Dokken: Don Dokken (cantante)

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11 Giugno 2004, l'aereo di Don Dokken è atterrato da poco più di un'ora e nonostante il caldo e il lungo viaggio questo leggendario personaggio accetta di raccontarci il suo ultimo album "Hell To Pay", la cui uscita è ormai prossima. Vista l'ora mi invita a pranzo e nel frattempo esprime tutto il suo orgoglio per quello che definisce "il nostro migliore disco da dieci anni a questa parte!".

L'uscita del vostro attesissimo nuovo album "Hell To Pay" è slittata al 13 Luglio 2004, quali sono i motivi di un simile ritardo?
In realtà l'album era pronto da molto tempo... Era prevista l'uscita di molti album per il mese di giugno, e quelli della mia casa discografica quando hanno sentito "Hell To Pay" hanno pensato che fosse il mio album migliore da dieci anni a questa parte quindi hanno preferito dargli lo spazio che meritava ed evitare di farlo uscire in concomitanza con altre release. Noi eravamo pronti da Aprile...

Adesso che "Hell" è pronto puoi dire di esserne soddisfatto o c'è qualcosa che cambieresti se potessi?
Sono soddisfatto al cento per cento e non c'è nulla che cambierei. Forse cambierei la copertina perché in molti l'hanno interpretata nel modo sbagliato per via della mano del Diavolo con i suoi lunghi artigli neri. Quell'immagine simboleggia quello che penso dei politici di oggi; in ogni caso io non scrivo di politica nelle mie canzoni ma allo stesso tempo ho voluto rappresentare attraverso la copertina di "Hell" la mia opinione. Se le cose continueranno ad andare così mi domando dove saremo tra dieci anni...

Come descriveresti "Hell To Pay"?
Lo descriverei come un classico album dei Dokken molto vicino a quello che facevamo anni fa, una sorta di ritorno agli anni '80. Oltre a questo non saperi come classificarlo...

Non credi che il vostro sound sia meno melodico, più hard rispetto ai vostri lavori passati?
Meno melodico? No non credo che sia meno melodico... Penso che la differenza stia nel fatto che trasmetto quello che sento nei miei testi e durante gli anni le cose cambiano così tanto. Quello che sento oggi è diverso da quello che sentivo quando avevo venticinque anni e quando ne avrò cinquanta sarà tutto ulteriormente cambiato. Scrivo di quello che vivo e di quello che vedo e non vedo il mondo con gli stessi occhi rispetto a quando ho scritto "Under Lock And Key" e tutto questo si riflette nella mia musica.

Quanto tempo avete impiegato a scrivere i pezzi di "Hell" e chi ha scritto musica e testi?
Abbiamo impiegato un sacco di tempo, c'è voluto un anno per finire di scrivere e di registrare i dodici brani di "Hell To Pay"! John (Levin, il chitarrista) ed io abbiamo scritto la musica e io ho scritto la maggior parte dei testi tenendo comunque conto del parere degli altri membri.

John Norum non è più tra le fila dei Dokken: in che modo il suo allontanamento dalla band ha influenzato il sound del nuovo album?
Penso che il nostro sound sia migliorato da quando John non è più il chitarrista dei Dokken! Siamo più "Dokken" mentre con John avevamo in parte perso alcune delle nostre caratteristiche. Andavamo in direzioni diverse, lui aveva uno stile a volte "blueseggiante" o simile a chitarristi come Zakk Wilde, ma questa era la sua direzione, non la mia...

Come siete arrivati all'attuale line-up?
Mick Brown (batteria) è con i Dokken da sempre mentre Barry Sparks (basso) suona con noi già da quattro anni, aveva suonato anche in "Long Way Home" del 2002. E John Levin (chitarra) era il mio avvocato! Ha suonato nei Warlock fino al 1991 quando ha deciso di frequentare Legge per diventare avvocato ed è stato il mio legale per qualche tempo, fino a quando Jeff Pilson non gli chiese di suonare qualche assolo per alcuni demo dei Dokken e lui accettò pensando che avrebbe potuto essere la sua ultima occasione di rientrare seriamente nel mondo della musica come chitarrista. E ora è un membro ufficiale dei Dokken.

