Grave (Ola Lindgren, vocals)

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Gruppo:Grave

Come siete tornati indietro dalla tomba in cui sembravate essere sepolti dal ’97?
Due anni fa ho iniziato a riprendere qualche contatto; Fredrick si è subito proposto per il ruolo di bassista e, successivamente, Jonas, che ha suonato il basso sul nostro primo album, è rientrato nella band passando però alla seconda chitarra. Con questa formazione abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo materiale; della stesura dei pezzi ce ne siamo occupati principalmente io e Jonas, ma posso tranquillamente affermare che questo è un disco dove ogni componente dei Grave ha dato il suo fondamentale apporto. Ovviamente è stato registrato ai Sunlight studios, studi nei quali ci sentiamo a casa e che fanno parte del sound dei Grave, e di gran parte della scena death svedese, quanto qualsiasi membro del gruppo. Oltretutto Tomas (Skoksberg, il produttore n.d.r.) è un carissimo amico, e non si limita semplicemente a registrare la nostra musica, bensì dà anche preziosi consigli e ha la rara qualità di dire spesso la verità, quindi se un nostro pezzo non lo esalta ce lo fa notare e non esita a suggerire le modifiche che, secondo lui, renderebbero quel brano migliore.

Ora siete tornati sulla scena, ma in questi anni di silenzio cos’era veramente successo ai Grave? Vi eravate sciolti oppure avevate deciso di accantonare la band per un po’, senza alcuno split?
In realtà non c’è stato alcuno split da “Hating Life”, pubblicato nel ’96. Semplicemente ci siamo presi un lungo break prima di ricominciare a lavorare. L’interesse per il death metal non era certo ai suoi massimi livelli verso la metà degli anni ’90, e mi duole dirlo, ma la nostra popolarità era solo l’ombra di quanto avevamo vissuto nel nostro periodo d’oro. Decidemmo quindi che era inutile continuare a gettare dischi in un mercato privo d’interesse, sono poi subentrati alcuni problemi di line up ed altre difficoltà, ed ecco che il nostro nuovo album è slittato fino al 2002.

Assieme a Entombed, Dismember, Carnage ed Unleashed siete considerati fra i prime mover della death metal scene svedese, cosa ricordate di quei tempi?
They were nice times! Ci siamo molto divertiti ed eravamo legati, personalmente intendo, alle band che hai appena nominato, soprattutto ai Dismemeber ed agli Unleashed, con cui abbiamo spesso diviso il palco, e con cui ci siamo sbronzati in innumerevoli backstage. C’era ottima musica a quei tempi e non c’era internet, quindi tutta la promozione, specie nell’underground, avveniva a mano. Abbiamo distribuito migliaia di volantini, attaccato centinaia di poster promozionali e spedito una valanga di pacchi in giro per tutta Europa ed America. Certo, era un metodo molto faticoso, richiedeva tempo ed i risultati spesso non premiavano la grande fatica fatta, ma permetteva di conoscere gente in gamba, persone coi tuoi stessi interessi con cui instaurare un rapporto che andasse al di là del semplice tape trading etc. Ora con alcuni click è possibile accedere a database pieni di mp3, dove si possono sentire band di cui spesso non si sospettava neanche l’esistenza, e questa è una cosa positiva, però tutto si svolge sempre attraverso il freddo schermo di un computer.

Una domanda che io e il Graz ti volevamo porre da sempre: il sound di chitarra che da sempre contraddistingue gli Entombed, i Dismember ed anche i Grave è una vostra scelta o è nato ai Sunlight?
Uhm… sinceramente non trovo molte similitudini fra il nostro suono di chitarra e quello che tu chiami “l’Entombed sound”. Credo invece che i suoni di Dismember ed Entombed siano molto simili; posso dirti che gli Entombed sono stati i primi ad inventare quel suono, che era molto originale quando venne proposto da loro, poi i Dismember lo hanno usato anche per i loro album, rendendo così le due band molto simili. Non è una scelta dello studio, sono i gruppi in questione che insistono per suonare in quella maniera. Per quanto riguarda noi, credo che si tratti di tutto un altro discorso, le nostre chitarre suonano in maniera più americana, quindi non mi sembra di trovare alcun punto di contatto.

A questo punto o io sono sordo o Ole non ha ben capito la domanda, comunque… Sempre più spesso le band estreme cercano di suonare il più veloce possibile seguendo l’assioma “più veloce = più estremo”, cosa ne pensi in merito, vista la diversa impostazione dei Grave?
Ovviamente non credo che questa sia una verità inconfutabile e sempre valida. Mi piacciono i gruppi che vanno molto veloci, come Morbid Angel e Cannibal Corpse, ma noi non abbiamo mai suonato in questa maniera. Ci siamo sempre concentrati sui mid tempo e sul groove del pezzo, non cimentandoci mai, ad esempio, in partiture grind o quant’altro. Preferiamo un suono cupo, oscuro, potente… mi verrebbe da dire “grasso”. Miriamo a produrre un sentimento più che un semplice brano, e questi sentimenti, secondo me, non si suscitano limitandosi a suonare alla velocità della luce. Ad esempio, negli anni ’90 si è imposto il trend del black metal che, a parte alcune band come Dark Funeral e Dimmu Borgir, non è mai riuscito a guadagnare il mio rispetto: migliaia di gruppi, tutti uguali fra di loro, spesso senza alcuna nozione tecnica e registrati da cani, che pensano solo a pestare più forte possibile sui propri strumenti cercando di apparire estremi. Fortunatamente, come successe per il death metal quando il mercato giunse alla saturazione, negli ultimi anni si è compiuto un repulisti di tutta questa feccia, e sono rimasti in piedi solo le band che veramente valgono, come quelle che ho nominato prima ad esempio.

Cosa pensi dei tuoi vecchi album?
Li adoro tutti, è musica che spacca il culo! Quando a Gennaio partiremo per il tour, che dovrebbe passare anche per l’Italia, nel caso te lo stia chiedendo, proporremo una scaletta che comprenderà almeno 3 o 4 brani tratti da ogni album della nostra discografia. Andremo a ripescare anche canzoni che non suonavamo da molto e che i fan ci hanno richiesto in continuazione, saranno dei grandi show!

Nell’edizione limitata di “Back From The Grave” sarà presente un bonus cd contenente i vostri primi tre demo, registrati fra l’88 e l’89. Autocelebrazione o gesto d’attenzione nei confronti dei fan?
Sicuramente la seconda opzione; ho spesso ricevuto pressanti richieste riguardanti i nostri primi demo tape da parte dei fan. Avevo quindi avuto l’idea di metterli tutti in un unico cd che, successivamente, avrei venduto tramite il nostro sito, www.intothegrave.com. La Century Media è venuta a sapere di questo mio progetto e mi ha proposto di includere questo cd nell’edizione limitata del nostro nuovo album, l’idea m’è sembrata grandiosa, un tributo a tutti quei fan che ci hanno atteso per così tanto tempo. Oltretutto quel bonus cd è completamente gratis, non si paga di più per averlo, ed è un ottimo modo per mettere a confronto i Grave degli esordi con la band odierna.

Intervista a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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