Dominance: l'epoca finale...

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Profondi come gli abissi, anzi è proprio da lì che tornano i nostrani Dominance dopo dieci lunghi anni di silenzio, e fanno il loro ritorno con un disco intitolato Echoes Of Human Decay, sinonimo di puro e devastante Death Metal! Ma è meglio lasciar parlare il gruppo...
Salve ragazzi! Finalmente dopo dieci anni siete tornati con un nuovo album, come mai abbiamo dovuto aspettare così tanto tempo?
In questi anni abbiamo dovuto affrontare prima la rottura con la Scarlet Records, con la quale avevamo addirittura un contratto per tre cd, poi l’abbandono di entrambe i chitarristi. L’ ultimo fatto soprattutto è stato un colpo durissimo per la band, anche perché per ben tre anni abbiamo provato chitarristi su chitarristi ma non riuscivamo a trovare le persone giuste. Poi nel 2003, Marco Bertolini prima e Gianluca Fontanesi poi, sono entrati a far parte stabile della line-up e da quel momento abbiamo ricominciato a macinare date, scrivere pezzi nuovi e dopo aver inciso un demo è arrivato l’interessamento della Kolony Records. Il resto è storia nota…
In dieci anni possono cambiare tante cose, rispetto al vostro esordio come vi siete preparati a questo nuovo Echoes Of Human Decay?
Ci siamo preparati componendo materiale violento e potente e suonando dal vivo con un’energia e una sinergia ancora maggiori rispetto agli esordi. Questa è la nostra ricetta!
I brani contenuti in Echoes Of Human Decay sono stati composti negli ultimi mesi oppure il tutto è stato scritto durante questi due lustri di assenza?
Quasi tutto il materiale è stato composto con la line-up attuale, quindi negli ultimi tre anni. Noi non crediamo che si possa concepire un disco intero nel giro di qualche mese. Una volta che un brano è stato completato lo si suona e riascolta finché si capisce se funziona bene così, oppure se ha bisogno di variazioni o cambiamenti. Ogni pezzo ci deve assolutamente soddisfare appieno per entrare a far parte di un disco.
Parlando del nuovo disco non si può fare finta di nulla ascoltando il vostro Death Metal profondo e complesso, mi chiedo quanto conta l’aspetto tecnico per un gruppo come il vostro.
La tecnica è fondamentale perché è il linguaggio del musicista, che, unita alle conoscenze teoriche musicali, permette di avere padronanza e confidenza con lo strumento. La tecnica, però, non deve essere fine a se stessa. Troppo spesso si ascoltano gruppi che fanno della tecnica il solo obiettivo musicale e il risultato è un disco senza capo né coda che inevitabilmente annoia. Per noi la tecnica è uno strumento importantissimo al completo servizio delle nostre idee.
Per quanto riguarda il concept cosa mi dite? Il titolo del disco parla abbastanza chiaro… l’umanità è veramente al declino?
I temi della guerra e della decadenza umana sono presenti, oltre che in copertina, in diversi pezzi: in The Siege viene rappresentato un epico scorcio di battaglia, nella saga di Gilgamesh (che comprende in ordine cronologico Primordial, Gilgamesh e Last Witness) la guerra è una componente storica che segue tutto il cammino dell' umanità parallelamente all’epopea del personaggio. In ogni caso, tale tematica è considerata come un’analisi introspettiva dell' uomo che si scontra/confronta corpo a corpo (sentendone l' odore) con un nemico reale (The Siege e Duellists) o con un nemico interiore, alla ricerca del "mondo migliore" che non riesce a trovare (The Sailor) o ancora un uomo che lotta per il riscatto e la speranza (Gilgamesh). Non facciamo, però, apologia della guerra: le motivazioni di questa sono state da sempre e lo sono ancora attualmente di carattere prettamente economico. Parole come “esportazione della democrazia”, “guerra umanitaria”, “armi intelligenti”, “bombardamento chirurgico”, sono in realtà inganni, foglie di fico con le quali si tentano di mascherare gli sporchi interessi di dominio delle potenze imperialiste sulle risorse ed i popoli del pianeta. La “nostra stirpe” come dici nella domanda deve resistere, deve opporsi al vicolo cieco nel quale lorsignori vorrebbero cacciarci. Quindi non rassegnazione, ma battaglia!
Come siete entrati in contatto con la Kolony Records? Vorrei evitare di chiedervi della Scarlet Records, non credo che fra di voi si sia chiusa in maniera positiva la collaborazione, giusto?
Il rapporto con la Scarlet Records non è stato facile, la prima “sorpresa” molto sgradita è stata quella di ritrovarci danneggiata da un errore di masterizzazione la title-track di Anthems Of Ancient Splendour, ma preferiamo guardare avanti e non tornare su polemiche passate. Anche perché per ora siamo molto soddisfatti del lavoro che sta facendo Lorenzo della Kolony Records e dei primi responsi che sta raccogliendo Echoes Of Human Decay.