Quali reazioni ha avuto fino ad ora "Hell To Pay"?
Fantastiche, tutti sono convinti (me compreso) che sia l'album migliore che abbia fatto negli ultimi dieci anni, dai discografici ai giornalisti... e questo non può che rendermi orgoglioso!

Quale sarà il primo singolo ad essere estratto?
Sarà "Escape". Credo che sia molto "Dokken", veloce e allo stesso tempo melodica, heavy ma non troppo, ci rappresenta perfettamente. È stata una decisone presa dalla casa discografica e dalla band, di solito non sono io a decidere questo tipo di cose...ho le mie opinioni, certamente, ma lascio che siano loro a decidere. John aveva scelto "Escape" e "Prozac Nation", Mick e tutti gli altri erano d'accordo per "Escape" così alla fine hanno scelto quella.

Cosa ti aspetti da "Hell" ?
Spero che piaccia ai "vecchi" fans dei Dokken e che gente nuova si avvicini alla nostra musica... Ovviamente mi piace l'idea di conquistare un pubblico nuovo ma non ci penso mai mentre scrivo le canzoni. Voglio dire, non penso di dover scrivere pezzi commerciali per raggiungere un certo tipo di audience piuttosto che un altro o per far sì che la mia musica possa passare in radio o cose del genere... L'ho fatto per oltre vent'anni e ora non mi interessa più. Scrivo solo quello che sento e quello che mi piace, non riesco più a scrivere un disco per sento il bisogno di avere successo o di far soldi e basta.

In occasione dell'uscita del vostro penultimo album, "Long Way Home", nel 2002, Jeff Pilson (ex bassista storico dei Dokken) ha commentato: "Penso che quell'album avesse dovuto essere un album da solista di Don, visto che è stato lui a prendere tutte le decisioni senza consultare nessuno. Penso che sia un errore definirlo un disco dei Dokken, è del tutto diverso..." Cosa rispondi?
Rispondo che è geloso! Credo che dipenda dal fatto che non faccia più parte della band... deve essere frustrante per lui non aver partecipato alle ultime uscite discografiche dei Dokken.

Quali sono i progetti per il tour promozionale di "Hell To Pay"?
Domani (12 giugno N.d.A.) tornerò a casa e inizieremo un tour come headliner che prevede cinquanta date in America e avremo un solo giorno libero... Parteciperemo a molti festival con nomi come Judas Priest, Skid Row, Jackal... Abbiamo in programma di venire a suonare in Europa in Ottobre, sono troppi anni che non suoniamo qui. Abbiamo partecipato al Bang Your Head Festival in Germania e suoneremo in Spagna per vedere cosa succede, come reagirà il pubblico. Se le reazioni saranno positive e se c'è ancora gente a cui imposta dei Dokken allora partiremo con un tour europeo. Puntiamo molto anche su Italia e forse Grecia, il problema è che molti europei preferiscono il Death Metal o lo Speed Metal, e questo non è quello che noi suoniamo...

Avete già scelto la band che vi farà da supporto?
Sì, saranno i L.A. Guns, ci accompagneranno per tutto il tour.

Quale band o artista della nuova generazione di musicisti apprezzi di più?
Ci sono molti artisti validi in giro ultimamente, credo che tecnicamente i musicisti di oggi tendano a migliorare sempre di più e mi piace il modo in cui diversi stili di musica vengono combinati insieme. Direi che una delle band che preferisco siano gli Evanescence...

Allora dovrebbero piacerti anche i Lacuna Coil...
Ho sentito molto parlare dei Lacuna Coil, so che hanno una bravissima (e bellissima) cantante e so che incidono per la Century Media ma non ho ancora avuto occasione di ascoltarli... Credo che ne approfitterò per comprare un loro album oggi... Quale mi consigli?

