Thresholds (Richard West, keyboards)

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Gruppo:Threshold

Identificati da anni ormai come un mix tra heavy metal e progressive rock, i Threshold si sono resi autori fino ad oggi di ottime realizzazioni, culminate nel precedente "Hypothetical", album non a torto visto da molti come l'apice della loro discografia.
Con "Critical Mass" la band cerca di confermare il buon riscontro ottenuto l'anno scorso qui in Europa e di perpretare il discorso portato avanti sin dall'esordio "Wounded Land". Sentiamo come procedono le cose dal tastierista, nonchè uno dei membri fondatori della band, Richard West.

Cominciamo a parlare subito del vostro nuovo album. Sia il titolo che la rispettiva copertina risultano riferiti alla fissione nucleare ed alla reazione a catena. L'argomento attualmente richiama da vicino l'odierna situazione internazionale. Il riferimento è stato effetivamente voluto da parte vostra?
Beh, l'accostamento è evidente, ma no, non è stato calcolato. Liricamente "Critical Mass" è riferito a due significati. il primo è il concetto di idea che parte dalla mente di un singolo uomo. Essa prende vita da una sola mente, ma una volta esternata, essa può esser ritenuta valida da altre persone, espandendosi sempre più, coinvolgendo sempre più menti e raggiungendo quella "massa critica" che fa sì che tutto ciò si trasformi in un vero e proprio movimento, una religione o un partito politico, ad esempio.
Il secondo significato è riferito al sogno, all'aspirazione che ogni persona porta dentro se durante la propria vita.
Non tutti ne riservano importanza e capita che essa venga ignorata, ma altri la coltivano, vivono attivamente con essa e si prodigano, lavorano duro affinchè possa crescere, svilupparsi, fino a quando, raggiungendo la propria massa critica, non si realizzi divenendo realtà. Questo è facilmente accostabile da parte mia alla condizione dell'essere artista, di coltivare il proprio sogno, di realizzare il proprio operato e di inseguire il privilegio di poterlo divulgare agli altri.

Ok, anche se bisogna comunque dire che voi Threshold, fin dal vostro primo album non abbiate mai tralasciato di trattare nelle liriche i problemi che affliggono l'uomo in tutte le sue sfere di vita.....
Sicuramente, beh....proprio in occasione di "Wounded Land" avvenne la svolta.
Questa tradizione è partita da lì ed è sempre stata fermamente portata avanti da tutta la band. Jon Jeary si incaricò delle liriche in quasi tutte le composizioni e fu allora che gli argomenti trattati cominciarono a differire da tutto ciò che i Threshold avevano suonato girando i piccoli club fino ad allora.
Capimmo che un intero album è una grossa opportunità per poter esternare il proprio parere, la propria opinione su qualunque argomento si ritenga meritevole di attenzione e discussione. Per noi tutti i più disparati problemi che caratterizzano l'esistenza umana chiaramente rientrano in tale contesto.

La band, dopo un periodo di ripetuti cambi di formazione s'è stabilizzata con l'innesto del singer Andrew "Mac" Dermott. Quanto ha influito da allora questa stabilità all'interno della band dal punto di vista sia musicale che di vita comune tra i vari componenti?
La prima formazione stabile l'avemmo quando nel 1995 partimmo in tour con i Dream Theater e successivamente producemmo il live album "Livedelica".
Era un periodo in cui su qualsiasi cosa lavorassimo o discutessimo c'era piena collaborazione e ci capivamo praticamente al volo dal punto di vista musicale......peccato che ciò non corrispondesse anche sul piano prettamente personale, c'erano delle incomprensioni.
Tirando le somme, non era proprio una situazione insostenibile, ma di sicuro non era facile. Ecco perchè ben presto ci trovammo a dover scovare un nuovo cantante, un batterista ed è dovuto trascorrere un bel po' di tempo perchè ci potessimo sentire di nuovo in una line-up stabile e solida, insomma come una famiglia.
E' difficile trovare il giusto equilibrio in un gruppo di sei persone. Per alcune bands questa armonia s'instaura subito; per altre, come nel nostro caso, ciò si consolida dopo un vera e propria lunga gestazione.
Ora la band ha raggiunto questa stabilità e questa sensazione s'è avvertita proprio quando ci siamo chiusi in studio per realizzare "Critical Mass": ognuno aveva le idee chiare sul proprio ruolo, su cosa dovesse fare. Si collaborava insieme discutendo e suggerendoci a vicenda le idee sui brani e gli arrangiamenti......

......quindi ora si ha una totale convergenza d'intenti fra di voi........
Esattamente! Vedi, tutti gli ex elementi hanno, sì, contribuito alla crescita della band, ma non si sono dimostrati fino in fondo parte di essa. Damian Wilson era un grande cantante, ma i Threshold per lui erano tutto sommato una parentesi, non di certo il suo futuro.....ed è giusto così, ognuno, come ti dicevo prima, deve seguire i propri obbiettivi e realizzare i propri sogni.

Ok, torniamo per un attimo al nuovo "Critical Mass": esso segue "Hypothetical" dopo appena un anno. I brani erano già in gran parte pronti al tempo delle registrazioni del precedente album o sono stati tutti composti in questi mesi?
Un misto delle due cose......Prendiamo ad esempio proprio il brano "Critical Mass". Si suddivide in tre parti: la prima è recentissima, composta proprio per l'album, la seconda risale a cinque anni fa e la terza è di un po' di mesi fa.
"Avalon", addirittura, fu scritta ben quindici mesi fa, ma mai completata perchè ogni soluzione finale non ci soddisfaceva. Per questa volta ci siamo riusciti e l'abbiamo finalmente inserita in un album.

