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Gruppo:Kingcrow

Ciao a tutti e complimenti!
Qui Sergio di Eutk.net con un po' di domande, spero non troppo noiose!

Mauro: Ciao Sergio, grazie mille, non preoccuparti, ci annoieremo volentieri :)

- Parliamo del vostro lavoro: i brani sono accomunati tutti dal filo conduttore di un concept, magari sarà pure un cliché, eppure è una scelta che comporta sempre ulterori sforzi compositivi, no?

Mauro: Compositivi e non solo. Scrivere "storie" banali è un rischio da non sottovalutare, come non è da sottovalutare la questione originalità. Anche scrivere canzoni non legate da un concept può darti soddisfazione, ma quando hai a che fare con un modo di comporre, quello di Diego, così eclettico ed eterogeneo, credo sia meglio cercare la compattezza lirica.

- Le canzoni sono spesso caratterizzate da dettagli e sfumature che sembrano importanti...

Mauro: Hai colto nel segno. L'intero disco è letteralmente disseminato di indizi, citazioni, feedback e quant'altro. Non parlo di messaggi subliminali, sia chiaro, lungi da me voler inculcare qualcosa a qualcuno. Parlo dei classici "trivia", nascosti più per gioco che per altro, ma sicuramente importanti sia per capire a fondo la storia, sia per appropriarsi dello stile compositivo dei Kingcrow. Stile compositivo, che, tra le altre cose, riflette il nostro modo di essere nella vita di tutti i giorni.

- Anche la copertina mi sembra molto particolare ed azzeccata, e certo non buttata li a caso...

Mauro: E’ uno dei punti fermi dell’album. Per la sua realizzazione avremmo potuto affidarci ad un grafico come tanti altri e accettare il primo soggetto che ci venisse proposto. Invece abbiamo deciso di spendere un po’ di più, anche dal punto di vista mentale, e trovare un’idea carica di significato e decisamente intrisa del concept che avevamo scritto. Fabrizio Cerroni, un fotografo professionista, oltre che un bravo grafico, è riuscito in pieno nell’impresa!

- Quali sono allora gli elementi più importanti presenti nella vostra musica? E quelli meno percepibili che magari rischiano di passare inosservati durante l’ascolto del disco?

Diego: Una costante della nostra musica è quello di cercare di non ripeterci e di esplorare nuove cose, cercare di fare il classico passo in avanti. Si tratta di un processo del tutto naturale in quanto tutti i membri della band hanno una spiccata propensione alla sperimentazione dove per sperimentazione intendo cose nuove per noi. E’ un processo molto stimolante, a volte difficile ma a posteriori sicuramente gratificante. Per quanto riguarda Timetropia penso che gli elementi cardine risiedano in una spiccata teatralità, alcune atmosfere accostabili ai musical dei ’70 e la commistione di generi anche abbastanza distanti come il progressive , il reggae bianco, il gospel, l’heavy, il rock ‘n’ roll ecc..
Penso che con questo disco abbiamo raggiunto un livello di eclettismo
che rende piuttosto peculiare Timetropia.

- Semplice per voi parlare di musica, ma quale film o libro usereste per rappresentare il gruppo? E’ ancora troppo facile? Beh, motivatelo!

Diego: Il contesto lirico direi che è accostabile ai film di David Lynch, molto criptico e aperto a diverse interpretazioni. Cerchiamo comunque di trattare argomenti che abbiano a che fare con l’animo umano, le emozioni. La domanda che è alla base di Timetropia è “Che cosa rimane di un uomo quando tutte le sue certezze vengono a mancare?” Abbiamo costruito una storia che analizza in primis il percorso psicologico ed emozionale di quest’uomo e penso che Mauro abbia svolto un lavoro encomiabile per le liriche.

- Per ottenere il massimo non vi siete risparmiati, non solo nella cura dedicata alla composizione ma anche per quanto riguarda le registrazione e la produzione, vero?

Diego: Della produzione ci siamo occupati io e mio fratello Thundra nel nostro studio. Considerando la portata del progetto dal punto di vista degli arrangiamenti avevamo bisogno di non essere sotto pressione e di avere tempo. Quindi abbiamo registrato e mixato il tutto in un periodo di 9 mesi per poi affidare alle sapienti mani di Cuniberti il mastering del disco.

- Ma quanto è importante per un disco avere una buona produzione? Può essere più importante della musica stessa?

Diego: La produzione è importante, una sorta di magnificatore del contenuto musicale, ma a mio giudizio non può essere più importante della musica. Ci sono grandi dischi che rimangono tali , nonostante la produzione non eccelsa. Non so in quanti e quali casi si possa dire il contrario.

- Come si svolge di norma il vostro lavoro per la composizione dei brani?

Diego: Di solito il lavoro ha un suo preciso iter. Per prima cosa si pensa al concept, ad una storia interessante. Una volta scritta la storia la dividiamo nei “capitoli” più rappresentativi che diventeranno poi le song o i movimenti del disco. A questo punto io mi occupo della composizione dei brani che poi verranno arrangiati nella fase di pre-produzione da tutta la band al completo e verranno eventualmente apportate modifiche qualora lo si ritenga necessario. Una volta definita la struttura musicale e le linee vocali, Mauro scrive le liriche e poi si passa alla fase di produzione vera e propria.

