Pendragon, la 'passione' di Nick Barrett

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Quando hai la fortuna di poter parlare con un ‘mostro sacro’ della tua musica preferita, le domande e le parole si rarefanno improvvisamente, vuoi per un senso di rispetto, vuoi per un’aura di misticismo che, implicitamente, la tua mente associa a quella figura, rendendola quasi mitologica. Bene, nella mia intervista con Nick Barrett (voce, chitarra e mente dei Pendragon) siamo passati dalla riverenza alle risate sguaiate, e Nick si è dimostrato una persona gentilissima, magari lenta nell’aprirsi ma poi quasi inarrestabile. Alla fine si è parlato di tutto, di musica ovviamente ma anche di downloading, di calcio e di sport, fino al matrimonio Reale! Buona lettura!

Ciao Nick, e benvenuto su Metal.it! Prima di tutto, grazie per l’intervista; è un vero piacere per me poter parlare con uno dei miei compositori preferiti in ambito progressive.
Grazie!
Ok, cominciamo dalla fine! Siete stati in Italia per alcuni shows, raccontaci com’è andata. Che sensazione avete catturato dal pubblico?
Il pubblico italiano è sempre molto piacevole ed entusiasta, ed è un bene, capiscono il “cuore” dei Pendragon molto bene, quindi i nostri shows sono sempre molto emozionali ed energetici, dato che possiamo restituire l’energia che il pubblico ci manda.
L’ultimo album dei Pendragon, “Passion”, ha a mio parere un modo ipnotico, sottile, di entrarti in testa… Ma guardando il bonus Dvd, sembra che tu sia una persona molto più diretta, semplice, della musica che crei. Che ne pensi?
Sono molto serio riguardo a ciò che faccio con la musica, ma in realtà non mi prendo sempre tanto sul serio, la mia personalità è un po’ infantile; intendo dire che sono scherzoso per la maggior parte del tempo, con un buffo senso dell’umorismo, ma il mio altro lato è molto serio, per quanto riguarda la musica, ed ho una forte fede nelle cose in cui credo nella vita. Ci sono troppi atteggiamenti da diva nel mondo della musica, e quello non mi piace.
”Passion” mi sembra il tipo di album che necessita di diversi ascolti prima di essere completamente digerito e capito. È una cosa fatta di proposito, durante il processo di scrittura, o è un modo tutto naturale di sviluppare la musica?
Cerco soltanto di scrivere la migliore musica che posso, non penso mai a complicare ciò che scrivo, il mio obiettivo è di scrivere musica che abbia belle melodie ed una buona emozione, questo è stimolante e mi spinge avanti… Non credo sia tanto una questione di come io scriva, ma quando la gente ascolta un nuovo album dei Pendragon, ha ancora “Pure” o “Masquerade” nelle orecchie, quindi non si aspettano lo shock di qualcosa di diverso!
Mi piace molto il sound della batteria di Scott Higham, ed il genuino entusiasmo che si percepisce nelle riprese in studio; come siete entrati in contatto con lui, ed in che modo lo avete ‘audizionato’, prima di accoglierlo nella band?
Scott è arrivato tramite Clive, poiché aveva lavorato nel suo studio; gli abbiamo chiesto un’audizione quando Fudge lasciò la band, ma lui non si sentiva ancora a suo agio nel mollare il precedente lavoro, tutto era però al posto giusto quando è stato il momento di “Pure”. Abbiamo provato alcune canzoni insieme prima che lui fosse dentro, ed all’inizio era strano perché il suo stile è molto diverso, ma ci abbiamo lavorato ed alla fine tutto è andato a posto e la band suonava deliziosamente.
Da ciò che ho visto, sembra che il processo di scrittura sia principalmente nelle tue mani, e che il resto dei ragazzi intervengano dopo che i demo sono stati completati; ci puoi spiegare l’esatto processo?
Bè, io scrivo tutta la musica ed i testi, l’arrangio e faccio la maggior parte della produzione con Karl Groom. Inizialmente prendo un’idea da un titolo o da una strofa, o da un riff o da una frase, e poi è come fare un puzzle insieme, è in migliaia di pezzi e non sai mai come sarà la figura finale finché non sei almeno a metà del percorso. A quel punto, cominci a capire che direzione avrà l’album. È un processo molto difficile, e mi devo impegnare a fondo per ottenere buone idee, penso che la composizione sia il lavoro più difficile che un musicista debba fare.
