Arcadia (demetrio: guitars, mike: vocals)

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Gruppo:Arcadia

Gli Arcadia ci parlano del nuovo disco “Roy Philip Nohl” già recensito su queste pagine. Demetrio (guitars) e Mike (vocals) ci spiegano i retroscena del concept album sulle droghe.

A bruciapelo. Chi è Roy Philip Nohl? In che rapporti è con gli Arcadia?
Demetrio: “Roy Philip Nohl” rappresenta migliaia di persone che ogni giorno si rapportano con una realtà che non li rappresenta e che trovano rifugio solo ed esclusivamente nell’utilizzo di sostanze stupefacenti , una sorta di giro della morte che li porta entro breve a non avere più niente attorno a loro stessi se non odio, indifferenza e apatia.
Il concept del disco sembra molto affascinante, a tratti anche ambizioso. Come è nata l’idea di un disco visto dalla prospettiva di un “abusatore abituale di sostanze psicoattive” (roipnol, coca, alcol, ect.) ?
Demetrio: Penso che l’idea di scrivere un concept album è sempre stata presente e secondo me in parte almeno musicalmente i nostri 4 album sono sempre stati una sorta di “semi-concept” a livello di atmosfere e idee.
Questa era la volta di scrivere il disco migliore della nostra carriera e di spingere tutto al limite estremo e quindi anche l’ora di sperimentare un vero e proprio concept album; e cosi è stato.

