POWER PROJECT: Carl Sentance (vocals)

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“Dinosaurs”, è stata una delle prime importanti sorprese del 2006, uno “strano” caso di “riscatto” nostrano, dopo anni di fastidioso e spesso gratuito scherno da parte del mondo “metallico” anglosassone.
Sono italiane, infatti, le “menti operative” del progetto, nelle persone di Andy Menario e Maurizio Capitini (con la collaborazione, per la stesura dei testi, del poeta Marco Capelli), già eccellenti protagonisti in “prima persona” della scena nazionale con i Martiria, e l’etichetta che licenzia il disco, la Powerzone Records, da loro fondata con l’intento di sostenere tutte le sonorità legate in qualche modo all’hard n’ heavy di derivazione ottantiana, mentre il personale esecutivo è costituito da alcuni tra i migliori interpreti di queste specifiche coordinate stilistiche, con i nomi di Carlos Cavazo, Vinny Appice e Jeff Pilson, i quali non credo necessitino di molte presentazioni e quello di Carl Sentance, che, almeno per il sottoscritto, rappresenta una vera e propria gradita riscoperta.
Una “all star band” di heavy metal “classico”, in azione sotto una “regia” italica non è, come anticipato, un fatto molto consueto, ed è proprio da questo tema che inizia la nostra breve chiacchierata con il sorprendente vocalist del gruppo …


Allora Carl, cosa ci puoi dire di questa singolare situazione, in cui Vi siete ritrovati ad eseguire quanto composto in prevalenza da songwriters italiani e sul come si è concretizzato il tuo coinvolgimento? Quali sono, in generale, le tue sensazioni in merito a questo nuovo progetto?
La cosa si è svolta in una maniera abbastanza semplice: ho saputo della possibilità di questo lavoro grazie ad una telefonata del mio amico Tony Martin, ho registrato un provino vocale per la Powerzone e grazie ad esso mi è stata offerta l’opportunità di far parte dei Power Project. Sono molto contento di essere nello stesso album con questi incredibili musicisti, le canzoni mi piacciono parecchio e sono felice di aver potuto contribuire all’efficacia del disco con alcuni testi e qualche melodia.

Il risultato mi pare davvero convincente, ma quale metodo avete utilizzato per la realizzazione del disco? Sei soddisfatto della tua prestazione e di “Dinosaurs” nel suo complesso? C’è qualcosa che a posteriori cambieresti o che ti sarebbe piaciuto si svolgesse in modo diverso, durante il suo processo di lavorazione?
Ho registrato le parti vocali a casa mia con un’attrezzatura costosa e professionale ed è stato veramente bello essere messo in condizione di cantare senza troppe pressioni, oltre che, come ho già detto, essere capace ed avere la possibilità di partecipare alla stesura delle melodie e delle liriche! Sono sempre molto critico nel giudizio su me stesso, così lascio che siano gli ascoltatori a valutare la mia performance.
L’unica cosa che “rimpiango” è di non aver avuto più tempo a mia disposizione!

Parlando di canzoni, quali sono le tue preferite in assoluto e perché?
Innanzi tutto adoro la title-track perchè c’è la voce di mio figlio Andy e poi mi soddisfano “Boats of despair”, per essere stato in grado di conferire al brano la giusta emozione, soprattutto nella sua parte iniziale, “20 hours of midnight” per il suo feeling “sinistro” e particolare, “Welcome to tomorrow’s little world” per il chorus hook che ho aggiunto ed infine, “Zombies” perché mi ricorda un vecchio pezzo dei Judas Priest e Rob Halford è il mio cantante rock preferito di tutti i tempi!

Nella mia recensione ho metaforicamente descritto la band come una razza di “rettili preistorici”, ancora capaci di dominare “l'ecosistema musicale” … quindi “classici” ma anche “freschi”, grazie ad una “cosetta” chiamata attitudine … Ti ritrovi in questa definizione e cosa ne pensi della scena musicale rock del “terzo millennio?
Devo dire di riconoscermi perfettamente in questa definizione! Non sono un grande fan delle nuove rock bands, ma devo anche dire di non ascoltarne molte! Per quanto mi riguarda la musica rock deve essere inevitabilmente caratterizzata da grandi melodie, un aspetto talvolta trascurato dai gruppi “nuovi”, ma penso che le cose cambieranno molto presto … Almeno lo spero …

Quali sono i “modelli” che reputi fondamentali per la tua evoluzione come artista?
Senza dubbio, Judas Priest, AC/DC, Iron Maiden, Queensryche, Sabbath e Queen!

