Cast Thy Eyes, rabbia e libertà!

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Lucidi e molto determinati, con un sound avvolgente e graffiante, per non dire aggressivo e diretto. Questi sono i Cast Thy Eyes, gruppo nostrano proveniente dal profondo Sud che ormai non ha più l'aria di essere una semplice promessa, ma una vera e propria realtà con cui bisognerà fare i conti in futuro!

Salve ragazzi! Vediamo… da dove iniziare, che ne dite di cominciare subito dal nuovo disco? Quando sono iniziati lavori che poi hanno portato alla creazione di We Burn Into The Cold Eyes Of Sun?
Christian: La composizione delle canzoni di questo nuovo album nasceva giorno per giorno già dopo l’uscita del nostro debut cd 2007. Abbiamo affrontato questo disco con un approccio più maturo e sicuramente più introspettivo, portando in musica le forti emozioni provocate dai numerosi momenti critici attraversati in questi tre anni. C’era così tanta oscurità, è stato un periodo così pesante per ognuno di noi. Tutto questo si è riversato inevitabilmente nel nostro sound. Non puoi mai sapere cosa potrebbe succederti nella vita, puoi cercare di controllare il tuo mondo interiore ma non puoi avere nessuna certezza di quello che sta accadendo fuori. Penso che sia lo scopo di qualsiasi musicista cercare e trovare quella giusta chimica/alchimia tra le diverse parti coinvolte in un progetto musicale, quell’insieme di parole e suoni ideali per ottenere una sorta di risposta “magica”. Ma non tutti ci riescono! Quello che mi rende felice è che noi CAST THY EYES siamo parte di questa sponda ideale, quella che ci da la consapevolezza che quanto stiamo facendo e creando è del tutto speciale, frutto di perseveranza, attitudine, immediatezza, sintesi e chimica compositiva! We Burn Into The Cold Eyes Of The Sun riflette in maniera perfetta la nostra essenza, un album veramente in your face, ma anche molto dinamico, perché abbiamo inserito nuovi elementi che lo rendono più potente, aggressivo, ma allo stesso tempo è figlio di un sound più oscuro, a tratti quasi riflessivo. Bisogna solo ascoltarlo per capire ciò che cerco di spiegare con queste brevi parole. Tutta questa energia visionaria la si potrà cogliere anche attraverso le mie metriche vocali, che in questo nuovo album dipingono atmosfere più sofferte, disperate, dilanianti, ricercate. Passare da timbriche molto aggressive a parti “narrate”, dove si esteriorizza una volontà incondizionata di raccontare la mia sofferenza in musica.

