Bloodshed Walhalla: il mito visto dalle nostre sponde...

Chi fa da se… fa per tre! Beh, Drakhen con i suoi Bloodshed Walhalla sta facendo un ottimo lavoro, tanto nelle intenzioni quanto nei risultati.

Ciao Innanzitutto ben venuto sulle pagine di Metal.it! Per iniziare che ne dici di spiegare ai lettori come nascono i Bloodshed Walhalla?
Prima di cominciare saluto voi della redazione di Metal.it per questa intervista.
I Bloodshed Walhalla nascono da una mia idea e quindi dalla passione per la musica metal in generale che coltivo ormai da parecchi anni. In principio il progetto prevedeva di formare una cover band dedicata alla musica dei Bathory, che poi per via di cose non ho mai portato a termine completamente. Nonostante ciò ho sempre continuato a suonare e creare canzoni, e nel 2006 dopo ormai 2 anni dalla tragica scomparsa di Tomas Forsberg alias Quorthon, che per me è stata la prima fonte di ispirazione musicale, ho voluto creare nel mio infinitamente piccolo una band che suonasse come quella svedese(almeno per quanto riguarda il genere Viking per ora) e quindi dare un barlume di speranza ai fans delusi come me di poter continuare ad ascoltare quel genere di canzoni e tematiche che poi si sono diventate moda, ma che a mio avviso hanno perso quella sonorità caratteristica, sporca, ruvida registrata avvolte approssimativamente, ma piena di stimolo eroico, pathos epicamente perfetta che tanto ha fatto innamorare.
Sebbene disponibile in precedenza come demo, la Fog Foundation ha da poco ri-pubblicato "The Legends of a Viking", mi chiedevo come è stato accolto l'album, da critica e pubblico.
Devo comunque precisare che prima di "The Legends of a Viking" i B. W. hanno all’attivo altri due demo, certo non all’altezza dell’ultimo ma con canzoni che a mio avviso hanno la stessa importanza .
La critica e il pubblico hanno accolto da subito il mio progetto sia con stupore che con approvazione, negli anni le parole ed i messaggi di incoraggiamento sono stati molti e tutti positivi.
La svolta è avvenuta grazie alla label catanese Fog Foundation che ha creduto in maniera più decisa in quello che stavo facendo, e con la collaborazione di Asylum Raptures e la svedese Salute Records hanno ripubblicato il mio lavoro nella professionalità che a loro avviso la band meritava, rendendolo un vero e proprio album di debutto pronto per essere recensito e distribuito, e posso dirlo con fierezza in moltissimi paesi del globo. E devo dire che sono molto sorpreso ma anche soddisfatto di come stanno andando le cose, perché la critica è davvero tutta positiva.
Un titolo come "The Legends of a Viking" svela sin da subito quelli che possono essere i temi dell'album, cosa ti ha spinto a affrontare queste tematiche spiccatamente "nordiche"?
Be, come ho detto prima i B. W. suonano e per molto tempo ancora suoneranno viking metal. Ovviamente il genere spiega di cosa stiamo parlando sia nelle sonorità che nelle liriche. Tutto ciò per ricalcare quel genere fantastico e geniale che i Bathory hanno tragicamente interrotto.
Certo potrei sembrare molto presuntuoso nell’affermare questo concetto, ma questa è la mia fonte di ispirazione ed è quello che mi ha portato ad affrontare questa magica avventura.
Quale importanza rivestono le liriche delle vostre canzoni, e quali sentimenti provate a suscitare?
Quando compongo un brano dal principio provo ad immaginare già l’ambiente dove impostare il tutto, i personaggi da includere ed il tipo di racconto da formulare, so già dall’inizio se dovrò narrare un avvenimento, una favola o la descrizione di un Dio della mitologia Norrena ad esempio.
Quindi per quanto mi riguarda, le liriche almeno in italiano, fanno parte della base per una delle mie canzoni ed è davvero importante per me che sia così.