Mike: Sono molto affascinato da sostanze psicotrope e psicoattive: nei media e nel mondo si parla sempre di sentimenti sempre più nobili e profondi, amori, e chi più ne ha più ne metta, dimenticando però che tutto ciò che viene così romanzato in tv sono endorfine rilasciate dal nostro cervello...ma nonostante questo i sentimenti hanno una connotazione sempre più poetica e affascinante. Non so, questi due aspetti mi attirano moltissimo...
Quali sono le principali differenze rispetto al precedente disco “Cold Cold Bodies”? A mio parere avete raggiunto una maggiore consapevolezza delle vostre doti melodiche, sapendole, adesso, fondere meglio con la violenza sonora.
Demetrio: Reputo “Cold Cold Bodies” un disco di transizione nonostante sia un ottimo disco.
“Roy Philip Nohl” rappresenta gli Arcadia al 100%.
Fuori dai trend, estremamente aggressivo, estremamente melodico, estremamente tecnico ma estremamente musicale.
È un disco rock nonostante sia un disco death metal.
Sul disco è presente anche una ballad piuttosto atipica, “Because Of You”, e devo dire che è molto bella. È il classico pezzo scritto da un cuore infranto. Chi è il colpevole?
Mike: ehhh... è una lunga storia.
Nella rece ho trovato delle similitudini con “Addictions”, dei californiani Substance D. Conoscete?
Demetrio: No, non li conosco sinceramente, ho dato un orecchio su spotify ma non credo siano molto simili a noi, anzi forse per niente, solo l’ultima traccia “The Morning After” li ricorda, ma è un caso. Detto questo i Substance D mi sembrano un’ottima band.
Vi avevo lasciati che facevate la spola tra America e resto del mondo. Cosa è cambiato da allora?
Demetrio: Nel frattempo ci sono stati 2 dischi e il mio primo disco solista lo scorso anno.
Siamo stati in tour in Europa cinque o sei volte supportando parecchie band di alto calibro tra le quali Six Feet Under e Illdisposed esattamente il mese scorso.
Penso che presto sarà ora di schedulare un’altra tornata in USA dato che sono un paio d’anni che non andiamo in tour da quelle parti..
Che percezione si ha dell’Italia vista dall’estero?
Mike: Non so, ormai è così tanto che giriamo per l'Europa che musicalmente, e SOLO musicalmente non mi sento "italiano"; intendiamoci, sono fierissimo delle mie origini, però non mi sento certo il tipico musicista italiano. Com'è vista l'Italia all'estero? I fans sono molto attratti, specie quelli d'oltreoceano, da questa nostra origine. Si sa, l'italiano all'estero ha un suo fascino, ma quando hai a che fare con grosse case discografiche, ti rispondono tutte allo stesso modo "Italia? ah no...cercassimo musica leggera o popolare ok, ma se cerchiamo musica alternativa allora andiamo in Germania, Scandinavia, Uk o Usa"; frustrante.
Anche questa volta il disco è autoprodotto. In che modo pensate di promuoverlo/venderlo/distribuirlo?
Demetrio: Questo è il secondo disco degli Arcadia autoprodotto. L’autoproduzione rappresenta il futuro ed il presente della musica indipendente.
Il primo disco ad uscire indipendente è stato “Fracture Concrete” che ha venduto più degli altri dischi e sono sicuro che lo stesso succederà a “Roy Philip Nohl”.
La decisione di non firmare per nessuna casa discografica parte in primis da noi che vogliamo avere il controllo sul nostro lavoro e non delegarlo a qualcuno che poi si siede e aspetta che la band venda dei dischi in tour per mangiare sulla fatica e sudore della band stessa.
Il disco è su Itunes, cd baby.com (distribuito in 3000 negozi negli USA), spotify, last fm, reverb nation.com, arcadiacrew.com, emusic.com, rhapsody.com, quasi tutte le piattaforme digitali e in parecchi negozi di musica in Italia e all’estero.
Cosa farebbe di più un’etichetta? Forse farebbe di meno.
So che forse in molti ve l’avranno chiesto, ma il monile Arcadia non è mai stato adatto alle vostre evoluzioni sonore. Avete mai pensato di cambiarlo?
Mike: Abbiamo fatto una notevole evoluzione, mille cambiamenti...ma di certo non possiamo cambiare nome ogni volta che facciamo un disco. Certo a volte l'idea di avere un nome più "trend"…però ormai siamo affezionati a questo, tanti anni per farlo conoscere a tutti…cambiarlo adesso sarebbe un pò un passo indietro.
Avete suonato in giro per il mondo eppure in Italia raramente (forse mai) vi si è visti nelle grandi occasioni, tipo i grandi festival. Come mai?
Demetrio: Beh, non mi risulta che a parte il Gods of Metal ci siano altri grossi concerti in italia.
Dopo tanti dischi e tanti anni di attività è forse giunto il momento di un bilancio. Nella mia opinione personale, sebbene il percorso artistico sia stato notevole, è anche vero che gli Arcadia non sono mai diventati un big della musica metal/rock, né come vendite né come fama. Ecco, avete ancora speranza di diventare “grandi”, o invece vi siete rassegnati ad un’onesta carriera di musicisti capaci di fare ottimi dischi ma sempre in circuiti più o meno underground?
Demetrio: Chi sono i big italiani all’estero? Io non ne ho mai visto uno.
Quello che ti posso dire è che le cose che abbiamo fatto noi durante la nostra carriera possono vantarlo di averlo fatto solo i grandi Lacuna Coil (sempre parlando di bands italiane), e noi non suoniamo pop rock ma metal estremo.
Ma la gente dimentica in fretta a quanto pare.
Noi siamo qui per tutti quelli che ci supportano e dobbiamo tutto a loro.
Gli altri? Pensino quello che vogliono.
Avete già idee musicali per un prossimo disco?
Demetrio:Stiamo lavorando al massimo per spingere “Roy Philip Nohl”.
Per i prossimi due anni ci concentreremo sulla promozione di questo disco..

Mike: Ancora siamo in fase di promozione live per “Roy Philip Nohl”, fra pochi giorni siamo coi Napalm Death e non vediamo l'ora.
Certo qualche idea ci frulla per la testa, credo che la prossima uscita sarà ancora più estrema, toccando punti ancora più lontani sia di melodia che di violenza.
Chiudete pure come volete.
Demetrio: Grazie a te, metal.it e ai nostri fans e tutte le bands con le quali abbiamo diviso e divideremo il palco soon.
We are back for good.
Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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