Stamina: fibra & fantasia

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Gruppo:Stamina

Quello che penso di “Two Of A Kind” e dei suoi autori Stamina lo avete già letto (spero … altrimenti potete ovviare alla “imperdonabile mancanza” direttamente qui …) nella recensione, ma se avete (come me!) qualche curiosità supplementare su una delle realtà più interessanti nell’ambito del cosiddetto power/prog metal (da intendere nella sua espressione più vitale e illuminata) e sulla sua eccellente seconda fatica discografica ufficiale sulla lunga distanza, la soluzione migliore è quella di soddisfarle direttamente tramite la “voce” di un affabile ed eloquente Luca Sellitto, raffinato musico e brillante compositore della band campana …

Ciao Luca e benvenuto su Metal.it e complimenti per “Two Of A Kind”! Cosa ne dici d’iniziare con lo spiegarci da dove nasce il vostro singolare monicker seguito, magari, da una breve scheda di presentazione del gruppo?
Ciao Marco e ciao a tutti i lettori di metal.it! Da quel che ricordo, scelsi il monicker “Stamina” nella primavera del 2002, a circa un anno dalla formazione del gruppo. La “stamina” è la capacità di resistenza e mi sembrava un nome appropriato per noi, dato che suoniamo un genere che richiede resistenza in tutti i sensi … Ci vuole sempre dedizione e passione per lo strumento ed è molto facile a volte perdere le giuste motivazioni, poiché non è di certo un tipo di musica che ti fa diventare milionario eheheh … Dopo aver realizzato due demo che ci sono servite come “rodaggio”, siamo giunti alla pubblicazione del nostro album di debutto “Permanent Damage” a fine Dicembre 2007 ed ora siamo da poche settimane tornati sul mercato col nuovo lavoro “Two of a kind”.
Con “Two Of A Kind” siete arrivati al secondo album ufficiale … ti va di raccontarci della sua genesi e di come siete arrivati al contratto con la tedesca Ice Warrior Records, dopo la collaborazione con l’Heart of Steel Records …
A dire il vero avevo in mente di realizzare questo secondo album già mentre eravamo ancora in studio a registrare il primo. Ricordo che una sera dopo una sessione di registrazione di “Permanent Damage” tornai a casa con una melodia per la testa. Così mi misi subito all’opera con il sequencer della mia tastiera, strumento che di solito preferisco in fase di composizione nonostante io sia principalmente chitarrista, e da lì nacque il brano “Burn your fears”, presente come terza traccia sul nostro nuovo album. Abbiamo deciso di firmare per l’etichetta tedesca Ice Warrior records semplicemente perché è quella che ci ha fatto l’offerta migliore in termini contrattuali ed in fondo la Germania è ancora uno dei Paesi migliori per quanto riguarda il mercato “metal”.
Sotto il profilo tecnico-compositivo, quali sono stati i passaggi più critici nell’allestimento di questo lavoro?
Sotto il profilo compositivo non so che dirti, di solito le idee mi vengono spontaneamente e spesso compongo mentre non sto nemmeno suonando. Quindi direi che non c’è stato nessun “passaggio critico” in fase di composizione. Mi auguro di continuare sempre a migliorare come songwriter, è quella la cosa più importante per me. Sotto il profilo tecnico, invece, di sicuro brani più articolati come “Maker of the Universe”, “Too tired to live” e “Burn your fears” hanno richiesto un po’ di attenzione in più da parte di tutti in fase di registrazione.
Il nuovo disco è ancora una volta un ottimo esempio di power/prog “evoluto”, in cui bagliori fusion, jazz e AOR s’inseriscono in un contesto di grande gusto ed equilibrio che ha come solida base la tradizione più “nobile” dell’hard rock … In realtà, però, nonostante sia sempre assai evidente il vs. trademark, mi sembra che l’influenza di gruppi come Royal Hunt, Symphony X, Stratovarius, Rising Force, … sia più marcata che in passato … è un’impressione corretta? E se sì, si è trattato di una scelta “premeditata”?
In parte condivido la tua osservazione, ma non è stata una scelta premeditata. Forse l’influenza dei Royal Hunt è stata ancora più accentuata dalla presenza del loro corista Kenny Lubcke, che con la sua voce unica ed i suoi cori inconfondibili contribuisce a mio parere in maniera netta al tipico sound della band di Andersen. Per quanto riguarda l’influenza dei Rising Force di Yngwie … beh, forse, in effetti, ho suonato un paio di parti neoclassiche in più rispetto al primo album. Non condivido in pieno, invece, l’accostamento a gruppi come Symphony X e Stratovarius. I Symphony X li seguo ancora (anche se meno rispetto a quando ero adolescente) e non mi sembra che poi abbiamo tantissimo in comune con loro, purtroppo ahahah … fatta eccezione per quelle lievi influenze neoclassiche e sinfoniche presenti nel nostro sound che, come dicevo, derivano da Malmsteen e dai Royal Hunt principalmente.