Poi quando stai componendo un testo la mente vaga in quella dimensione, in quei posti per me magici, e se ci metti avvolte anche i tuoi sentimenti il mix non può che essere ottimo, se poi riesci a trasmettere anche qualche messaggio a chi ti sta ascoltando il tutto diventa perfetto. Mi sono documentato molto sulla mitologia nordica anche se mi ha sempre affascinato il mondo fantasy in generale, e trasmettere ai fans questo tipo di argomenti potrebbe sicuramente, quando ascolti musica giusta, far dimenticare almeno per un po’ i problemi quotidiani dell’attualità e il mondo di merda che la politica mondiale sta rovinando.
Ma non credi che anche la storia italiana possa essere fonte d'ispirazione per tematiche epiche ed eroiche? Magari l'album avrebbe potuto chiamarsi "The Legends of a Centurion"...
Certo, e non nascondo che a volte ci ho pensato molto seriamente, l’Italia ha una sua Storia molto affascinante e gloriosa che per i B. W. non rimarrà inosservata.
Chissà in futuro parleremo anche dei grandi conquistatori romani o altro. La mia è una one-man-band io sono il leader ma anche il manovale e posso quello che voglio.
Sicuramente penso anche che una band dovrebbe avere una propri identità, ma a volte cambiare fa bene, tutti lo fanno, non vedo perché in futuro non potrebbero farlo anche i B. W.
Quale credi che sia il freno maggiore all'affermazione del metal italiano anche all'estero?
Per quanto mi riguarda, e parlo della mia band, noi siamo ascoltati più all’estero che in Italia.
Del resto non leggo molti giornali e non sono molto informato sulla attualità del panorama metal italiano e non so sicuramente come possa essere la nostra scena all’estero. Di una cosa sono sicuro che band come i Rhapsody of Fire potrebbero competere con qualsiasi grande potenza mondiale(musicalmente parlando).
Ti va di spendere due parole per ognuna delle canzoni che fanno parte di "The Legends of a Viking"?
Certo, cercherò di essere breve:
Comincio con "Son of the War" che è la prima canzone del disco, e descrive la discesa in guerra del Dio del tuono Thor figlio del Dio Odino contro i giganti delle montagne. Con il suo carretto volante trainato da due capre viene acclamato dalla popolazione sofferente, e il rombo del suo impetuoso martello è così devastante che lo si ode arrivare nella sua ira più totale.
In "Where’s my God" I guerrieri in battaglia stremati ed affamati si domandano dove sia finito il loro Dio e quando e dove lo potranno rivedere, per farsi indicare la strada per la vittoria finale.
"Warrior of the Northern" è una favola completamente inventata che narra la storia di un guerriero che stremato dopo una furiosa battaglia non riesce a ritrovare il sentiero del ritorno e vaga per le foreste per molti anni. Un giorno si addormenta ai piedi di una grande quercia , qui in sogno incontra una figura di donna che lo riporterà dopo le sue suppliche sulla via giusta.
"The legends will sing throught the wind" parla di un ragazzo che chiede al padre di raccontargli leggende e miti dei suoi avi, di gloriose battaglie e mostri sanguinari. Il padre lo accontenterà e lui potrà partire in guerra e proseguire verso il suo destino, orgoglioso, fiero e senza paure.
"Born in fire" narra la figura di un Dio nato dalle ceneri di un Vulcano.
"In Eternal Wind" si entra in un mondo a parte, Qui l’interpretazione è tutta personale perché entrano in gioco i miei sentimenti il tutto però sempre in un contesto epico.
Nella mia recensione per descrivervi sono ricorso a paragoni con gruppi come Bathory e Manowar, li riconosci come fonti d'ispirazione per i Bloodshed Walhalla? Quali altre formazioni ho colpevolmente trascurato?
Ti potrà sembrare strano ma ogni volta che compongo una canzone almeno per ora cerco di entrare nella testa di quel geniaccio di Quorthon R.I.P. , lo dico apertamente e non mi vergogno di dire queste parole perché non vorrei essere ripetitivo ma il mio intento gia dal principio era solo ed esclusivamente quello che ti ho descritto prima. Naturalmente le influenze di Band come i Manowar, Iron Maiden, Helloween quelle purtroppo ci sono dato che sono le band che ho sempre ascoltato.
Ma in questo momento quali sono le bands che più attirano le vostre attenzioni? Qualcuna che segnaleresti ai nostri lettori... ed anche a qualche redattore distratto come il sottoscritto?
