Edenshade (Stefano Wosz, guitars)

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Gruppo:Edenshade

Il chitarrista Stefano Wosz ci introduce al nuovo disco degli Edenshade, “The Lesson Betrayed”. La band è eccitata per il prossimo avvenire, che la vedrà finalmente in tour, la cui prima data è lo S-Hammer Fest a fine Agosto. Non potete perderveli!

Non conosco il precedente “Ceramic Placebo For A Faint Heart” del 2003, mi puoi parlare di quel disco e cercare di spiegare quanto siete cambiati da allora?
“ “Ceramic…” è stato per noi un album importantissimo! E’ il nostro debutto, l’album che ci ha fatto conoscere al grande pubblico e contiene delle canzoni che ancora adoro e alle quali sono molto affezionato.
E’ in tutto e per tutto “progressive death metal”, nel senso che contiene parti tirate alla Dark Tranquillity, melodie, elettronica e fughe strumentali molto progressive…
”Lesson…” è un enorme passo avanti secondo me, gode di una marcia in più in quanto ad organicità di suono e contenuti, e soprattutto in termini di personalità.
In un certo senso è anche molto più pretenzioso e rischioso ed ha una propria identità molto ben marcata: è allo stesso tempo molto più melodico e molto più pesante, e, forse il cambiamento più evidente, la voce di Lorenzo non è più ingabbiata nello stereotipo secondo il quale la strofa deve essere cantata growl e il ritornello in modo melodico, cosa invece che era il marchio di fabbrica di “Ceramic…”.”

Il nuovo “The Lesson Betrayed” parla di un concept circa la fragilità della condizione umana. Ti va di approfondire? Quali possono essere i riferimenti culturali (musicali, letterari o altro) del disco?
“ Certamente! Purtroppo non leggo più tantissimi libri ultimamente (e un po’ me ne pento), ma adoro il cinema e casa mia è piena zeppa di dvd di ogni tipo!
“Lesson…” non è ispirato direttamente da nessun film in particolare, la storia è totalmente “originale” se così si può dire, ma le atmosfere, o magari un certo modo di raccontare, sono stati inspirati sicuramente da una serie di film che ho visto nell’ultimo periodo…
Allora… innanzitutto direi “La 25a Ora” con Edward Norton: il mio attore preferito ed uno dei film che più mi sono piaciuti negli ultimi anni! Come nel film, il protagonista della storia si trova ad un punto di svolta cruciale della sua vita, in una condizione in cui la disperazione è tale e tanta soprattutto perché sa che non c’è alcun rimedio per poter in qualche modo sperare, anche se la sua voglia di riscatto e la sua ricerca di pace interiore sono enormi… inoltre quel film contiene una delle sequenze più toccanti e forti che mi sia capitato di vedere: hai presente quando Monty si specchia nel bagno del bar di suo padre e comincia a mandare a quel paese chiunque fino a rendersi conto che l’unico artefice della sua miseria non è altro che lui? Beh, quando l’ho vista al cinema per la prima volta sono saltato sulla sedia! A quella scena tra l’atro è liberamente ispirato il testo della canzone “theY”…
Direi poi senz’altro “21 grammi”, per come riesce ad essere organico destrutturando il flusso temporale: anche in “Lesson…” l’andamento dei giorni della storia non segue l’ordine temporale, ma una logica diversa: troviamo infatti l’epilogo all’inizio e la causa scatenante alla fine, con nel mezzo i racconti dei singoli episodi posizionati scambiando il susseguirsi dei giorni in maniera apparentemente illogica e in modo da svelare di volta in volta una parte ulteriore della psiche del protagonista. Questo allo scopo di rendendolo sempre più “umano”, cercando di far “affezionare” l’ascoltatore sempre di più al personaggio prima di rivelargli quale sia il grosso peccato di cui si è macchiato, peccato di cui si parla fin dall’inizio del racconto come la causa della sua caduta ma svelato solo al termine.
In ultimo direi “Vanilla Sky”, al quale il personaggio del nostro concept in qualche modo “ruba” la totale insicurezza nei confronti della sua percezione della realtà e il sentirsi complice di un’enorme cospirazione che mina la sua sanità mentale.”

Dal punto di vista musicale il disco stupisce per varietà e bravura nel saper amalgamare le diverse componenti. Come nascono queste strutture musicali così articolate e ben amalgamate?
“ Con la nostra musica abbiamo sempre cercato di creare qualcosa che fosse realmente “nostro”, che ci appartenesse completamente ed esclusivamente, e non abbiamo mai avuto problemi ad inserire tutti gli elementi che consideravamo funzionali ad un certo frangente musicale: ci piace un sacco di musica diversa e nel bene e nel male abbiamo maturato una visione musicale a 360 gradi e questa cosa sicuramente si sente nelle canzoni che componiamo…”

Il vostro dato caratteristico è quello di usare spesso nelle canzoni elementi antitetici e fonderli insieme. Non c’è mai melodia senza potenza, così come spesso affianco alle clean vocals c’è sempre il growl. Da cosa dipende?
“ E’ proprio questo ciò che tiene unito l’amalgama di cui parlavamo poco fa: la melodia. Lo scopo finale di tutto quello che facciamo è quello di creare emozioni tramite la melodia, alla quale cerchiamo sempre di affiancare una buona dose di “cattiveria”, se così si può dire… Descriviamo e raccontiamo con la nostra musica emozioni e situazioni in qualche modo al limite, e per descriverle e raccontarle l’unico modo che conosco è questo: d’altronde le cose veramente importanti della vita non sono composte da elementi che possono essere compresi e narrati in maniera univoca, è tutta un’enorme e continua contraddizione, no? Eheh.”

