E' una foto tendente al bianco e nero, con un soggetto particolare, tre pali dell'elettricità su una qualsiasi strada diretta verso il nulla. I componenti dei
Magpie decidono di dare il benvenuto all'inferno agli ascoltatori con un'immagine dimessa, ma che fa presagire le tonalità oscure e devastate della loro musica. Effettivamente non bisogna andare molto lontano, già il titolo
Noir (Several Murders In Slepless Nights) riassume bene il concentrato di disperazione e alienazione di uno stile musicale non catalogabile. Spaziando senza soluzione di continuità fra la New Wave più retrò possibile, e imbottendo il restante spazio libero con suggestioni Ambient un po'gotica, per finire (ma in realtà non termina di certo qui) ci manca soltanto una giornata autunnale di pioggia e il piatto (velenoso) è servito. Se avete presente quella branca della scena romana composta da esemplari come Klimt1918, En Declin e via discorrendo, siete sulla strada giusta per inquadrare i Magpie. Lo sforzo successivo che vi si chiede di fare è quello di triplicare la dose di malinconia e di distaccamento dalla realtà, per entrare in una dimensione parallela fatta di incubi e ossessioni sonore che si trascinano come un'agonia interminabile, però intrise da una sorta di tocco melodico molto delicato e poetico. Le lunghe Hidden (December, 20), Autumn (My Love), e aggiungo Milk sono le migliori nel riuscire a descrivere un suono grigio con forti sfumature nere, anzi Noir. E' bene specificare che la band è la cosa più estranea a qualsiasi concetto di Heavy Metal, ed è strano trovarli su queste pagine, ma non è una cosa negative. La loro musica è ricca di fascino e dolore, a qualcuno potrebbe anche interessare.
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