Ragazzi se vi fate un giro su my space di Band ce ne sono una infinità e molte sono veramente interessanti. Ma questo sicuramente non devo di certo dirvelo io che sono un tradizionalista nostalgico del cazzo. Ascolto moltissima musica di tutti i generi, ma nello sterio della mia macchina oltre alle band che ti ho citato prima potresti ascoltare artisti tipo Candlemass, Rhapsody, o addirittura Black Sabbath o Ozzy Osbourne.
Ci sono state delle collaborazioni con altri musicisti per la realizzazione di "The Legends of a Viking"?
No, non mi sono avvalso di nessuna collaborazione fisica. In "The Legends of a Viking" tutto quello che si ascolta è suonato, cantato, registrato, e mixato dal sottoscritto. è una faticaccia te lo assicuro, non immagini le notti passate in bianco.
Di certo però questa è stata una pecca dato che non sono un fonico o altra roba del genere, e la registrazione ne ha risentito, ma la volontà e la voglia di fare è tantissima e il risultato in linea di massima non mi ha deluso, anzi. Anche se devo dirti che i B. W. in futuro avranno sicuramente bisogno di un qualcosa di più, che con la Fog Foundation si sta tentando di progettare, ma che per ora mi fa tenere i piedi saldi al terreno.
Quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi nell'essere una one man band? Fai parte, o hai fatto parte in passato, di qualche gruppo?
Si, in passato ho fatto parte di parecchie band locali e ho suonato molto dal vivo, ho suonato veramente di tutto: dal death, thrash, al glam americano poi power metal e non ti nascondo in principio anche rock italiano, poi con il passare degli anni le cose sono cambiate, e gli eventi mi hanno portato a questa solitudine musicale.
Guarda da un lato è si affascinante perché come ti ho detto prima in una one-man-band tu sei il capo e l’operaio, in una band classica a volte ci possono essere delle incongruenze in base a scelte da prendere o cose da fare, esempi ce ne possono dare anche band di un certo livello internazionale. Nei B. W. queste problematiche non ci sono. Dall’altro i guai si presentano sia dal punto di vista finanziario , perché è una persona sola che almeno agli inizi deve sobbarcarsi di tutte le spese, che dal punto di vista dell’immagine e quindi delle esibizioni dal vivo. Il palco è cosa fondamentale per un gruppo musicale. Ma purtroppo questo per i B.W. non è possibile.
Pensi che in futuro questo status sia destinato a cambiare?
Su questo non so proprio cosa rispondere.
Ti direi di si, che in futuro mi piacerebbe formare una vera e propria band, anche a ottanta anni o finché ne avrò la forza, ma per ora non ci sono sia le condizioni giuste e necessarie per affrontare questo tipo di discorso che le intenzioni da parte mia che questo avvenga. I B.W. per ora sono la mia creatura, e la mia one-man-band poi gli eventi diranno la loro e se in futuro ci sarà bisogno di cambiare qualcosa, questa si farà.
Bolle già qualcosa di nuovo in pentola? Qualche idea per il prossimo album? Le canzoni che sono finite sul disco dovrebbero aver già diverso tempo alle spalle...
I B.W. sono sempre in attività e in studio, e penso che per fine estate saranno pronte 7 nuove song che spero faranno parte del secondo capitolo di questa fantastica avventura. Per le song che sono finite su "The Legends of a Viking" devo ammettere che alcune si hanno veramente tanti anni, tipo “the legends will sing throught the wind” composta se non ricordo male almeno 10 anni fa, al contrario di “born in fire” che è stata composta veramente in tempi record. Ricordo che qualcuno mi disse, anzi mi consigliò, di inserire nell’album un pezzo un po’ più cattivo e spinto, ed io presi questo suggerimento sulla parola. In 24 ore avevo gia pronte le parti di batteria basso e chitarre della canzone.
Ok, grazie Drakhen, a te le ultime parole, ed ancora complimenti!
Grazie a te per questa fantastica intervista, per me è stato molto emozionante ed importante rispondere alle tue domande.
Però i complimenti sono tutti per voi della redazione di Metal.it che avete creato queste splendide pagine web e che permettete a band esordienti come i B. W. di mettersi in evidenza e dire la propria nella nostra amata scena dell’ heavy metal.
A presto.
DRAKHEN
Intervista a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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