A guardare le carte d'identità dei
Kadavar c'è di che rimanere allibiti: l'età media del combo meneghino infatti si attesta intorno ai 19-20 anni, mentre ascoltando il loro omonimo disco d'esordio
"Kadavar" si viene colpiti dalla padronanza che questi ragazzi hanno dei rispettivi strumenti.
Tecnicamente validi, i Kadavar ci propongono un death metal senza fronzoli e diretto, marziale e quadrato che a tratti ricorda vagamente i Kataklysm di Maurizio Iacono. Nonostante la giovine età, questi ragazzi mettono in luce un songwriting già abbastanza maturo e di buon livello, che consente loro di creare un mix bilanciato di tecnica, aggressività e melodia. Certo non stiamo parlando dei nuovi Decapitated, dal momento che qualche falla il disco la presenta (eccessiva la predominanza dei tempi marziali e quadrati, in pieno stile Kataklysm appunto), ma se dobbiamo per forza fare un confronto, i Kadavar si mangiano a colazione gli Hackneyed, band anch'essa molto giovane iperpompata dalla Nuclear Blast. "Kadavar" è un buon disco, anche se ha il grosso difetto di essere un po' troppo monotematico e di non aver nessun brano killer, di quelli che ti fanno saltare su dalla sedia e dedicarti ad un headbanging sfrenato come se non ci fosse domani. Il gruppo senza dubbio ha tutto il tempo per maturare e fare meglio, per cui godiamoci questa nuova promessa del death metal tricolore e supportiamo questi ragazzi.
E come si diceva dalle mie parti quando si vedevano delle tipe interessanti ma, ahimè, ancora troppo acerbe: CBCR (Cresci Bene Che Ripasso).
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?