il microfono, Eugene. Un messaggio per i lettori di EUTK!

Senz'altro quello di acquistare “Neighbourhell” e di cancellare un pochino il pregiudizio che senza le tastiere gli Eldritch non esistono più, non è assolutamente vero dai! Anche perché, tastiere o non tastiere, dai pareri e dai giudizi che abbiamo avuto da tanti amici, anche di vecchia data, l'atmosfera in alcune canzoni è sempre un po' quella, anche se non ci sono più le tastiere.

Intervista a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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