Glacial Fear (Gianluca Molè)

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I calabresi Glacial Fear sono in giro ormai da più di dieci anni. Dimenandosi come una belva ferita in un contesto, quale quello natìo, decisamente limitante e limitativo per le loro aspirazioni, giorno dopo giorno combattono per poter portare avanti al loro passione. L’occasione per questa intervista, mi è stata offerta per la data di Napoli del loro mini tour, partito per promozionare il nuovo minicd “Illmatic”, che ce li presenta in forma dopo quattro anni di silenzio e con un nuovo cantante. Il chitarrista e membro fondatore della band, Gianluca Molè, è un ragazzo molto disponibile e tranquillo, e qui di seguito ci illustra un po’ qual è la situazione attuale della band. Questi ragazzi meritano tutto il supporto possibile perché, oltre ad essere dei ragazzi a posto, sono dei musicisti molto in gamba e io sto con loro.

Vorrei che iniziassi parlandomi del nuovo disco “Illmatic”.
“ E’ un minicd di 5 pezzi che è stato registrato durante tutto l’arco dell’anno scorso. Abbiamo iniziato le registrazioni a Gennaio e le abbiamo finite a Settembre praticamente, in quanto abbiamo suddiviso il lavoro in varie sessions. Su questo disco c’è il nuovo cantante Giuseppe Pascale. Sono questi le principali novità.”.
Ho apprezzato molto la copertina, veramente vocativa.
“ La copertina è opera di Fabio Timpanaro che è il proprietario di “Neontrinitykill”, è un bravo grafico che ha fatto le copertine per gente come Aborym e Konkhra. Abbiamo dato il master del disco a Fabio, con i testi e tutto il resto, e gli abbiamo dato campo libero. Gli abbiamo chiesto di ispirarsi alla musica e lui è stato molto bravo a rendere visibili le nostre idee.”.
Dal punto di vista musicale quali sono le novità?
“ Secondo me è un disco più brutale e diretto. Non che “Fetish Parade” (il loro precedente disco del 2000) non lo fosse, ma i nuovi pezzi spaccano di brutto. È comunque rimasta la ricerca musicale per sonorità moderne e personali. È un disco più veloce e spinto, ma anche le parti lente sono più pesanti e groovy.”.
Tra le altre cose proprio stamani ho riascoltato quel disco è l’ho trovato ancora molto attuale e valido. Mi son chiesto “perché questa band non ha raccolto quanto meritava?”. Com’è sta storia?
“ Un po’ ci perdiamo noi per strada, abbiamo difficoltà oggettive a venire fuori. La base di partenza resta sempre la Calabria. C’è una seria di concause tra cui sicuramente una mancanza di promozione e la mancanza di amicizie giuste. Anche se però, se un gruppo non vale non serve avere amicizie giuste, fa un disco e poi se ne va.”.
Voi all’inizio eravate una death metal band. Quando e come è avvenuto il passaggio alle sonorità odierne?
“ Si è vero, all’inizio eravamo proprio una death metal band, ma avevamo anche 17 anni, eravamo dei ragazzini, adesso ne ho 30! È stato solo con “Fetish Parade” che ci siamo spinti su territori nuovi, dopo il primo disco “Frames” è uscito dalla band il tastierista ed è stato lì che è proprio cambiato approccio. Eravamo rimasti in tre addirittura e cantava l’ex bassista Andrea Rizzuto che poi, a sua volta, ci ha lasciati subito dopo le registrazioni di “Fetish Parade”. Dopo “Frames”, c’è stato un cambiamento radicale, oltre al tastierista, ci lasciò anche il batterista e ci ritrovammo con l’odierno drummer Enzo Rotondaro. Lui viene da tutt’altra scuola, roba noise/hardcore. Abbiamo quindi fatto un intreccio di cose e ci siamo trovato su questi nuovi binari musicali.”.
Il vostro modernismo è però anche abbastanza concettuale. Da dove trovate l’ispirazione?
