Archivio delle opinioni di Erlik Khan

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La peggiore e più ridicola produzione dei rhapsody.. sotto tantissimi punti di vista.. iniziando dal booklet fino ai suoni e alla composizione delle canzoni.. per fortuna è un aso isolato..

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Bellissimo questo disco.. dopo i primi due è il migliore.. molto più vario, con una traccia che quasi sfiora il black.. peccato che abbiano rinunciato a quel loro progetto: Rhapsody in black.. poteva essere molto interessante

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Sono stato, ed in parte sono ancora, un ascoltatore dei rhapsody.. e avendo sentito altri gruppi che si sono avvicinati a questo genere ho sempre storto il naso e detto: sì, carino sto cd, ma niente di che. Mi sono avvicinato allo stesso modo a quest'album dei Thy Majestie.. e con piacere ho scoperto un album potente e melodico, ben ispirato e lontano da quel genere fantasy holliwoodiano. Insomma, la famiglia musicale di appartenenza è quella ma fra le due band c'è un bel pò di distanza

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Album Magnifico, ha un atmosfera così carica di energia helloweeniana da lasciar stupiti, per come un album possa coinvolgere quasi come un concerto visto come i propri occhi. Fra battute di Kiske e urla del pubblico il disco fila via che è una meraviglia. Unica grande pecca: dura pocchissimo ( il che vale un punto in meno su 5)

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Vitriol (Ita) - Vitriol / Sorpresa

Ho cliccato per sbaglio sul loro album,lo ammetto, ma alla fine ho letto tutta la recensione, incuriosito, e per fortuna ho potuto ascoltare 4 loro canzoni sul loro myspace! Per essere un demo è veramente notevole, certo la produzione non è il massimo, ma le canzoni variano in modo complesso in pochi istanti pur tenendo una omogeneità continua, momenti delicati seguiti da belle raffiche di potenza e, punto per me fondamentale,non c'è quel cantato orrido come in mille altri gruppi prog

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Akphaezya - Anthology II: Links from the Dead Trinity / Folle e stupendo, ma non per tutti

Innamorarsi degli Akphaezya è tanto facile per alcuni quanto impossibile e improponibile per molti, moltissimi altri. La loro follia compositiva, in questo album, raggiunge picchi massimi, uno strato jazz che accompagna costantemente rock, metal, passaggi latino ed elettronici ( due casi per questi ultimi), insieme alla soave e versatile voce di Nehl Aelin. Ascoltatelo con la mente molto, molto aperta per poterlo apprezzare

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