Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:30 min.
Etichetta:Arctic Music Group
Distribuzione:Punktuation Records

Tracklist

  1. BORED
  2. FEEL THE SILENCE
  3. TERROR
  4. HIDDEN IN THE DARK
  5. IN THE OPA
  6. DEVIL KILLS
  7. OPHELIA
  8. WHEN I’M NOT
  9. NOBODY ALONE

Line up

  • Sara Giovinazzo: vocals
  • Michele Santamaria: guitar
  • Francesco Molinelli: bass
  • Chris Parisi: drums

Voto medio utenti

Una musica che potremmo approssimativamente descrivere come gothic-metal-rock, pilotata da un senso melodico piuttosto spiccato e da una voce femminile decisa, trascinante ed insinuante.
Questo fa dei Conditionblack, gruppo nostrano all’esordio ufficiale, l’ennesima copia sbiadita dei Lacuna Coil (e compagnia cantante)?
Anche se sono innegabili alcune similitudini stilistiche e attitudinali, la risposta è negativa, poiché i quattro genovesi possiedono la forza e il talento necessari a fare in modo che le nove composizioni che costituiscono il programma di “When I’m not” si allineino ad un “genere” di grande popolarità senza spersonalizzarsi completamente in favore di quei modelli che l’hanno reso così ammirato.
Così, se siete estimatori di questi suoni intensi e malinconici, non potrete che rilevare la classe dei nostri nel riproporli con verve e sufficiente temperamento, grazie alla brillante laringe di Sara Giovinazzo, che dalle sue colleghe più famose (e tra loro inserisco anche la mainstream-rock-queen Elisa!) ha imparato l’arte del fascino e della tensione emotiva, e per merito di partiture congeniate con gusto estetico e immediatezza, in cui importante è la cura negli arrangiamenti e nella produzione, cui ha contribuito fattivamente il chitarrista Andrea Maddalone, figura piuttosto nota nell’ambito della scena musicale ligure.
Il lavoro di collegamento e di “riempimento” effettuato dalle tastiere e dall’elettronica è meticoloso e di valore, le chitarre ricamano e graffiano, le ritmiche assecondano con dovizia le atmosfere sonore e gli “sconfinamenti” nell’hard o nel prog-metal conferiscono ulteriore spessore e ricchezza espressiva ad un prodotto che fornisce un eccellente punto di partenza per un gruppo che sono persuaso potrà crescere ulteriormente focalizzandosi proprio in quella personalità con cui chiunque deve inevitabilmente fare i conti quando sceglie un percorso artistico tanto frequentato.
“Bored”, “Hidden in the dark”, la rock-eggiante “In the Opa”, “Devil kills”, la pregevole “Ophelia” e la “presa rapida” della title-track, rappresentano una base davvero molto solida e confortante su cui continuare ad operare, allo scopo di diventare concretamente quella “rivelazione” capace di superare con determinazione l’underground e i patri confini (e l’avere un’etichetta americana è già un bel segnale!), proprio come hanno fatto qualche tempo fa dei colleghi lombardi di questi promettenti Conditionblack.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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