- Cosa avete provato a fare nei vostri tre dischi al fine di non imitare le più famose heavy metal bands ?

Diego: Penso che i Kingcrow siano ormai una band a cui l’etichetta Heavy Metal va strettina. Abbiamo troppe influenze al di fuori del mondo heavy per cui il suono globale ne risente. Sicuramente rimane un’ossatura di carattere Heavy ma sinceramente se dovessi accostare i Kingcrow solamente a band metal non saprei proprio dirti. Noi cerchiamo solo di fare il disco che vorremmo ascoltare in quel momento, di fare il miglior disco possibile. Il “genere” è un dettaglio di cui non ci preoccupiamo come non ci preoccupiamo degli accostamenti con gli altri gruppi. "Insider" per esempio aveva un’atmosfera alla "Operation: Mindcrime" ed era quello che volevamo considerando la natura del contesto lirico. Credo comunque che "Timetropia" sia il disco più personale che abbiamo fatto fino ad ora. Quando lo ascolto non riesco ad associarlo ad un’altra band se non a tratti. Di questo siamo molto orgogliosi nonostante non fosse l’obbiettivo primario al momento della stesura.

- Sentite un distaccamento musicale tra il vostro debutto “Something Unknown” ed il nuovissimo “Timetropia”? Se si, come si colloca in questo contesto il precedente lavoro “Insider” ?

Diego: Come già detto i tre dischi sono molto molto diversi tra loro. "Something Unknown" paga il dazio anche ad una certa inesperienza, anche se ci sono brani che tuttora trovo interessanti. "Insider" è il nostro disco più heavy ed oscuro, cupo …Timetropia è un sacco di roba diversa, si passa da momenti solari e positivi ad atmosfere oscure e come sempre ciò è dovuto al contesto lirico.

- Ho notato che il precedente cantante del gruppo, Stefano Tissi, ha preso parte alle registrazioni dei cori, e visto che ricordo una sua prova positiva all’epoca del primo disco, vorrei sapere cosa ha portato al suo vvicendamento con Mauro Gelsomini.

Diego: Ci separammo di comune accordo considerando che Stefano voleva proseguire i suoi studi lirici e noi cercavamo una voce più teatrale. Comunque come ho ripetuto tante volte lui oltre ad essere un bravissimo cantante è rimasto un nostro grande amico per cui al momento di fare i cori è stato il primo nome che c’è venuto in mente. Le registrazioni dei cori è stato il momento più divertente dell’intero processo di produzione…sembrava una rimpatriata di vecchi amici.

- E’ stato difficile uscire dall’underground? O meglio credete di esserne usciti e soprattutto è uno degli obiettivi che vi siete prefissati?

Diego: Allora, qui parliamo di quella dicotomia che riguarda il concetto “uscire dall’underground”. Se parliamo di critica, degli addetti ai lavori, allora ti rispondo che non solo siamo usciti dall’underground ma che si inizia a parlare di noi come paragone per un certo modo di concepire l’Hard-Progressive oggi. Quando inizi a leggere recensioni di altre band in cui la tua musica viene usata come termine di paragone allora pensi che sei uscito dall’underground, che hai realmente fatto qualcosa di buono. Le recensioni di Timetropia che stanno uscendo sono a dir poco entusiastiche ma anche Insider da questo punto di vista è andato molto bene. D’altra parte, se parliamo di vendite e/o guadagni allora ti rispondo che siamo ancora ancorati all’underground. Le vendite sono buone per il contesto attuale… è il contesto attuale ad essere veramente pessimo. E purtroppo non credo ci sarà un’inversione di tendenza in futuro.

- Il 2006 è finito all'insegna del vostro terzo album, quali sono le vostre aspettative per il 2007?

Diego: Credo che inizieremo a lavorare ad un nuovo concept album. Per il momento stiamo un po’ ricaricando le batterie e ci occupiamo delle interviste e quello che riguarda l’aspetto promozionale. Timetropia ha avuto una gestazione piuttosto faticosa quindi un po’ di riposo ci vuole per poter ripartire con la mente fresca e le idee chiare ed affrontare un altro capitolo della nostra discografia. Penso che di un vero e proprio tour se ne riparlerà dopo l’uscita del nuovo disco anche perché ci piacerebbe fare una cosa particolare anche dal vivo.

- Dimenticavo, il monicker Kingcrow è retaggio di un inizio carriera orientato a temi, musicali e lirichi, fantasy/epici?

Diego: In realtà il moniker viene da “il corvo” di E.A. Poe. Noi non abbiamo mai toccato temi fantasy o epici se non in sporadici episodi.

- Vi ringrazio... concludete pure l'intervista come preferite!

Mauro: Grazie di cuore a te e a tutti i tuoi lettori. Se vorrete lasciarci la vostra impressione su "Timetropia", potrete farlo sul nostro spazio "Myspace" all'indirizzo www.myspace.com/kingcrowband !!! Ciao!

Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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