Chi l'ha dura l'ha vinta. Un proverbio valido per la maggioranza degli esseri umani operanti sulla terra, peccato per la minoranza di cui a questo punto i
Korn diventano dei degni rappresentanti. Da quando hanno avuto l'ardito coraggio di pubblicare See You On The Other Side nel 2005 è stata una discesa senza sosta: cambi di formazione, evoluzioni stilistiche non propriamente azzeccate e soprattutto lei, quella maledetta crisi creativa che ha reso gli ultimi tre dischi anonimi e spenti, senza quelle intuizioni tremendamente vincenti che spopolavano nei primi album. Non sono un amante del Nu Metal, nemmeno del Crossover, ma ho sempre riconosciuto alla band di Jonathan Davis una spiccata personalità, la stessa che speravo di ritrovare in questo nuovo
Korn III - Remember Who You Are, un titolo emblematico che stando alle dichiarazioni della band stessa dovrebbe lanciare un segnale, quasi un avvertimento: siamo tornati alle origini del nostro sound. In parte è vero, perchè si è tornati ai riff di chitarra dissonanti, alle linee di basso "slabbrate", alle ritmiche spezzate, all'isterismo vocale... ma, purtroppo in questi casi c'è sempre un ma, non è bastato. Tolte le prime due canzoni Oildale (Leave Me Alone) e la successiva Pop A Pill il resto scivola via senza lasciare tracce, ripercorrendo strade e idee che i Korn hanno saputo sfruttare a dovere ben 13 anni fa. La carriera di questo gruppo si sta trasformando lentamente in un'agonia discografica, ogni loro pubblicazione sembra quasi perdersi in un mare di nulla, con il fondo che è stato toccato senza ombra di dubbio dal precedente Untitled, un cd senza nome che rappresenta realmente la mancanza di idee e stimoli, e non basta la scusa di Davis che ha volutamente tralasciato di scegliere un titolo per non ingabbiare la fantasia dei fan... ma per piacere. E' tornato Ross Robinson dietro il mixer, vero guru degli anni 90, e quindi? Lo chiedo perchè il suo peso non si sente minimamente, e la produzione non mi sembra nemmeno così rivoluzionaria, anzi, è l'esatto contrario. Se la presenza di Robinson è servita soltanto a riscrivere riff già sentiti e risentiti allora forse era meglio non chiamarlo in causa. Però in fin dei conti non è tanto l'utilizzo di idee già sfruttate a creare il problema, ma è l'assenza di qualità; qualcuno di voi si ricorderà nel tempo di canzoni come Lead The Parade, Move On, Let The Guilt Go, Never Around e tanto per citarne un'altra Fear Is A Place To Live? Onestamente non credo. I loro fan continueranno a seguirli questo è sicuro, come lo è altrettanto il fatto che i Korn ormai sono anni che non hanno più lo stesso impatto sulla scena mondiale.