Cosa si nasconde dietro un titolo così enigmatico? C’è un concept ben preciso oppure qualche riferimento in particolare dietro la musica dei Cast Thy Eyes?
Christian: Ho dato il titolo all’album racchiudendo una precisa forma di sintesi ottenuta dopo aver concluso l’intero processo di scrittura dei testi di We Burn Into The Cold Eyes Of The Sun. E’ una specie di gioco di parole che si incastrano alla perfezione. Il titolo mette in relazione quello che siamo come individui nella realtà in cui viviamo (il Salento), quindi quello che subiamo, viviamo e guardiamo attraverso i nostri occhi e che abbiamo la fortuna di esorcizzare attraverso la nostra musica. Questa terra è vissuta dagli estranei come un posto “caldo e accogliente”, di facile approdo, mentre per noi questo posto è soprattutto la nostra piaga, la dura realtà in cui consumiamo i nostri giorni. Qui il disagio è più vero di quanto si possa vedere in apparenti fotografie stampate su carta per un solo scopo di riconoscimento ambientale o territoriale. Futili immagini “solari” che bruciano nelle cartoline vendute su bancarella e che lasciano spazio solo ad una estetica (indiscutibile) di bellezza naturale del nostro territorio. Mentre noi e molta gente come noi viviamo la strada, i disagi, la povertà, le ingiustizie, l’ignoranza della gente, il degrado urbano, la mancanza di occupazione, la repressione delle forze dell’ordine, le sporche decisioni politiche che stanno corrodendo la nostra libertà e la nostra volontà di riscatto. A tutta questa merda noi diciamo NO! La musica ci permette di rimanere in piedi più caparbi che mai, giorno per giorno! Abbiamo la possibilità di denunciare, allontanarci e disfarci dei demoni che distruggono ed esportano male l’immagine della nostra terra, comunemente data in pasto a dei predatori come fosse una ferita aperta da cui far succhiare linfa. Una situazione nella quale noi stessi non potremmo ritrovarci in un futuro prossimo figli della nostra madre terra. Siamo orgogliosamente parte del profondo Sud, ma con una coscienza sociale molto precisa e ben delineata! La nostra musica non può essere contestualizzata nella terra da cui proveniamo, siamo musicisti estremi ed underground che hanno un solo scopo: creare un sound che soddisfi noi in primis e che dia voce alla nostra creatività, al nostro modo di vivere e vedere la musica, a prescindere dalla zona in cui viviamo. Ma sicuramente posso anche aggiungere che indirettamente i CAST THY EYES danno voce a molta gente di questa area geografica, agli esclusi, agli emarginati, a chi i suoi giorni li porta avanti a denti stretti trascinando la propria vita come un cane stanco! C’è consapevolezza nelle mie parole dopo più di dieci anni di underground musicale, dopo aver vissuto trent’anni di vita qui e aver anche girato da emigrante per lavoro in altri posti d’Italia. Traendo le conclusioni posso delineare la stessa frase fatta: “tutto il mondo è paese”. Molti avranno una posizione geografica migliore della nostra, ma magari si ritrovano ad affrontare la stessa nostra merda o peggio ancora. Ecco perché sono ben determinato a far trasparire anche attraverso i miei testi visionari, quello che viviamo a stretto contatto con la dura realtà che ci circonda. Il concept di base del disco è la nostra stessa vita!

Il cd ha una breve durata, eppure è decisamente intenso nel suo impatto, mi chiedevo se le vostre canzoni nascono principalmente con l’intento dell’esibizione live o è proprio una questione di attitudine istintiva?
Christian: Le nostre canzoni nascono dal cuore, dall’istinto, da emozioni forti che bruciano ogni volta che ci ritroviamo per comporre. Non c’è nulla di studiato a tavolino. Usiamo meno la testa e più un rapporto viscerale con l’istinto comunicativo che traspare attraverso la nostra musica.

Mi incuriosisce molto anche tutto il lavoro svolto in sede grafica, anche perché è abbastanza diverso dai soliti prodotti del genere Metal/Hardcore, chi se ne è occupato?
Christian: C’è stato un accurato e meticoloso lavoro grafico da parte di Stefano, bassista della nostra band. E’ lui che se ne è occupato. Capace con il suo talento di racchiudere perfettamente in sole poche pagine di booklet la vera essenza dei miei testi e dei miei dipinti (della serie Suite Of Sunset) che ha utilizzato, smembrato e ricostituito per l’intero incedere di immagini, colori, atmosfere. C’è una perfetta corrispondenza tra la decadenti e visionarie realtà che Stefano ha creato e la già opprimente atmosfera dei miei dipinti. E’ un artwork da gustare tra le mani, sfogliando ogni singola pagina, anche perché il formato del cd è un digibook A5 cartonato. Qualcosa di mai visto in Italia e confezionato in una veste deluxe!

Facciamo un passo indietro e torniamo al vostro omonimo debutto del 2007. Sono passati tre lunghi anni, come è stato accolto da critica e pubblico?
Christian: Il primo album omonimo ha dato alla band maggiore consapevolezza! E’ stato un senso di profondo riscatto nei confronti di un passato poco felice per alcuni di noi. Ci ha dato la possibilità di arrivare in faccia alla gente con dei live poderosi, fisici e di indubbia aggressività esecutiva. E questi hanno fatto la differenza! CAST THY EYES sono una macchina live e su questo aspetto è la gente che ci da ragione. Chi viene a vedere i nostri concerti sa cosa aspettarsi e ritorna a casa soddisfatto di aver visto un vero live! Questa è la nostra più grande soddisfazione! Ricambiare l’affetto e il supporto della gente che ci segue coinvolgendola e rendendola partecipe del nostro vortice di rabbia e impatto on stage. Da parte degli addetti ai lavori, dei magazine, di tutti i media, radio e di chiunque ci abbia ascoltato in Italia, Europa e America, il giudizio è stato solo uno: PURO ELOGIO nei confronti della band e della nostra proposta musicale! E noi ringraziamo tutti quelli che continueranno a supportarci!