Mi è piaciuto parecchio l’artwork del Cd, mentre considero la sua resa sonora piuttosto buona ma migliorabile … cosa ci puoi dire in merito?
Abbiamo cercato di ottenere il massimo con il budget che avevamo a disposizione. A mio parere la produzione del nuovo album è senza dubbio superiore rispetto al precedente “Permanent Damage” e non va a intaccare la resa dei brani, ma di sicuro con qualcosa in più nelle tasche avremmo potuto ottenere un risultato anche migliore. Condivido invece in pieno il tuo giudizio sull’artwork. E’ stato realizzato da Vittorio Citro, un giovane grafico della nostra zona veramente molto bravo.
Parliamo di canzoni … come sempre avviene in questi casi, mi piacerebbe approfondirle una per una, ma diciamo che scelgo quelle che ritengo maggiormente rappresentative del vs. attuale approccio artistico. Raccontami tutto, ma proprio tutto, su “Eyes of the warrior”, “Burn your fears”, “Too tired to live”, “Maker of the universe” e “Black moon” … ritieni le mie selezioni condivisibili?
Sì, condivido in pieno le tue selezioni, aggiungerei però anche “Heart of the world”.
“Eyes of the warrior” è un brano molto diretto e melodico, una sorta di Europe anni ottanta con suoni più grossi e potenti. Trovo interessante il break centrale di assolo di chitarra un po’ in stile funk-fusion che spezza la monotonia prima del rientro della voce. Stupende le backing vocals ad opera di Kenny Lubcke che donano ulteriore enfasi e sostegno alla linea vocale solista.
“Burn your fears” è la traccia che vede la partecipazione dell’ex cantante di Royal Hunt ed Evil Masquerade Henrik Brockmann. E’ un brano che mostra il nostro lato più progressive nel senso lato del termine, con vari cambi di tempo e tonalità e con un solo di chitarra in stile rock/fusion.
“ Too tired to live” è la canzone di cui vado più fiero. Ne scrissi il testo circa tre anni e mezzo fa, durante un periodo molto difficile per me. Credo sia un brano molto profondo, un po’ in stile Royal Hunt del periodo “Paradox”, con però più influenze prog e fusion nelle parti strumentali. Decisamente “da brividi” l’interpretazione di Kenny Lubcke nella versione “bonus-track” cantata da lui, è la mia traccia preferita.
“Maker of the universe”, così come “Burn your fears”, mostra il nostro lato più “contaminato”. Il brano, infatti, racchiude in circa sei minuti tante influenze stilistiche differenti: metal melodico, progressive rock anni 70, fusion, hard-rock … un bel casino insomma! Eheheh …
“Black moon” vede invece l’utilizzo di alcuni strumenti acustici come violoncello e chitarra con corde in nylon che contribuiscono a creare contrasto con le parti più aggressive del brano e a donare ulteriore varietà al nostro sound.
Nell’albo ci sono due ospiti d’eccezione, Henrik Brockmann e Kenny Lubcke, che non mi sembra si siano affatto “risparmiati” … inevitabile chiederti come siete entrati in contatto e perché li avete scelti …
Li ho contattati semplicemente perché sono entrambi nella lista dei miei cantanti preferiti sin da quando ero ragazzino. Con Henrik ero già entrato in contatto via myspace ai tempi dell’uscita del nostro primo album, gliene inviai una copia e mi disse che gli era piaciuto molto. In seguito, poi, ci ho stretto amicizia anche su facebook e un giorno mentre mi ci trovavo a chattare gli iniziai a parlare delle registrazioni del nuovo cd. Henrik capì a volo dove volevo arrivare e, proprio mentre gli stavo scrivendo il messaggio d’invito a partecipare come special guest, mi anticipò scrivendomi “ Forse ti andrebbe di avere la mia voce su uno dei tuoi brani, sarebbe fantastico!” Non riuscivo a crederci eheheheh! Quando poi alcuni giorni dopo gli inviai il brano su cui desideravo che cantasse ne rimase entusiasta e confermò la sua partecipazione. Pensa che ha registrato le sue parti presso i North Point Studios di Andrè Andersen, leader dei mitici Royal Hunt !! In quello studio sono stati registrati alcuni dei miei albums preferiti in assoluto!
