A cavallo tra gli anni 70 e 80, la vita artistica e anche di più di Ozzy Osbourne pareva proprio giunta al capolinea, annegata negli eccessi. Uno dei meriti della moglie Sharon, vista da molti come una disgrazia per il singer inglese, fu quello di risvegliare dal torpore Ozzy per convincerlo a tornare in pista.
Il ritorno fu folgorante, soprattutto grazie al supporto di un chitarrista incredibile, quel
Randy Rhoads strappato troppo giovane alla vita, che con i suoi riff e i suoi assoli ha contribuito a rendere grandi le canzoni del Madman e anche a rivoluzionare non poco il modo di suonare la chitarra in ambito rock/metal.
Così, nel 1980, grazie anche all’apporto di Lee Kerslake alla batteria, Bob Daisley al basso e Don Airey alle tastiere, nasce la nuova band di Ozzy, subito in grado di sfornare un capolavoro epocale come Blizzard Of Ozz.
Tutto inizia con
I Don’t Know, subito portatrice di un sound incredibile, fresco, vivace, chitarristicamente inarrivabile.
Crazy Train è una della più grandi hit metal di tutti i tempi, con un riff che tutti quelli che hanno imparato a suonare la chitarra hanno suonato, prima o poi. Anche la ballad
Goodbye To Romance non è davvero niente male, ma è nulla in confronto alla storica doppietta
Suicide Solution/Mr. Crowley, dove Randy si produce nuovamente in spettacoli pirotecnici e dove le melodie riescono a stamparsi in testa molto efficacemente.
No Bone Movies è un’altra divertente e saltellante rock song, che precede però l’oscura
Revelation, pezzo quasi psichedelico che sinceramente, però, non mi ha mai detto molto. Poco importa, un piccolo filler ci può anche stare, soprattutto se è seguito da uno dei brani più belli dell’intera carriera di Ozzy, quella
Steal Away (The Night) veloce ma sempre solare e melodica, in cui chitarra e basso si rincorrono in maniera irresistibile dall’inizio alla fine.
Dieci perché è un grande disco, ma anche perché segna l’inizio della seconda vita del Madman e di una carriera incredibile carica di album da ricordare e canzoni spettacolari. Altra perla che non si può non possedere.