Ultimamente si sente spesso dire Post-Hardcore, Post-Metal… e via discorrendo, ma quanto di reale e concreto hanno queste etichette? Ma soprattutto cosa c’è di Post in quello che suonate? Avete uno stile molto semplice e distruttivo, crediate che siano le solite etichette “di mercato”?
Christian: Le etichette non hanno senso, credo che da sempre servano soprattutto agli addetti ai lavori per poter identificare e catalogare un determinato approccio musicale da parte di musicisti, individui e personalità compositive che si diversificano nella sensibilità creativa. Il problema è che da queste etichette date alla musica (in qualunque genere) se ne è tratto un immaginario collettivo sbagliato, perché si è giunti alla soglia di una fossa di ghettizzazione dei vari aspetti musicali. Mi spiego meglio: a me risulta strano come anche i gruppi stessi ormai (per forza maggiore) sono costretti a definire il proprio genere o a identificarsi in un determinato genere musicale per essere riconosciuti. Questo, anche per dare modo a chi comunemente ascoltando musica è abituato a usufruirne secondo determinate etiche ed “etichette”. Se per esempio a chiunque nell’underground dicessi: “i CAST THY EYES sono una band Black Metal”, sicuramente sarei deriso da molti e passato per poco credibile o poco esperto in quello che sto suonando con la mia band, quindi tutto si riconduce a quanto detto pocanzi. Capisci? Non si può più fare nulla purtroppo, la gente riconosce i gruppi attraverso il genere musicale in cui sono stati incanalati da chi crede di saperne più delle bands stesse. Sicuramente il significato di post/hardcore per i CAST THY EYES potrebbe risultare vano o fuori luogo. Perché ascoltando la nostra musica ti accorgi che la rottura dei diversi generi nel nostro sound è ben visibile. Noi abbiamo consapevolezza del nostro background, dei nostri gusti musicali ma tutto questo lo frantumiamo a nostro piacimento, per venirne fuori con un sound personale e ben delineato. Noi puntiamo a questo aspetto! Essere unici nel nostro modo di comporre musica “adulta”, non pre-confezionata o peggio ancora prevedibile, come accade oggi ovunque. Se tu mi chiedessi quali sono le mie influenze musicali non ti risponderei mai con dei nomi di gruppi, perché la musica la metabolizzo in modo differente. Consumando da quindici anni generi differenti e un numero smisurato di bands (molto diverse tra loro) come potrei avere dei gruppi preferiti? Di un libro letto non sarei mai colpito da un solo e preciso capitolo, ma sicuramente apprezzerei più quelli precedenti, che pagina dopo pagina mi avrebbero portato a leggere e scoprire il mio “passo” preferito! Ed è così che vivo la musica…

Se foste chiamati a descrivere il vostro genere davanti un’affollata seduta stampa, come lo descrivereste?
Christian: Un caterpillar!

Tornando a parlare di musica in senso stretto mi chiedevo se avete pronto del nuovo materiale, insomma se la musica dei Cast Thy Eyes è in continua evoluzione, dove vi vedete tra dieci anni?
Christian: Ci tengo a precisare che da Febbraio 2010 abbiamo un nuovo chitarrista in formazione che prende il posto del precedente membro. Con Andrea Litti alla sei corde abbiamo già composto cinque brani nuovi in appena quattro mesi dalla sua entrata. Sono canzoni che continuano a delineare il nostro particolare sound, che porta in coesione elementi distruttivi e veloci con parti più soffocanti, lente a tratti quiete e oppressive. Vi assicuro che presto entreremo in studio per registrare il prossimo terzo album! E sarà ancora una mattanza! Ora rispondo alla seconda parte della tua domanda: noi CAST THY EYES (come band) viviamo giorno per giorno e non ci importa di immaginarci in un futuro prossimo. Nella mia vita personale invece ti dico che non faccio mai prospettive, consapevole (dopo esperienze tragiche vissute), che la vita può riservarti sempre cose piacevoli ma anche situazioni brutte e spiacevoli. Mi sembra egoistico parlare di futuro, perché non so cosa mi potrebbe essere stato riservato per i miei giorni a venire.