Per quanto riguarda Kenny, invece, l’ho contattato tramite facebook. Inizialmente gli inviai semplicemente una mail in cui gli scrissi di essere suo grande fan da anni e gli chiesi di ascoltare alcuni brani del nostro primo album dal nostro myspace per avere un parere. Si mostrò subito molto gentile e disponibile. Mi disse che i brani gli erano piaciuti, ma avrebbe preferito una cura maggiore dei cori. Fu lui ad offrirsi di aiutarmi a capire come arrangiare meglio le backing vocals, così a quel punto non esitai ad invitarlo a prendere parte al nuovo album. Ritengo che il suo contributo sia stato determinante nei brani a cui ha preso parte, ci ha aiutato moltissimo a portare il tutto ad un livello di resa superiore ed ha partecipato con un coinvolgimento pari a quello di noi membri della band. Per quanto mi riguarda, oltre ad essere un ottimo cantante solista, è il miglior corista in ambito melodic rock/metal. Non a caso, infatti, Andrè Andersen continua ad ingaggiarlo da tanti anni sugli albums dei Royal Hunt e sui suoi dischi solisti, nonostante abbia sempre avuto cantanti solisti di ottimo valore che, senza ombra di dubbio, se la caverebbero alla grande anche ai cori.
A proposito di grandi voci, come ho già fatto in sede di recensione, voglio rilevare la prova maiuscola del vs. cantante “ufficiale”, per nulla intimidito dal confronto … Giorgio era stato “ceduto” ai Mind Key, poi nella più classica tradizione del “figliol prodigo” è rientrato nei ranghi … Quanto è importante avere un vocalist del genere per la vs. band?
Ahahahah, mi piacciono questi termini che hai usato: “Ceduto”, sa tanto di calcio mercato e “figliol prodigo” conferisce un simpatico richiamo biblico a questa intervista. In realtà non è stato né “ceduto”, perché non è di proprietà di nessuno, né “figliol prodigo”, in quanto ha continuato a far parte della mia band anche nel periodo in cui militava negli ottimi Mind Key. Mi hai chiesto quanto è importante avere un vocalist del genere per noi Stamina … beh, direi che più che importante è fondamentale!! Le linee vocali che compongo sono sempre piuttosto impegnative, richiedono ottima tecnica ed estensione, altrimenti il singer di turno è spacciato !! (eheheh) In più, come Giorgio e i ragazzi della band sanno bene, io sono un tipo un po’ “fissato” per quanto riguarda i cantanti. Sono un grande appassionato di canto in generale e, a differenza di molti chitarristi che pur di fare un disco sono disposti anche a far cantare il primo trovato per strada sui loro albums, ci tengo molto alla scelta del cantante. E’ difficile che un singer riesca veramente a piacermi, credo che Giorgio sia tra i migliori in Italia nell’ambito hard n’ heavy e da quello che hai scritto nella tua recensione mi sembra d’intuire che condividi questa mia opinione (altroché! N.d.a.).
In parte hai già risposto in precedenza, ma mi piacerebbe tornare sul tema … nelle bonus Lubcke canta da “solista” “Maker of the universe” e “Too tired to live” … è molto interessante poter ascoltare due pezzi così avvincenti interpretati da voci diverse ma entrambe di enorme valore … Cosa ci dici sulle “sue” versioni dei “tuoi” brani?
Come ho già accennato prima, la versione bonus-track di “Too tired to live” cantata da Sir. Lubcke è la mia traccia preferita dell’album, di solito mi vengono veramente i brividi quando l’ascolto. Ha cantato molto bene anche “Maker of the universe” e, come dici tu, è molto interessante avere a disposizione sull’album due ottime interpretazioni degli stessi brani da parte di due grandi cantanti come Kenny e Giorgio … Ovviamente per me è stato semplicemente un sogno divenuto realtà sentire la voce di Kenny sulle mie canzoni, così come lo è stato sentire quella di Henrik.
Ascoltando la musica degli Stamina, appare evidente la ricca cultura musicale del suo compositore … Quali sono i tuoi “buoni maestri”, anche dal punto di vista squisitamente tecnico?
