Cold in Berlin/Here's a new sensation!

Su su: un piccolo sforzo. Del resto l'intervista è a voi che serve, prima di tutto, per farvi conoscere. Capisco che il mix di dark waver intellettuale inglese appena uscito dall'università vi renda inclini all'ermetismo ma insomma... Tanto mi ha entusiasmata And Yet, secondo album dei Cold in Berlin dopo il debut del 2010 Give Me Walls, quanto non mi ha esaltata l'intervista. Risposte tirate fuori a forza, col contagocce, tutto sommato impersonali e un tantino scontate. Non venite a dirmi che non avete influenze ben precise o che non ve ne curate, quando Brick by Brick sembra un pezzo inedito dei Joy Division e gli Xmal Deutschland potrebbero scambiarvi per membri del loro fanclub. Ma tant'è... questa è l'intervista. Consiglio comunque a tutti gli amanti del post punk/dark wave di acquistare l'album. Erano anni che aspettavamo un lavoro di quella caratura!

Originariamente vi chiamavate Death Cigarettes; come mai avete cambiato nome?

Adam: Sono arrivati nuovi membri nella band, abbiamo sviluppato ulteriormente il sound... E' venuto spontaneo cambiare anche il nome. Descrive uno stato del sentire correlato ad una città... e suona bene a pronunciarlo.
Maya: Volevamo allontanarci da quanto fatto come Death Cigarettes. I Cold in Berlin sono più oscuri e mi sento più vicina al nostro attuale sound.
Come nasce la band?
Adam: Maya ed io abbiamo iniziato a scrivere insieme quando frequentavamo l'università. Poi ci siamo mossi da York a Londra ed abbiamo incontrato Alex (drums) e Bozley (bass) ed i Cold in Berlin sono nati.
Ditemi qualcosa sulla genesi di And Yet...
Maya: And Yet... parla di fuga. E' nato in un periodo in cui mi sentivo emozionalmente in trappola ed utilizzavo la band come uno sfogo per la tristezza ed il senso di perdita. Quindi dal punto di vista creativo lo considero un trionfo, per il semplice fatto di essere riuscita a finirlo in ogni sua parte. C'è molto dolore nell'album ma anche desiderio di sopravvivere e di liberarsene.
Adam: Lo abbiamo scritto in un anno con un occhio alla sua resa live, dato che già stavamo pensando a promuoverlo con una serie di concerti.
Si sente nettamente l'influenza della scena dark wave/post punk inglese degli anni '80 e primi '90...
Maya: Non penso si tratti di una cosa che facciamo consciamente; ci limitiamo a decidere di volta in volta cosa suona meglio nei brani. Anche perchè abbiamo tutti influenze musicali molto diverse.
Adam: Le guitar bands degli anni '80 sembrano essere diventate dei pezzi da museo, anche se nomi come i Joy Division continuano a fare una certa impressione, quando li si ascolta per la prima volta. Comunque, sono più interessato a creare un nostro stile personale che a continuare quello di bands che non esistono più. Se dovessi pensare ad una vera influenza, ti direi i Sonic Youth. Loro sono una costante pietra miliare per ogni guitar band che si rispetti. Hanno reinterpretato il punk degli anni '80 attraverso la no wave art gridata e diretta degli anni '90.
Con il primo album avete attirato l'attenzione della BBC, che si è lamentata per il linguaggio eccessivamente "scurrile"...
Maya: L'ho trovato divertente! Era ridicolo essere giudicati in quel modo, poichè, secondo me, se fossi stata un uomo, il giudizio sarebbe stato completamente diverso. La recensione era così strana... Si capiva perfettamente che il recensore aveva apprezzato la musica ed i testi ma non riusciva a digerire il linguaggio, perchè non gli sembrava adatto al passaggio radiofonico. Come se fossimo mai stati una band interessata ai passaggi in radio!
Maya quali sono le tue fonti di ispirazione?
Maya: Difficile a dirsi... Ci sono alcune persone nella mia vita, che sono delle infuenze dirette per avermi sempre lasciato essere me stessa, senza contestarmi. Poi scrittori come Dworkin e Lessing. che mi mantengono forte e tanto piena di speranza quanto in realtà sono senza speranza. Musicalmente le mie influenze variano ma gli Swans sono una costante.
In un'intervista hai detto di amare l'auto produzione, perchè ti da il controllo totale sulla tua arte. Come ti senti ora che avete firmato con la Candlelight Records?

Maya: Sono felice che la nostra musica sia distribuita in tutto il mondo ed è esattamente ciò di cui ho bisogno ora. Posso focalizzarmi solo sulla parte creativa, senza dover pensare a tutto il resto. Non è detto che resteremo con loro per sempre, quindi cerco di trarre il massimo dal momento attuale.
Da dove nascono le vostre atmosfere notturne, nervose e gridate?
Maya: Dall'orrore dentro di noi; dal pericolo di non riuscire ad ottenere ciò che ci prefiggiamo di essere; dalla febbre che nasce con la creazione di un nuovo album e, sporadicamente, anche dalla gioia.
Progetti futuri?
Adam: And Yet uscirà il 27 Agosto. Faremo dei concerti per promuoverlo, poi dovremmo riuscire a suonare in Russia ed Ucraina in autunno, in Grecia a Dicembre ed in Scandinavia nella primavera del prossimo anno. Speriamo anche di poter tornare in Italia; è stato fantastico suonare da voi, siete un pubblico molto caldo, mentre gli inglesi sono più posati.
Intervista a cura di Laura Archini

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