Mesmerize: “Paintropy” Studio Report – 10/02/2013

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Gruppo:Mesmerize
Domenica, primo pomeriggio: inconsueta “scampagnata” per il “dinamico duo” (ehm, si fa per dire …) sabaudo di Metal.it, e non per ordinarie questioni calcistiche (anche perché quelle che interessano al sottoscritto si sono felicemente concluse nella giornata di sabato, laddove quelle che coinvolgono Ermo sono in corso di svolgimento a circa 400 km di distanza … e gli esiti, per la cronaca, non saranno altrettanto soddisfacenti …) [Già… contro le squadre a righini bianconeri i rigori proprio non ce li danno!! N.d.Ermo].
L’occasione, assai “ghiotta”, è quella dell’ascolto in anteprima del nuovo lavoro dei Mesmerize, “Paintropy”, la cui uscita, prevista per il 29 aprile su etichetta Punishment 18 Records, riporta agli onori delle cronache uno dei gruppi più interessanti (e pure un po’ “incostanti” …) del panorama metallico italiano, a distanza di ben otto anni dal precedente “Stainless”.
L’audizione si svolge nello studio della band, dove la formazione al gran completo accoglie noi e il collega di Heavy Metal.it (ciao Fabio!) con una grande carica di simpatia e semplicità, la stessa che del resto traspare dalle loro esibizioni live e che i fans hanno imparato a conoscere perfettamente nel corso degli anni.