Talvolta però date l’impressione di essere un po’ troppo pretenziosi, accusa questa che riguarda un po’ tutte le band che in un certo modo si rifanno al prog, anche se certe “sboronate” sono davvero goduriose. Quanto vi sentite affini al prog?
“ Beh, i Dream Theater sono stati, e con tutta probabilità sono tuttora, il mio gruppo preferito assieme ai Pain of Salvation, per cui… sì, in un certo senso siamo una specie di gruppo prog, un po’ per le parti strumentali, un po’ per un certo approccio, come dire, ricercato alla materia musicale. Quello che proprio non verrei diventare è un gruppo in cui le “sboronate” a cui accennavi tu sopra diventino la maggiore attrattiva esercitata sul pubblico… in effetti sì, ci piace creare strutture ritmico-armoniche non banali, ma non siamo e sicuramente non vogliamo essere una band che basa la sua musica sui virtuosismi!”

L’elemento più atipico è “Trust In Me”, che è praticamente una intro techno alla canzone che segue. Non è un po’ una forzatura? Sembra il classico elemento messo apposta per stupire, ma non funzionale al disco e al resto delle canzoni.
“ A me piace! A parte gli scherzi, anche in “Ceramic..” e nel nostro demo “Love Injuring Criteria” ci sono delle pause “elettroniche” che servono ad allentare la tensione; in particolare “trust in ME” a mio parere è molto evocativa e funzionale al fluire della storia… e poi alla fine sono una manciata di secondi, suvvia!”

Qual è la canzone del disco che meglio rappresenta gli Edenshade? Ti va di descrivercela?
“ Non lo so, onestamente! Potrei dirti “Insect”, uno degli ultimi pezzi che abbiamo composto per l’album e sicuramente uno dei più “audaci” dell’album, cantata quasi interamente con la voce pulita e con la strofa in italiano, oppure la title track o “Contemplate”, che contiene uno dei frammenti strumentali a cui sono affezionato di più, o “thatBLIND” con il suo finale acustico…
Onestamente credo che “the LESSON betrayed” sia un album in cui ogni canzone esalta un aspetto del nostro suono e che l’album vada ascoltato nella sua interezza per comprenderlo appieno.”

Cosa vi ha fatto decidere di firmare con la My Kingdom Music?
“ Francesco di MKM ha dimostrato subito di apprezzare tantissimo la nostra musica ed è uno dei pochi in Italia a lavorare in maniera seria per le sue band ed è proprio questo che stavamo cercando: un’etichetta in grado di supportarci al meglio e di credere in noi senza magari promettere la luna, ma lavorando in modo metodico per ottenere risultati concreti.”

Siete interessati alle vicende interne del nostro paese? Negli ultimi tempi oltre al cambiamento del governo si sono avuti alcuni grossi scandali che hanno coinvolto finanza, politica, calcio, e perfino principi. Che ne pensate?
“ Mah… si, seguo le vicende del mondo che mi circonda ovviamente, ed in particolare certe “meraviglie” con cui la cronaca italiana ci ha stupito negli ultimi mesi, ma non mi piace mescolare certi argomenti con la musica… e poi la vittoria al mondiale ci farà dimenticare di tutto, no?”

Ora quali saranno i vostri prossimi passi?
“ Suonare live il più possibile! Per “Ceramic…” non siamo riusciti a fare un vero e proprio tour ma solo pochissime date spicciole… speriamo di riuscire ad organizzarci al meglio, sto premendo tantissimo con la nostra etichetta per fa sì che questo sia possibile! Nel frattempo il primo appuntamento è al S-Hammer Metal Fest con i Sodom il 26 Agosto a Castel Volturno!”

Il prossimo disco sarà il terzo, che in genere o è definitiva consacrazione o l’inizio della fine di una band. Ansie? Timori? Speranze?
“ Cavolo! Non ci avevo pensato! Beh, ovviamente speriamo di riuscire a continuare a fare musica per un sacco di altro tempo ancora, ma ora come ora siamo concentratissimi su “the LESSON betrayed” per pensare al prossimo album… crediamo tantissimo in questo disco e vogliamo farlo conoscere il più possibile in giro!”

Ok, chiudete pure come volete.
“ Beh, grazie per l’intervista e per il supporto che Eutk ci ha sempre dato! Ci vediamo allo S-Hammer Metal Fest!”

Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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