All'ascolto di "Before the Night Takes Us" è subito evidente di trovarsi di fronte ad un lavoro che si regge sull'alternanza ed il dualismo, sopratutto quello vocale, ma se il cantato
cattivo (per quanto canonico) ben si incastra nel tessuto musicale degli
Across The Sun, la stessa cosa non si può dire della controparte
buona, dato che le clean vocals suonano esageratamente forzate ed impostate.
E lo stesso si potrebbe ribadire per le melodie e certi passaggi di tastiera, vedi sull'opener "Tipping the Scales" o quelli in stile
bontempi su "Song for the Hopeless", che hanno l'aria di essere buttati lì giusto per creare un antagonista melodico all'anima oscura e violenta, il contesto dove, pur senza far miracoli, questa formazione statunitense riesce meglio.
Le cose non funzionano nemmeno su "Seasons", "Ghost of Grandeur" o "Belay My Judgement" (degli ibridi tra As I Lay Dying, Killswitch Engage e Freedom Call), e vanno solo un po' meglio con "Descent & Discovery" (dal leggero flavour alla Faith No More) e con la
nordica "Before the Night Takes Us" (più Children Of Bodom che In Flames), che da anche titolo all'album, il primo lavoro sulla lunga distanza dopo una manciata di EP per gli Across The Sun, che alla resa dei conti più che vari e versatili per ora risultano approssimativi e disorientanti.
Nel rispondere ad un commento, in occasione della mia recensione di
"Scurrilous" dei Protest The Hero, ho provato a coniare un nuovo genere, il
Minipimer Metal, che ritengo calzi a pennello anche per gli Across The Sun, peccato che qui la panna si smonti...
Well, its a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
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