Avantasia: fantasinfonia!

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Gruppo:Avantasia

A un mese esatto di distanza dall’uscita del nuovo capitolo targato Avantasia, The Mystery of Time, abbiamo l’occasione di fare qualche domanda su passato, presene e futuro al vero mastermind del progetto, Tobias Sammet. Loquace e simpatico, Tobias è un vulcano di idee e di passione per quello che fa e si rivela anche una persona profonda, con cui sarebbe valsa la pena approfondire determinati argomenti e a cui avrei voluto porre diverse altre domande. Ma il tempo è tiranno, probabilmente Tobias deve recuperare le interviste che non ha rilasciato nel meeting che era stato programmato a Milano e che ha dovuto disdire per un infortunio ad un piede, e mi dice subito che non possiamo dilungarci.

Tobias come stai? Come va il tuo piede?
Molto meglio, grazie! Non è ancora perfetto ma sta guarendo!
Mi sembra che il nuovo album si avvicini soprattutto a The Scarecrow
E’ difficile da dire… Non ho mai avuto l’intenzione di fare un disco come Scarecrow, ma nemmeno di non farlo come Scarecrow. Volevo solo registrare le nuove composizioni che avevo in testa. Quello che posso dire è che il modo in cui il concept si presenta, per esempio diversi cantanti che cantano ciascuno con un suo ruolo, diverse parti della storia, scritte sul booklet come una vera metal opera, lo avvicina ai primi due albums, The Metal Opera part I e part II. In molti lo hanno già detto. Quello che è sicuro è che il dna di ogni brano è Avantasia al cento per cento, non potrebbe esserlo più di così.
Parlaci del concept tematico…
E’ una favola scritta come quelle di una volta. Parla di un giovane scienziato che realizza di essere circondato da persone perennemente di fretta, affannate nel correre dietro alla vita di tutti i giorni in maniera cieca, senza mai trovare il tempo di fermarsi e riflettere sulle cose realmente importanti nella vita, diverse dalle vanità materiali. Persone cieche, senza più immaginazione ne spiritualità. Il giovane scienziato decide di indagare sui motivi di questa inconsapevolezza e, man mano che procede nella sua indagine, è costretto ad ammettere l’esistenza di un’entità superiore, da lui sempre negata. E’ una fiaba che riguarda il tempo, la visione del mondo scientifica e lo spirito, la storia di una crescita spirituale da parte di una persona che, in quanto devota alla scienza naturale, è agnostica. E’ stata ambientata nel diciannovesimo secolo, in una piccola città dell’Inghilterra vittoriana e ne sono veramente soddisfatto.
La spiritualità occupa un posto importante nella tua vita?
Assolutamente sì e credo che dovrebbe essere nella vita di chiunque. Non voglio dire che tutti debbano per forza essere cristiani cattolici, ma credo fortemente che lo spirito sia il fondamento di ciò che gli esseri umani e tutte le cose sono. La nostra società è troppo focalizzata sul materialismo. Ovviamente capisco che siamo incarnati in questo corpo, fatto di carne e sangue, che ci influenza con le sue necessità fisiche, e che, quindi, i soldi ed il mondo materiale ci servono per vivere. Ma abbiamo dimenticato che siamo degli esseri spirituali, momentaneamente incarnati, e che la materia è solo un veicolo per vivere in questa incarnazione, non un fine. Moltissime persone vivono nell’inconsapevolezza di se stessi, fino al momento in cui sono messi di fronte al mistero dell’esistenza, per esempio in punto di morte.
Anche Einstein ha detto che la materia, in realtà, è spirituale…
Esattamente. Il pensiero è un altro stato della materia, ogni cosa comincia da un pensiero, come un’evidenza del modo in cui funziona la teoria della relatività. Un sacco si persone credono in ciò che possono vedere e toccare e non credono in tutto ciò che non riescono a vedere e sentire con i comuni sensi corporei, eppure ci sono molte cose nel nostro ambiente che non hanno una logica. Per esempio, il fatto che una persona come me, con un cervello tutto sommato piccolo, nulla di speciale, si metta con un foglio bianco davanti e, dopo tre ore, abbia un’idea, sbucata fuori dal nulla, che diventa un cd fisico con cinquanta minuti di nuova musica, un concerto con nomi come Joe Lynn Turner, Michael Kiske, Biff Byford, Eric Martin e una intera orchestra, booklet di venti pagine con un bellissimo artwork… E’ semplicemente uno stato diverso del pensiero, uno stadio ulteriore, quello che il pensiero diventa alla fine. Tutto è spirituale, anche il metal. Se avessimo più tempo, mi piacerebbe sviluppare il discorso, ma non è la sede adatta!
Da cosa hai tratto l’ispirazione per creare quelle che sono delle vere e proprie storie musicate? Sei un lettore di fantasy?
Non molto. Quello che adoro sono le favole con demoni, fate, streghe… immaginarmi in un altro mondo… Visto spesso castelli e guardo un sacco di film con i cavalieri… film storici... Amo combinare le mie esperienze ed i miei pensieri in mondi fantastici. Ma non il fantasy classico… Non scriverei mai una storia su una maledizione ed un principe che deve salvare la sua amata dalle fauci di un drago lunare, ahahah! Per molti ascoltatori quelli che scrivo sono dei bellissimi quadri, delle bellissime favole. Molti altri interpretano i testi in base al loro vissuto. E’ esattamente quello che voglio.