Ho iniziato a suonare all’età di 11/12 anni e ascoltavo Malmsteen, Europe, Dream Theater, Guns ‘n Roses, Extreme, Bon Jovi. Poi verso i 14/15 anni ho vissuto in pieno l’ondata di power metal e symphonic metal, sai gruppi tipo Stratovarius e Rhapsody, ma non sono più fan di queste bands ormai da diverso tempo. I Royal Hunt invece mi colpirono particolarmente e rimango tuttora un loro grande fan, perché notai subito il loro modo personalissimo di fondere hard-rock e metal con la musica classica, l’AOR e il prog. In seguito poi, verso i 17-18 anni, grazie ad un mio caro amico (al quale è dedicato il nostro nuovo album, in quanto scomparso due anni e mezzo fa) iniziai ad ascoltare anche progressive rock anni 70, jazz e fusion. Oggi cerco di ascoltare un po’ di tutto, anche pop… purché sia buona musica. Di “buoni maestri” ce ne sono tanti, rimanendo soltanto in ambito chitarristico cito Brett Garsed, Yngwie Malmsteen, Vinnie Moore, Frank Gambale … e come non citare il più grande dei grandi: Allan Holdsworth! Di recente ho finalmente avuto l’immenso piacere di assistere anche ad una sua esibizione live. E’ semplicemente impressionante, dopo circa quaranta anni di carriera resta imbattuto sotto molti punti di vista che riguardano l’improvvisazione e l’armonia. Non mi piacciono tanto invece i chitarristi rock e metal di “nuovissima generazione”, troppo spesso fossilizzati sul mettere in mostra la loro immensa tecnica a discapito della qualità della musica … attenzione a non scambiare la musica per uno sport! Poi è chiaro che ognuno ha i suoi gusti, per carità …
Nel Cd il ruolo di batterista è occupato da due musicisti “esterni”, Alessandro Beccati e Umberto Spiniello (anche attuale drummer dei favolosi Martiria) … Cos’è accaduto a Luigi DiBernardo, con cui avevate realizzato “Permanent damage”? Avete intenzione di cercare un nuovo musicista di “ruolo”?
E’ Umberto Spinello il nostro attuale batterista di ruolo. Per quanto riguarda Luigi Di Bernardo, fummo costretti a separarci dopo alcuni mesi dall’uscita di “Permanent Damage” a causa della distanza. Luigi vive in provincia di Caserta, noi siamo del salernitano … era troppo complicato provare con una certa continuità per i concerti. Siamo comunque rimasti in buoni rapporti, ogni tanto lo sento ancora.
Questione live show. Cosa ci riservano gli Stamina da questo punto di vista nell’immediato futuro?
Dal mese prossimo inizieremo ad esibirci in alcuni locali della nostra zona per promuovere un po’ “Two of a kind”. Speriamo in seguito di riuscire ad inserirci in qualche festival estivo, staremo a vedere.
Con questa domanda vorrei “ribaltare” un po’ le cose … dopo aver “subito” i nostri giudizi, hai l’occasione di sfogarti pubblicamente … cosa pensi delle webzine in generale (e magari della nostra in particolare …)? Credi che il livello di “professionalità” del giornalismo “stampato” sia ancora superiore a quello di noi “poveri” scribacchini “cibernetici”?

In generale penso che le webzines siano un qualcosa di fantastico e la vostra è senza dubbio tra le migliori in Italia quanto a notorietà e competenza dei recensori. Ecco, se proprio devo dire qualcosa di negativo sulle webzines dico che a volte alcune di esse permettono a ragazzi troppo giovani e/o incompetenti di recensire. Mi è capitato di leggere recensioni che veramente non dicevano nulla di chiaro o, peggio ancora, nulla di effettivamente utile. In pratica entravo nel sito per sapere qualcosa su un album che m’incuriosiva e ne uscivo ancora più confuso di prima … eheheh …
Qual è la tua opinione sull’attuale mercato discografico? E’ vero che, come ritiene qualcuno, la sua “ossessione” per gli anni ottanta (con annessa pletora di “purosangue di ritorno”) è solo un’abile mossa per stimolare la “nostalgia” dei musicofili più “maturi”, alla fine tra i pochi a compare “ancora” i dischi?
L’attuale mercato discografico è un vero disastro, te lo posso assicurare!! Ormai il download illegale sta letteralmente uccidendo la musica, persino le grandi bands famose soffrono di questa situazione. Il problema è che ormai per i giovanissimi di oggi è normale scaricare musica da internet, non ci vedono nulla di male perché loro i tempi in cui i cd dovevi comprarli per forza non li hanno vissuti! Accennavi ad una “ossessione” per gli anni ottanta, ma sinceramente non sono informato a riguardo o forse non ho ben capito cosa intendi (ehm, forse allora è vero che l’amore, anche per certi suoni, può rendere ciechi! N.d.a.). Ad ogni modo, personalmente trovo che gli anni 80 siano stati veramente fantastici per il rock e il metal in generale e non a caso molti dei miei artisti preferiti hanno iniziato la carriera a quei tempi.
A te il “microfono” per la conclusione … Grazie della disponibilità e il tuo messaggio ai lettori di Metal.it è …
Grazie infinite a te Marco per questa piacevole intervista. Il mio messaggio per i lettori di metal.it è: continuate a supportare concretamente e non solo a chiacchiere le vostre bands preferite … comprate i dischi ed andate ai concerti più che potete! E’ l’unico modo per tenere in vita le bands che tanto vi piacciono.
Inoltre, invito tutti ad ascoltare qualche nostro brano sul nostro myspace www.myspace.com/staminaband STAY HEAVY!!
Intervista a cura di Marco Aimasso

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