Il music business del 2011 è molto diverso da com’era una ventina d’anni fa; adesso avete bisogno di più promozione, presenza su Internet, download digitali e roba del genere. Come ti relazioni con tutto questo mondo ‘virtuale’?
Dobbiamo cercare di accoglierlo, da una parte è uno strumento molto utile per raggiungere la gente più velocemente, ma dall’altro lato il download illegale ha seriamente danneggiato le nostre vendite ed è sempre più difficile avere di che campare dalla musica, oggi più che 20 anni fa. Dobbiamo fare il triplo del lavoro che facevamo 20 anni fa per ottenere la metà degli introiti per colpa del download illegale, dobbiamo andare in tour molto più a lungo, poiché è un buon modo per vendere i cd direttamente ai fans (il tour in sé copre a malapena i suoi stessi costi), dobbiamo fare più dvd, magliette, cambiare la scaletta più frequentemente. È diventata una fatica molto molto intensa, di questi tempi. Uno dei motivi per cui abbiamo un contratto con Snapper Music è proprio quello di avere un team di persone che lavora per nostro conto sulla presenza in rete, i download digitali, ecc.
Quante delle nuove canzoni verranno suonate nel vostro live? Suonerete molta roba vecchia, o preferite concentrarvi sul nuovo album?
Suoneremo circa 30 minuti di materiale nuovo, quindi una buona metà di “Passion”, ma anche alcune canzoni che non suoniamo da molto o che non abbiamo mai eseguito live, è una scaletta molto diversa, vogliamo farlo per mantenere il tutto interessante.
Adoro l’artwork del nuovo cd; qual è l’idea che ci sta dietro?
Avevo questa idea di qualcosa di antico, anche un po’ Maya, l’idea che i lampi di luce siano la passione che lega due persone, la figura originale presentava due lingue intrecciate, ma non credo che funzionasse molto bene; alla fine l’abbiamo comunque usata per il retro del booklet.
Ho una strana domanda per te… Io sono anche un insegnante di inglese, e vado letteralmente pazzo per il tuo accento, così diverso da quello della maggior parte dei musicisti che intervisto, per il semplice fatto che loro sono quasi tutti americani! Voi britannici sentite così nettamente il diverso accento nella pronuncia, o è una cosa che notano più gli stranieri?
Uhm… è difficile da definire, per chi ha sempre parlato allo stesso modo nella sua vita! Comunque molti cantanti inglesi hanno una cadenza molto americana nel loro accento quando cantano, il che è strano se ci pensi. Ma il nostro accento è sicuramente molto meno “bullshit”, se mi capisci, ahahahahhh!
Oh, e a proposito, domani (l’intervista è del 28 aprile, ndr) si sposa il Principe William! Che provi, al riguardo?
Non sono un grande fan della Famiglia Reale, ma credo che questo matrimonio abbia uno spirito molto migliore di quello tra Carlo e Diana, o tra il Duca di York e Fergie; per esempio, William è andato via con un’Aston Martin con le lattine attaccate dietro (cosa tipicamente inglese), e a me piace quest’attitudine da ‘uomo del popolo’, è molto meno scontrosa dei soliti affari reali.
Non posso fare a meno di chiederti del calcio! Italia ed Inghilterra sono due nazioni molto appassionate di calcio, hai una squadra per cui fai il tifo?
Mi piace il calcio internazionale, mi piace guardare giocare l’Inghilterra… ma spero che prima o poi vincano qualcosa! Tifo per il Chelsea, ma molto vagamente, non seriamente, per quanto riguarda lo sport sono più interessato al surf ed al motocross.
Ok Nick, è tutto. Mille grazie per questa intervista, mi dispiace non esser potuto venire a vedervi dal vivo, ma sfortunatamente non riesco a vivere di questo, devo insegnare ai miei bambini a parlare un perfetto inglese, eheheh! A te le ultime parole, per i nostri lettori ed i vostri fans italiani!
Ok, grazie a te, e un saluto a tutti quelli che sono venuti a vederci dal vivo, speriamo che vi piaccia il nuovo album “Passion”!
Intervista a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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