Pensiate ci sia la possibilità di suonare dal vivo con una certa frequenza? Il vostro Death Metal si presta molto ad essere portato su un palco, oppure in Italia è diventata una cosa impossibile la prospettiva di un tour?
Certo! In effetti abbiamo parecchia voglia di suonare dal vivo! Nell’ultimo anno ci siamo concentrati particolarmente sull’arrangiamento dei brani e la realizzazione del disco in studio, perché suonasse più violento e cattivo possibile! Ora stiamo organizzando delle date in giro per l’Italia e in Europa per promuovere il disco. Sarebbe davvero bello partecipare ad un festival metal davvero importante e confrontarci con un pubblico numeroso sul serio! Inoltre anche un tour oltre oceano in America sarebbe una bella soddisfazione.
Avete pronti nuovi brani oppure bisognerà aspettare altri dieci anni per vedervi nuovamente all’opera con un nuovo album?
Stiamo già lavorando alla composizione dei nuovi pezzi. Non possiamo ancora dire quando uscirà il terzo album. Sicuramente non tra 10 anni, e neanche tra 5. Il nostro obiettivo, in realtà, è entrare in studio per dare alla luce il successore di Echoes Of Human Decay nel giro di un paio d’anni.
Come vedete la scena Death Metal in questo momento? In Italia ci sono ottime bands, mi vengono in mente gli Hour Of Penance, all’estero come siamo visti?
Le valutazioni sulla scena Death Metal italiana crediamo debbano partire da una duplice considerazione. Da una parte è sicuramente vero che per una band che suona Death Metal in Italia è più difficile emergere di quanto succeda in altri paesi (pensiamo ad esempio Germania ed in genere il Nord Europa, oltre naturalmente agli USA) dove tradizioni musicali estreme sono più diffuse e radicate. Dall’altra parte però l’unica soluzione è rimboccarsi le maniche, suonare e cercare di proporre qualcosa di originale e personale, non limitandosi all’emulazione dei maestri. Sono molte, infatti, le band che si lamentano di non riuscire a emergere minimamente, ma poi in ultima analisi le motivazioni di ciò non dipendono in molti casi dalla nazionalità, bensì dal tipo di proposta musicale. Soprattutto negli USA esiste tra i giovani una grande tradizione di studio della tecnica musicale; spesso ascolti il cd di debutto di un gruppo sconosciuto e rimani sconvolto dalla tecnica e dalla giovane età dei musicisti. Su questo versante abbiamo molto da imparare. Preferiamo però affrontare questo discorso da un punto di vista generale, non giudicando altre band. A ognuno il proprio compito: noi suoniamo metallo pesante, altri giudicheranno.
Tornando un momento al passato sarei curioso di sapere se ci sarà la possibilità di vedere ristampato Anthems Of Ancient Splendour, credo sia un disco che ancora oggi conserva il suo valore, non trovi?
Anthems Of Ancient Splendour è un disco di cui, ancora oggi, siamo veramente fieri e per il quale riceviamo ancora molti apprezzamenti. In molti si sono chiesti il perchè non avessimo a breve dato alla luce il successore, ma problemi di forza maggiore ce lo hanno impedito per tutti questi anni. Quando suoniamo i pezzi di Anthems Of Ancient Splendour dal vivo i fans ci dimostrano l’attaccamento che provano per quel disco: nonostante il tempo trascorso non lo hanno dimenticato! Per quanto riguarda la ristampa è ancora prematuro forse parlarne però è possibile acquistarlo direttamente presso di noi, scrivendoci un messaggio sul Myspace oppure contattandoci al nostro indirizzo e-mail dominancelegions@yahoo.it.
Ok, siamo alla fine… convinci un lettore di EUTK a comprare il vostro nuovo disco!
Echoes Of Human Decay è un disco veloce, pesante, nel quale abbiamo messo tutti noi stessi e di cui siamo veramente orgogliosi. Chi non fosse del tutto convinto delle nostre parole può venire a sentirci live per testare di persona…a parte gli scherzi, già nei primi giorni a seguito dell’uscita del disco sono arrivate molte recensioni positive anche da testate importanti. A quanto pare non siamo i soli a pensarla così…
A voi i saluti…
L’uscita il 13 marzo di Echoes of Human Decay è stata per noi una grande soddisfazione: abbiamo lavorato anni per questo (nel 2010 festeggeremo i primi 15 anni dei Dominance). Ringraziamo tutti coloro che ci hanno supportato sin dall’inizio e continuano a farlo, oltre naturalmente a tutti quelli che acquisteranno il cd e verranno a vederci dal vivo. Ci vediamo on stage con metallo, sudore, headbanging e corna alzate! Approfittiamo dell’occasione che ci concedi per ringraziare Lorenzo della Kolony Records per l’ottimo lavoro che sta facendo ed il grande Paso dello Studio 73 di Ravenna: il risultato finale di Echoes Of Human Decay è in parte anche loro.
Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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