“ Non parlerei d’ispirazione vera e propria, abbiamo le nostre storie e le nostre esperienze. Non abbiamo particolari influenze, anche se su “Fetish Parade” avevamo un concept abbastanza sci-fi e riconducibile ad un immaginario apparentemente cyberpunk, vuoi anche per la cover che richiamava certi lavori di Geiger. Era comunque un immaginario crudo e diretto verso quelle cose che non ci andavano e non ci piacevano, le solite cose di tutti i giorni. C’erano critiche cose tipo ricerche bio-genetiche e società in generale. Il nuovo disco si distacca un po’ dal precedente da questo punto di vista. Le cose che su “Fetish Parade” erano sfumate ora sono più dirette, sono delle critiche dure e feroci. Non c’è bisogno di interpretare, c’è tutto scritto. Critichiamo soprattutto la globalizzazione delle multinazionali, come quella del farmaco, e via dicendo.”.
Già nella precedente intervista avevi mostrato idee molto chiare sulla globalizzazione.
“ I concetti lì abbiamo estremizzati ed esplicitati. Siamo sempre più convinti. E tralascio di parlare della pseudo-politica. Abbiamo un grande disprezzo per queste cose.”.
Il nuovo disco esce per la LM Records. Ho notato che i vostri dischi non sono mai usciti per etichette di un certo livello. Come mai non trovate mai nessuno che vi possa supportare a dovere?
“ Questo non l’ho mai capito! Noi i promos li mandiamo a tutti! Se poi non li ascoltano io non posso farci niente. Tuttavia la LM è una buona etichetta, è in giro da vent’anni e ha pubblicato i dischi di Strana Officina e Adramelech. Molte etichette ci hanno risposto che non gli interessiamo. Abbiamo contattato anche la Code666 perché con Emiliano (Lanzoni, il boss della Code666) ci conosciamo da molti anni, ci aveva proposto un contratto di distribuzione esclusiva ma solo se si trattava di un’autoproduzione nostra. Poi s’è fatta avanti la LM records e abbiamo firmato per loro.”.
Cosa stai ascoltando ultimamente?
“ Ascolto le cose più diverse, non seguo una scena in particolare. In questo periodo mi sto martellando con un gruppo che ho conosciuto da poco e mi son piaciuti subito, gli Hell Is For Heroes, e poi gli Snapcase di cui sto consumando tutta la discografia. Veramente un gran gruppo.”.
Sempre nella precedente intervista ti eri lamentato per la scena italiana che a tuo dire era piena di gelosie, invidie e scarsa collaborazione tra le bands. Sono cambiate le cose?
“ Ci sono parecchi infantilismi, ti parlo di quello che vedo io. Ora non giriamo più come una volta, quindi non saprei dirti molto. Abbiamo una situazione logistica non molto tranquilla. Uno sta a Catanzaro, uno a Vibo Valentia, il batterista sta ad Imperia per lavoro pur essendo di Reggio Calabria e via dicendo. Pensa che ci vediamo ogni 3/4 mesi per provare e dobbiamo programmarci tutto per conciliare le esigenze di ogni membro della band. È proprio un gran casino! Siamo una band abbastanza in bilico.”.
Avete già in programma un nuovo full lenght?
“ Certo che si, anche se adesso stiamo promuovendo questo nuovo mini. Entro l’anno ci metteremo al lavoro su pezzi nuovi per un vero e proprio full-lenght, ancora non si sa quando però. Ce la siamo sempre presa comoda se pensi che questo esce a distanza di 4 anni da “Fetish Parade”.”.
Ok Gianluca, vuoi aggiungere qualcosa prima di chiudere?
“ Ti ringrazio per esserti ricordato di noi! Spero che tu stasera ti diverta. Un grosso saluto ai lettori di Eutk.net. Supportateci!”

Intervista a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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