Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:42 min.
Etichetta:Unundeux

Tracklist

  1. DIE SCHLACHTUNG
  2. DIE KAMPAGNE
  3. SUPERMACHT
  4. MILCHKRIEG
  5. MINDERLEISTER
  6. DEUTSCHLAND SUCHT DEN SUPERSTAR
  7. SORGSAM DURCHEINANDERGEBRACHT
  8. TOD IM TANK
  9. JOCHBEINBRUCH
  10. EVERYTHING IS FINE
  11. WIE GEHT NOCHMAL FICKEN
  12. GOLDENE MITTE
  13. RENTNERPARADIES
  14. LEBENDGEWICHT
  15. FRESSSUCHT
  16. DEMENT
  17. EFFIZIENZ
  18. DEUTSCHE
  19. MIMIKRI
  20. DER ARSCH
  21. ANGRIFF AUF DIE ZIVILISATION
  22. AUTO
  23. SCHMERZRAKETE
  24. DIE REINIGUNG
  25. LINKS
  26. NACHAHMER
  27. EMOTIONEN

Line up

  • Markus "Bony" Hoff: vocals
  • Martin Freund: vocals
  • René Hauffe: guitar
  • Klaus Nicodem: guitar
  • Marco Bachmann: bass
  • Christof "Christ Of" Kather: drums, vocals

Voto medio utenti

Eccomi qui, il 2010 è iniziato da nemmeno un mese e potevo forse sottrarmi alla dose annuale di Japanische Kamphorspiele che la redazione mi somministra con la regolarità che la Marcuzzi e i suoi yogurt si sognano? Certamente no, anche perchè si tratta di un appuntamento ben gradito dal sottoscritto, anche perchè questi tedeschi fino ad oggi hanno sempre sfornato lavori originali e piacevoli, non dimenticandosi di evolvere uscita dopo uscita. Lo stesso vale sostanzialmente anche per questo "Bilder Fressen Storm", che in tutta la discografia della band si presenta come l'album forse più facilotto e "ordinario": ci si muove sempre in territori grindcore moderno e tendente al death metal, ma manca quella componente schizzata, irriverente, giocosa e cazzona che invece era preponderante in "Rauchen Und Yoga", con il risultato che i Japanische paiono più rilassati, tant'è che i blast beat sono ridotti ai minimi storici. Non temete, tuttavia! Il gruppo non è improvvisamente impazzito, tant'è che in brani come "Jochbeinbruch" viene fuori un'influenza industrial quasi inedita, che ci riconsegna intatta la volonta dei tedeschi di andare ben al di là dei già esplorati confini grind per proporre ogni sorta di contaminazione. Ventisette pezzi brevi e ficcanti, ma che non raggiungono mai i livelli di parossismo e di urgenza comunicativa che abbiamo ritrovato sui dischi precedenti, dai quali emergono i Japanische Kampfhorspiele più "meditativi", dove sono riff quadrati e una vena perlopiù strumentale (le voci sono molto diminuite) a dettare legge.
Ancora una volta questi pazzi tedeschi ce l'hanno fatta a spiazzarci, illudendoci di voler battere una determinata strada per poi seguirne tutt'altra. Ma chi ha imparato a conoscerli, ormai ha capito che proprio questa è l'essenza dei Kapanische Kamphorspiele, nonchè il motivo per cui ci piacciono tanto! Certo che chi si aspetta un album di efferato grindcore questa volta rimarrà deluso..
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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