Come è stato lavorare di nuovo con una orchestra?
Su Hellfire Club con gli Edguy era stata un’esperienza fantastica. Nel momento in cui ho scritto Black Orchid ho capito che avrei avuto bisogno di un’orchestra, la sua atmosfera spettrale non poteva essere resa in altro modo. Il produttore mi ha detto che la gente non si sarebbe accorta della differenza fra una vera orchestra ed una finta, ma gli ho risposto che non mi importava, perché lo sapevo io che c’era la differenza. L’orchestra ha reso il sound più vivo ed organico.
In molti si sono chiesti come mai Jorn Lande questa volta non abbia collaborato al progetto…
Ho contattato Jorn, ma mi ha detto che almeno per tutto il prossimo anno avrebbe avuto altri impegni e che non poteva nemmeno venire in tour, quindi ho dovuto sostituirlo, non potevo mettere in stand by gli Avantasia fino a quando si sarebbe liberato. Jorn è stato grande sugli album in cui ha cantato, The Scarecrow non sarebbe stato lo stesso senza la sua voce, lo ha quasi modellato. Ma cambiare può essere altrettanto interessante e The Mistery of Time part I ed il suo seguito – ci sarà anche il seguito, che ancora non è ne composto ne registrato- ha un diverso gusto musicale, diverse soluzioni. E’ stimolante. Gli Avantasia non diventeranno mai ripetitivi; finora ogni ciclo tematico ha avuto un sound diverso.
Bob Catley e Michael Kiske sono gli unici due cantanti che non sono mai mancati in ogni album…
Sono entrambi dei singer che mi hanno influenzato; quando penso alla storia del metal, immediatamente penso a loro. Inoltre abbiamo un’amicizia molto stretta. Non voglio nemmeno pensare agli Avantasia senza di loro; per farti un esempio, quando ho scritto Where Clock Hands Freeze, fin dalla prima melodia ho avuto in mente Michael Kiske, lui era già lì. E’ un sentimento che mi nasce spontaneo, ogni singolo aspetto della loro voce mi ispira.
In che modo componi la musica degli Avantasia?
Attualmente non c’è uno schema preciso, può avvenire in qualsiasi maniera. Come ti dicevo, per Where Clock Hands Freeze avevo già la melodia in testa da un bel po’, che aspettava solo di essere suonata, e fin dall’inizio sapevo che sarebbe stato Michael a cantarla. Per altri brani, invece, una volta scritti e presa coscienza delle linee vocali, ho cominciato a scartabellare tutta la mia collezione di dischi, per trovare i nomi giusti a cui proporre il brano e ne ho provato più di uno, alla ricerca della voce adatta. I cantanti presenti nei vari album sono un riflesso dei miei gusti musicali come fan.
Hai mai pensato di tenere dei concerti nei teatri?
No. L’heavy metal è un genere rumoroso e deve essere suonato negli spazi per concerti rock. In Germania i teatri sono grandi e vengono spesso utilizzati anche per i concerti, ma no, proprio non vorrei. Io voglio un posto come l’Alcatraz di Milano: un posto metal, dove suonare musica metal per ascoltatori metal!
Ok, ho capito che suonare in Italia ti piace davvero!
Assolutamente sì! Adoro il cibo ed il vino italiani e l’attitudine caciarona ed entusiastica dei fans! Mi sento come in famiglia da voi.
Quali sono i posti in Germania che preferisci?
Berlino non mi piace granché come città e, quando ci abbiamo suonato, anche il pubblico non è stato dei più ricettivi. Monaco e Norimberga sono fra le mie città preferite, sia come pubblico che come luoghi, la loro architettura classica è molto bella.
Qualche anticipazione sul tour che sta per partire?
Saremo in Italia ad Aprile e la line up comprenderà, fra gli altri: Amanda Somerville, Oliver Hartmann, Bob Catley, Michael Kiske, Eric Martin, Ronnie Atkins dei Pretty Maids, naturalmente Sascha Paeth, Michael Rodenberg, Felix Bohnke … Sarà il più grande show degli Avantasia mai fatto e non vedo l’ora di portarlo a Milano. In passato abbiamo fatto brevi tour di poche settimane o concerti sparsi… in Sud America, Giappone, Italia e Germania. Quando organizzi un tour degli Avantasia degli sederti e pianificare con calma, cominciando dal reperire i musicisti disponibili; con così tante persone coinvolte è quasi impossibile trovare un periodo in cui siano tutte insieme libere. Per questo i nostri tour sono così rari e non so se oltre a questo che stiamo per fare ce ne sarà un altro, data la difficoltà di organizzazione. E’ la prima volta che suoniamo in un tour più esteso al di fuori della Germania e Sud America ed è stata una coincidenza felicemente fortunata; sono davvero contento, non sapendo se riusciremo mai più a replicarla.
Intervista a cura di Laura Archini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 28 mar 2013 alle 12:58

Ahahahah!! Mi sono persa un "non" sulla tastiera del computer :-p Sorry :-)

Inserito il 28 mar 2013 alle 12:46

"non ho mai avuto l'intenzione di fare un disco come Scarecrow, ma nemmeno di farlo come Scarecrow".!!!??!! Ma che diavolo dice.....?????