Il mio preferito è "Comalies", l'ultimo album che hanno inciso... (A questo punto prende nota e chiede se ci sia un negozio di dischi in prossimità dell'albergo... N.d.A.)
Com'è cambiato il pubblico dei Dokken in questi anni?

Molti sono invecchiati! Scherzi a parte, è stato sorprendente vedere quanti ragazzini ci fossero durante i nostri ultimi show e come sapessero tutti i testi delle canzoni... Probabilmente i loro genitori avevano dei miei dischi e loro li hanno ascoltati diventando così nostri fans... Ma alla fine non ha importanza da quale epoca provieni, è importante solo quello che suoni... I Dokken provengono dagli anni ottanta così come i Metallica o i Bon Jovi, artisti che hanno un pubblico vastissimo ancora oggi, e aggiungerei anche nomi come Robert Plant o gli Aerosmith... Credo sia importante andare oltre quello che eravamo negli anni ottanta, senza rinnegarlo ovviamente, e andare avanti basandosi solo sulla musica.

Visto che parliamo degli anni ottanta, nel 1985 hai partecipato a "Hear'n'Aid" , un progetto di beneficenza in favore dell'Africa. Quali sono i tuoi ricordi a proposito?
È stato come un grande, lunghissimo party... C'erano almeno un centinaio di Rockstars, da Ronnie James Dio a Rob Halford, Geoff Tate, Yngwie Malmsteen... puoi immaginare che atmosfera ci fosse! In studio si lavorava molto seriamente ma appena fuori scorreva alcool a fiumi, c'erano feste ovunque, centinaia di persone... Davvero divertente...
Comunque sia è stato un onore per me partecipare perché si trattava di beneficenza. Non di soldi o di fama ma di aiutare qualcuno che ne aveva davvero bisogno. Non ci si dovrebbe mai dimenticare di chi è più sfortunato di noi, per quanto famosi o impegnati si possa essere...
Non so cosa avrei fatto se non fossi diventato un musicista, probabilmente avrei scelto di fare il medico o cose del genere, per stare vicino a chi soffre.
Se mi chiedessero di partecipare ad un secondo "Hear'n'Aid" lo farei senza pensarci due volte...

Siete sulle scene da venticinque anni: se ti guardi indietro c'è qualcosa che cambieresti?
Credo che più di ogni altra cosa cercherei di tenere la band unita. Forse avrei dovuto essere più forte e avrei dovuto cercare di tenere George (Lynch) e Jeff (Pilson) lontani dalla droga... Avrei dovuto farli smettere di rovinarsi con le loro mani ma sfortunatamente non ci sono riuscito. Ci sono molti musicisti e molte band che si trovano intrappolate in situazioni di questo tipo in America: cocaina, feste alcoliche e cose del genere. Io non ho mai fatto uso di droghe ma purtroppo la storia dei Dokken è stata segnata da esse...

Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine?
Raggiungere la pace della mente... Dovrebbe essere l'obiettivo di chiunque. Per il resto desidero solo essere felice, stare con i miei bambini, passeggiare lungo la spiaggia. E vorrei non dovermi più preoccupare a causa della bomba atomica e della minaccia di una guerra nucleare che è una cosa che mi fa letteralmente impazzire. Vorrei poter fermare tutto questo ma non posso, sono solo una singola persona... Ci fanno credere che esprimere la nostra opinione tramite il voto politico, ma poi andiamo a votare e chi viene eletto ha il potere assoluto su di noi per quattro lunghi anni e può decidere di fare qualunque cosa, anche le più atroci. Ma ormai il danno è fatto e non resta che aspettare per quattro anni e sperare che il prossimo eletto sia migliore del primo. La verità è che non abbiamo mai imparato dalla storia, dovremmo essere più illuminati ma ci rifiutiamo di esserlo.

C'è qualcosa che vorresti aggiungere, un messaggio per i lettori di Eutk?
Se ascolterete "Hell To Pay" non fatelo solo una volta, non lo capireste del tutto... Dovete ascoltarlo per tre volte e se dopo che l'avrete fatto non vi piacerà sarò felice di restituirvi i soldi!.

Intervista a cura di Elena Mascaro

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