Copertina 4

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2009
Durata:53 min.
Etichetta:Limb Music

Tracklist

  1. THE WIRE
  2. SCARLET SKIES
  3. THE DEVIL IN YOUR HEART
  4. ONCE WE WERE HERE
  5. A MOMENT TO REMEMBER
  6. THE PASSAGE
  7. PANDORA'S BOX
  8. THE ADVENTURES OF ARCAN
  9. A GHOST FROM THE PAST

Line up

  • Bill Makatowicz : vocals
  • Øyvind "Lionheart" Larsen: guitar
  • Dag Erik "Deck" Johnsen: bass
  • Roger Bjørge: drums

Voto medio utenti

''Final Hour'' è il full length d'esordio degli Illusion Suite, band nata nel 2003 e nota per la pubblicazione di due precedenti demo.
Etichettati come band filo Progressive/Power Metal, questi ragazzi, di origine svedese, sembrano interpretare solo quelle che sono le esigenze del genere Power, inteso come sfumatura del Metal; almeno per quanto riguarda ciò che traspare dal loro disco!
Nel complesso questo lavoro si rivela piuttosto semplice, comprensibile e ad un primo ascolto statico.
Si tratta di nove brani che potrebbero risultare quasi come traccia unica in quanto in ''Final Hour'' tutto viene continuamente riproposto e a questo punto la staticità si afferma come carattere portante!
Non manca di certo la tecnica strumentale, ma ciò non basta per livellare la totale assenza di idee e chiavi innovative...
Tutto il lavoro si distingue grazie ad un sound alquanto aggressivo, nel complesso; ma resta comunque la costante presenza di cori modesti, riff di chitarra molto banali... A livello di sound tutto si lascia interpretare come qualcosa di freddo e distante; questo è il classico esempio di musica che non comunica particolari sensazioni, che all'ascolto risulta statica, intoccabile e dall'essere anonimo.
Nulla richiama influenze caratteristiche, ma non è nemmeno possibile parlare di decisione stilistica da parte della band in questione.
Di conseguenza il sound complessivo risulta povero, disinteressato e pieno di elementi banali, come ad esempio i piuttosto frequenti cori o le doppie voci.
L'album comprende nove tracce aventi sfumature epiche, dal suono pesante; lo stesso vale per i riff e el armonie: il tutto continuamente riproposto!
La voce si distingue di certo per la propria estensione, ma non solo... Anche la mancanza di controllo da parte del cantante gioca un ruolo decisivo.
Le linee vocali non sono delle più complesse e nonostante ciò Bill Makatowicz sembra voler andare sempre oltre tanto da far sembrare tutto innaturale e forzato, anche grazie alla presenza di acuti ripetuti, prolungati e sottili, che sembrano inseriti come per dare un tocco di originalità...
Cio che di ''Final Hour'' impressiona è l'incapacità, che la band ha, di gestire le proprie idee; tutto sembra un mosaico, un insieme di pezzi che l'ascoltatore è tenuto a ricomporre... Tutto è evidentemente poco fluido e da questo deriva la pesantezza dell'album.
Per quanto riguarda i brani presi singolarmente, il disco in apertura presenta una traccia promettente:'' The Wire''; molto energica, dalla voce graffiata, cattiva e un intermezzo melodico (diciamo alla Symphony x).
Un riff decisamente tipico del Power, con chitarre accelerate e cori epici, da il via a ''Scarlet Skies'', brano dal ritornello armonico (di quelli che si ricordano dopo qualche ascolto) e la presenza, solo in alcune parti, di un basso dal volume aberrante, fattore caratteristico dei più recenti Dream Theater; il tutto diverrebbe degno sul finale solo se stessimo parlando di una Gothic band avente una voce femminile!
Da quì in poi, queste tracce diventano quasi un esempio per tutte le altre... Costruite sulla medesima scia, ovvero alternando carica (''Once We Were Here'') a cori epici (''The Adventures Of Arcan'').
''A Moment To Remember'' si promuove in principio come ballad: dalla voce ben modulata e la presenza, ancora una volta, di cori che purtroppo abbiamo avuto modo di ascoltare e riascoltare; anch'essi scontati!
Fatto stà che, il brano in questione, dato un inaspettato cambio di sonorità diventa sempre più energico; sembra quasi sul punto di offrire qualcosa di nuovo fino al ritornello: convenzionale e dal prevedibile acuto finale.
''A Ghost From The Past'', pezzo dalla conclusione evanescente, esibisce delle chitarre davvero furiose, ma anche i consueti doppi cori.
A differenza del sound, l'artwork risulta molto curato e distintivo, dal disegno attraente realizzato nei minimi dettagli e con grande cura!
L'ascolto arduo, monotono e scolastico, è tale proprio per mancanza di metodo.
Gli Illusion Suite a livello tecnico promettono bene, purtroppo la buona musica ha bisogno di tanto spirito e il tutto passa per una certa stabilità a livello generele... Fattori, questo è il caso di dirlo, completamente assenti.
Recensione a cura di Ambra Bucci

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