Alla luce del lavoro svolto ora, come ti senti di inquadrare "Critical Mass"?
Beh, il precedente "Hypothetical" è andato ottimamente sia per responso di pubblico, che di critica. E' sicuramente stata la nostra miglior release sotto ogni punto di vista.
In questa prospettiva sarebbe stato molto comodo per noi realizzare un "Hypothetucal Part 2", ma abbiamo preferito dimenticare tutto quanto fatto in precedenza e tuffarci concentrati ed intenti alla realizzazione del nuovo album.
Se dipendesse da me ne farei altri dieci di "Hypothetical"!!!! (risate, nda)
Abbiamo cercato di differenziare un po' il nuovo materiale, attenendoci comunque al nostro marchio sonoro e stilistico, ma enfatizzando anche le atmosfere, l'attitudine progressive ed utilizzando qualche campionamento.
I primi responsi per ora si sono rivelati omogenei: alcuni lo hanno trovato un ottimo album, altri lo considerano molto simile al precedente.

Hai tirato in ballo loops e campionamenti. Sono stati in parte ispirati da ascolti attuali?
Certo, sai, mi piace molto la musica del decennio attuale. I 90s sotto questo punto di vista sono stati pessimi, musica davvero orribile per me, mentre i tempi attuali mi hanno restituito il piacere di ascoltare la radio.
Bands come Linkin Park, su tutte, mi affascinano sia per il loro suono, la loro preparazione in sede di registrazione, le loro melodie accattivanti e per l'utilizzo che fanno della tecnologia.
Sì, anche se in piccola parte, mi sento influenzato da questo nuovo tipo di metal.
Ai tempi di "Psychedelicatessen", "Extinct Instinct", i Threshold aspiravano maggiormente ad essere una rock band come quelle degli anni settanta, punto e basta.
Ora ci va di fare quello che ci passa per la testa e non ci curiamo più di quale immagine possiamo dare all'esterno in base a ciò che suoniamo.
Più semplicemente, ora suoniamo ciò che ci piace.

Andiamo decisamente indietro, ora. Quando hai capito di voler essere un musicista a tempo pieno?
Credo praticamente da subito, fin da quando ero bambino. Subito mi sono avvicinato alla musica sia come ascoltatore che come esecutore, ero piccolissimo quando presi le mie prime lezioni di piano. Ho sempre suonato ignorando ciò che andasse di moda fare tra i ragazzi della mia età o cosa facessero i miei amici....

......ed il miglior momento da quando fai parte dei Threshold?
Sicuramente sembrerà una risposta scontata, ma mi sento proprio di dirti che ogni singolo giorno per me è speciale. Ogni volta che saliamo sul palco per un concerto, ogni volta che ci chiudiamo in sala e proviamo o registriamo, è sempre un'emozione più forte e rinnovata rispetto a prima.
Ogni giorno ha qualcosa di speciale, ad esempio ieri è stato bellissimo apprendere del nostro ingresso nelle classifiche in Germania e la stessa emozione l'avevo quando finivamo di realizzare i nostri primissimi albums.

Prima, a proposito di "Critical Mass", hai parlato di sogni, di progetti che ognuno di noi aspira a realizzare. In base alla tua esprienza, cosa ti sentiresti di suggerire ai musicisti che appena ora muovono i primi passi all'interno della scena musicale?
L'importante è fare qualcosa in cui si crede veramente. Oggi ci sono così tanti artisti che fanno musica solo per entrare nelle charts e fare soldi, o che cominciano non spinti dalla creatività, ma solo con l'obbiettivo di procurarsi un contratto discografico, che oramai questo messaggio viene colto solo da pochi.
Con i Threshold è sempre stato l'opposto, abbiamo scelto di suonare un genere che amiamo, anche sapendo fin da suito di non poter raggiungere certi traguardi facilmente, perchè fuori dalle mode.
Eppure, credimi, ora come ora, anche se non abbiamo un'enorme popolarità ed un conto in banca mastodontico, sento la mia vita professionale completa e soddisfacente.
Sono contento di esser giunto ad oggi senza scendere a compromessi per ciò che faccio.

Voi Threshold in anni di carriera siete andati in tour per così tante volte ed avete incontrato così tante bands della scena progressive e metal........cosa pensi abbiate appreso da loro? Quali insegnamenti i Threshold credi abbiano impartito loro di converso?
Ancor prima della musica è stata l'amicizia ciò che ci siamo trasmessi a vicenda.
Con i Dream Theater, gli Enchant e molti altri, non dividevamo solo un palco, ma ci frequentavamo, ascoltavamo musica insieme, si scherzava, si ciondolava in giro a far baccano, si giocava insieme ai videogames.
Questo è il bello del vivere in relazione giorno dopo giorno: essere felici "adesso", scoprire quanto di bello giorno per giorno possa esserti offerto.
Certo, è importante darsi da fare per la felicità del "domani", ma solo fino a quando questo non implichi ignorare ciò che stai vivendo oggi.
Sì, credo che sia proprio l'amicizia ciò che ci siamo trasmessi a vicenda.

Intervista a cura di Elio Bordi

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