Conosci i Martiria, la band dei tuoi “label bosses” Andy Menario e Maurizio Capitini? Se si, cosa ne pensi? Hai avuto l’occasione di ascoltare qualcosa relativamente al nostro panorama rock/metal?
Mi spiace, ma non conosco la loro band, però mi piacerebbe molto ascoltarla! Purtroppo non ho nemmeno mai sentito nessun altro gruppo italiano.

La continua “proliferazione” di “progetti paralleli” o “supergruppi” sta diventando un trend molto diffuso, che talvolta non è in grado di mantenere le promesse … Cosa ne pensi? Perché i Power Project dovrebbero essere considerati qualcosa di diverso da tutti gli altri progetti simili?
Per quanto riguarda un giudizio generale, non saprei come risponderti, ma penso che qualche volta non sia una situazione facile da gestire; i musicisti “esperti” talvolta si trovano ad aver bisogno di un sostanzioso sostegno finanziario o sentono la necessità di avere tanti progetti diversi a cui dedicarsi! Nel mio caso in particolare, io voglio semplicemente essere in una band, impegnarmi al massimo e scrivere grandi albums; sono disposto a lavorare ancora sodo, finché intravedo in un progetto musicale una qualche possibilità di futuro!

Ritieni che i Power Project saranno solamente un “progetto da studio” isolato o credi che ci sarà, come spero, qualcosa di più?
Anche io spero che ci possano essere degli sviluppi, ma al momento non possiamo far altro che aspettare e vedere cosa potrà accadere!

Fai parte di quella schiera di musicisti in possesso di un bagaglio d’esperienze piuttosto considerevole … Se dovessi dare qualche consiglio a chi sta iniziando l’attività, che cosa potresti suggerirgli? Quali sono gli aspetti che ti piacciono e quali quelli che invece ti danno fastidio di questa vita spesso così ambita?
Posso solo dir loro di cercare di suonare dal vivo il più possibile, senza perdere troppo tempo in studio d’incisione.
Adoro esibirmi e mi piace anche l’attività di registrazione, ma, quando sono “on the road”, detesto le lunghe attese che precedono i concerti.

Ed ora una “domandina” facile facile … Credi che i tempi siano maturi per il ritorno in grande stile dell’heavy “classico” e del rock più viscerale?
Penso che ci sarà un gran ritorno di questi suoni, ma anche che ci vorrà ancora un po’ di tempo!

Qual è, sempre in tema di “all star band” la tua formazione ideale di tutti i tempi e quali sono i musicisti migliori con i quali hai suonato nella tua carriera?
La mia band ideale sono indiscutibilmente i Judas Priest, mentre considero Geezer Butler e Fernando dei Krokus come gli artisti migliori con i quali ho avuto la fortuna di collaborare.

Internet sembra aver “umanizzato” il mondo del rock avvicinando in qualche modo gli artisti al loro pubblico … Cosa ne pensi e qual è la tua opinione sulla “rete” in generale?
L’unica opinione che mi sento di esprimere su Internet è che esso è un mezzo davvero efficace per far conoscere il tuo nome a tutti in modo veloce …

Quali saranno i prossimi passi della tua attività artistica?
Sto per riprendere il tour con la Whole Lotta Metal Band (www.wholelottametal.com) e in questo momento sto anche scrivendo del materiale per conto mio.

Come sempre, ora hai l’opportunità di concludere l’intervista nel modo che preferisci. C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori?
Spero che apprezziate l’album e che lo ascoltiate in modo da prepararvi in modo adeguato ai nostri eventuali futuri concerti e ai nostri prossimi lavori, pronti per … “MAKE SOME NOISE”!!

Intervista a cura di Marco Aimasso

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