I Mesmerize possono tranquillamente essere considerati, infatti, dei “veterani” della scena tricolore, e questo “Paintropy” sembra proprio rappresentare il punto di “svolta” di un gruppo che, a questo punto della sua carriera, decide di non riproporre pedissequamente il suo consolidato ruolo di classic/power metal band e tenta di sottoporre i suoi notevoli mezzi espressivi (continuo a pensare che Folco Orlandini sia uno dei cantanti migliori dell’intero rockrama italico, e che sia troppo spesso sottovalutato …) ad un processo evolutivo che lo porta a testare nuove soluzioni interpretative, pur mantenendo salda la sua identità “autoctona”.
Nulla di “snaturante”, dunque, ma un disco che fin dal suo titolo (coniato unendo i concetti di “dolore” e “entropia”) e dal suo dicotomico artwork appare, ed eccoci alle sensazioni d’ascolto, diretto, risoluto, piuttosto “concreto” e “fisico”, eppure capace al contempo di non trascurare melodie introspettive e sufficientemente articolate, rispettando appieno, a mio modo di “sentire” le cose, l’esigenza (esplicitamente dichiarata dalla banda, durante la piacevole chiacchierata “didascalica” che accompagna l’operazione …) di catturare l’astante puntando in prima istanza sull’impatto e sull’efficacia, lasciando poi gli approfondimenti di strutture compositive sicuramente non banali ad una fase successiva.
Una necessità che, in realtà, ha origini piuttosto lontane, giacché la stesura di “It Happened Tomorrow”, la potente opener dell’albo, risale ad un periodo immediatamente seguente alla pubblicazione di "Stainless" … il brano espone le comprovate “eccellenze” dei Mesmerize coniugandole attraverso un linguaggio più “pragmatico”, realizzando una sorta di “camera di decompressione” ad uso e consumo dei loro die-hard fans, che si potranno preparare al resto del programma riconoscendo senza fatica le peculiarità del gruppo, pur trovandolo inevitabilmente “cambiato”. [Ma che stai dicendo?!?! … N.d.Ermo] ...[E’ normale che gente abituata alla serie B non contempli certe “raffinatezze letterarie” -:) … contro-nota di Marco!].
Se “2.0.3.6.” accentua la componente impetuosa e in your face della traccia precedente e colpisce per l’elevato coefficiente anthemico (lievemente “facilotto”, forse …), tocca a “A Desperate Way Out” piazzare il primo colpo veramente “stordente” di “Paintropy”, caratterizzato da un arrangiamento che sfrutta un avvincente equilibrio tra “cattiveria” e tensione evocativa, cui contribuisce un testo (inerente alla complessità delle reazioni umane di fronte alle situazioni difficili dell’esistenza, in cui molte volte ci si ritrova quasi senza rendersene conto …) dai risvolti emotivi certamente intriganti.
Buone notizie, seppur in un contesto musicalmente meno “impegnato”, arrivano anche da “Monkey In Sunday Best”, che con i suoi suoni maggiormente “attualizzati”, con le sue chitarre “sferraglianti” e con il suo break “animalesco” (la tesi sostenuta è quella dell’uomo che nonostante tutti i suoi sforzi rimane essenzialmente una scimmia, sebbene “vestita a festa” ...) si lascia apprezzare per la sua freschezza e la sua singolarità in un album che si prende una pausa con “'Midnight Oil” (un breve interludio strumentale) e con le sfumature malinconiche di “Within Without”, gratificata altresì da un ritornello a “presa rapida”.
Gli estimatori di Dean Koontz potranno gioire nel trovare un richiamo all’acclamato scrittore statunitense (uno degli autori preferiti di Andrea Tito) nel titolo di “One Door Away”, un pezzo che in realtà descrive la “felicità” come un obiettivo “possibile” e che, a dispetto di un inizio un po’ in “sordina”, ostenta una progressione da potenziale best in class, in cui immediatezza, fantasia, modernità e cadenze “classiche” sono dosate con grande sagacia, condite da un tenue tocco caliginoso di notevole suggestione.
Sono quasi certo che anche i più fedeli sostenitori dei Mesmerize faticheranno almeno un pochino ad identificare i loro beniamini nella title-track di quest’attesissimo ritorno … squarci rabbiosi, ritmiche proto-thrash, cantato aggressivo e un approccio schizofrenico di vaga ispirazione crossover che si scontrano con le melodie del ritornello, fanno del brano uno dei momenti più sorprendenti (e controversi, mi sa …) del disco.
La gradevolezza di “Shadows At The Edge Of Perception” e il “tiro” della motrice power-metalMrs. Judas” non lasciano, però, particolari segni del loro passaggio nelle impressioni di questa “istantanea” listening session e lo stesso si può dire, in sostanza, di “Masterplan”, durissimo (sotto il profilo musicale e lirico) atto d’accusa nei confronti dei tanti manipolatori e dei “furbetti” vari che affollano la società contemporanea, mentre il groove vincente di “You Know I Know” (allettanti pure i suoi bagliori Helloween-iani) e la bella e poderosa cover di “Promises” (pezzo dei Cranberries già proposto spesso dal vivo, qui addizionato da un inatteso controcanto in growl …) sono da annoverare tra i momenti che è agevole “ricordare” grazie a dotazioni d’intensità e personalità di livello superiore.

La sensazione complessiva, scaturita da note e parole assorbite in questo piacevolissimo pomeriggio meneghino, è che i Mesmerize con “Paintropy” si riveleranno al “mondo” come un’entità “matura” e carismatica, che non rinnega il suo passato e tuttavia vuole anche andare “avanti”, evitando di “riciclarsi” (e vista benevolenza del mercato contemporaneo nei confronti del “classico”, tale decisione appare un’ulteriore dimostrazione di temperamento …), consapevole che l’eventuale rischio di incorrere in qualche superficiale accusa di “infedeltà” ha minor peso rispetto alle sue attuali urgenze espressive.
Ora non resta che attendere la release ufficiale dell’opera per conferme, (meno probabili) smentite e valutazioni supplementari …


Tracklist:
1. It Happened Tomorrow
2. 2.0.3.6.
3. A Desperate Way Out
4. Monkey In Sunday Best
5. Midnight Oil
6. Within Without
7. One Door Away
8. Paintropy
9. Shadows At The Edge Of Perception
10. Mrs. Judas
11. You Know I Know
12. Masterplan
13. Promises (The Cranberries cover)


Data di pubblicazione: 29/04/2013
Etichetta: Punishment 18 Records
Registrazione e Mix: Octopussy Studios, Milano (Italia)
Mastering: House Of Audio, Karlsdorf (Germania)
Intervista a cura di Marco Aimasso

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