Della situazione concerti cosa mi dite? Avete possibilità di proporre la vostra musica dal vivo con frequenza? Rimanendo in tema promozionale che ne dite di spendere due parole anche per la DIY Conspiracy, come vi trovate a lavorare con loro?
Christian: Per suonare e organizzarsi anche solo tre date consecutive ci si fa il culo. Comunque se mi fai questa domanda sono certo che tu me la ponga perché sicuramente come me chissà quanta altra gente ti avrà risposto allo stesso mio modo. C’è una differenza sostanziale tra noi e qualunque band del Nord Italia: noi pur venendo dal profondo sud continuiamo a perseverare e macinare km su km per suonare la nostra musica ovunque ci sia data l’opportunità. Sicuramente da un lato la posizione geografica ci penalizza, ma dopo tanti anni ci ha anche dato la giusta perseveranza, forza e consapevolezza di credere nella nostra musica e muovere il culo anche a 1000 km dal confine italiano per l’Europa. Non ci siamo mai pianti addosso e non abbiamo mai creato problemi di carattere economico a nessuno, richiedendo un minimo di denaro per i nostri live (pur avendo viaggiato per moltissimi km)! Noi siamo consapevoli del valore della nostra band, ma abbiamo anche un attitudine “do it yourself” e non suoniamo per soldi (come fa molta gente in Italia, anche nell’underground!). Credete che non pretendere un minimo di euro per suonare possa essere un modo per sminuire la propria musica? Non è affatto così! Noi CAST THY EYES suoniamo per arrivare a più gente possibile e dare modo di vederci on stage anche a chi ha difficoltà. Da più di dieci anni perseveriamo per questo e siamo ancora qui, in piedi, duri a cedere alle apparenti barriere. E posso aggiungere che siamo anche apprezzati, seguiti e stimati per questa “vera” ATTITUDINE che ci contraddistingue, per questo non abbiamo fatto fatica a trovare la collaborazione della “do it yourself conspiracy”! Come loro siamo parte dell’Underground e lo saremo ancora!

Siamo quasi in conclusione, progetti futuri?
Christian: Stiamo attualmente portando a termine un contratto con l’etichetta francese The Flying Elephant Records per la ristampa su vinile gatefold del nostro nuovo album We Burn Into The Cold Eyes Of Sun. Le grafiche del vinile saranno curate da Luciano di Boned Factory/Apecervo, che oltre ad essere un ottimo grafico è un nostro GRANDE Amico e parte della famiglia CAST THY EYES. Ci ha già fatto vedere le bozze del layout fatto e sono veramente da pelle d’oca! Visto che mi trovo nel discorso vorrei anche salutare un altro Amico della Messina Hardcore: Dario di Porrozine. Anche lui si è sempre fatto in quattro per la nostra band! Tornando a noi, sempre la The Flying Elephant Records sta piazzando il nostro primo tour europeo che partirà a fine Ottobre 2010 e ci terrà impegnati per due settimane consecutive in compagnia degli spagnoli Antigua Y Barbuda! Il tour dovrebbe toccare Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Germania e Belgio. Questi sono i progetti più imminenti. Con l’anno nuovo oltre al nostro prossimo terzo album, speriamo di materializzare uno split cd con i calabresi Glacial Fear. Loro non hanno bisogno di presentazione! Un ottima band con cui sarà un piacere condividere questo progetto. Si è creato un bel rapporto tra noi, dopo alcuni live condivisi insieme e tutto sta nascendo in modo spontaneo. Speriamo bene!

Ok, chiudete come volete e grazie per la disponibilità!
Christian: Un saluto e ringraziamento a te per l’intervista, al supporto di Metal.it e invito chiunque a prendere parte dei nostri live appena saremo dalle vostre parti. Sarete massacrati!!! Per chi volesse acquistare il nostro nuovo album in formato deluxe cartonato A5 (a soli €10) o volesse avere notizie sulla nostra band visiti i nostri portali. E ricordate: TRUTH IS NOT THE FAITH YOU FOLLOW!!!

www.myspace.com/castthyeyes
www.facebook.com/cast.thy.eyes
www.youtube.com/user/castthyeyes

Intervista a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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