Copertina

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2011
Durata:55 min.
Etichetta:Madfish/Snapper/Toff Records
Distribuzione:A Buzz Supreme

Tracklist

  1. PASSION
  2. EMPATHY
  3. FEEDING FRENZY
  4. THIS GREEN AND PLEASANT LAND
  5. IT'S JUST A MATTER OF NOT GETTING CAUGHT
  6. SKARA BRAE
  7. YOUR BLACK HEART

Line up

  • Nick Barrett: vocals, guitars, keyboards, programming
  • Peter Gee: bass
  • Clive Nolan: keyboards, backing vocals
  • Scott Higham: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Inserito il 27 apr 2011 alle 22:56

Siamo onesti... Per quanto mi dispiaccia ammetterlo... Non è questione di suoni (più cupi, duri del solito, in linea con Pure) o di atmosfere... Qui mancano le canzoni... Mi dissocio completamente dalla recensione soprastante. I Pendragon sono dei bravissimi musici ad eccezion fatta del noiosissimo Clive Nolan (che da anni ci propina i soliti bolsi arpeggi e i soliti tappeti scelti dai preset delle sue korg), ma se escludiamo il primo The Jewel, a mio modesto avviso ancora oggi il loro masterpiece (dove forse proprio per la presenza di Rik Carter le cose giravano in modo decisamente fresco e appassionante) e il buonissimo The Masquerade Ouverture (disco coloratissimo, dove sono riusciti ad affinare tutte le loro tensioni sinfoniche trovando un bell'equilibrio tra soluzioni intelligenti, armonicamente brillanti e la loro "carta" neo-prog), quelli che sono considerati gli alfieri del neo prog britannico hanno in realtà prodotto una serie di dischi decisamente mediocri e prevedibili. Tutti i lenti o ancora peggio tutte le parti "ballad" dove compare il classico solo di 5 minuti si assomigliano in modo imbarazzante sia nel groove, sia nei cori pinkfloydiani e spesso anche nella melodia, la maggior parte dei momenti veloci dove la batteria tende al tecnicismo, pagano debito a The Last Man on Earth (su The window of live, scuola Fudge Smith)... Si trova qualche brano accettabile nella loro discografia, certo, ma non si va mai molto oltre la sufficienza e sicuramente mai brani così importanti al punto di dover necessariamente acquistare un disco. Passion non si discosta, ahimè, da questo trend. Solita produzione, solito Karl Groom (che potrebbe tranquillamente limitarsi a suonare la chitarra... Nessuno ne sentirebbe certo la mancanza in cabina di regia), solito Clive Nolan coi suoi tappeti e le sue finte voci synth, solita buonissima prova chitarristica/batteristica/bassisitica, solite canzoni, solita assenza di emozioni. Tutto banale e suonato esattamente come e dove ce lo si aspetta. In buona sostanza un disco più inutile che brutto. Lo dimenticherete in velocità. Il consiglio che vorrei dare ai nostri (e che difficilmente arriverà o verrà mai ascoltato) sarebbe di prendersi un bel po' di tempo stavolta e non i canonici 2 anni + tour, di pagarsi un bel produttore coi controcazzi, magari fuori dal circuito prog (magari dalle parti del pop, chi lo sa? Magari un Tony Hoffer, magari qualsiasi cosa che possa essere lontano da Karl Groom), di prendersi anche un bel po' di coraggio, di smetterla di pensare ai fans 40/50enni irriducibili e spesso fossilizzati sulla solita pappa e di stupire un po' tutti. Fare i progressivi davvero, come si suol dire. Se volete acquistare qualcosa dei Pendragon andate a cercarvi The Jewel e the Masquerade Overture. Se volete per forza spenderci altri soldi cercate anche The Window of Life, Believe e Pure (ma non è davvero necessario). Passion, voto: 4. Giudizio: hanno tutte le capacità per arrivare all'8, potrebbero applicarsi di più.

Inserito il 28 apr 2011 alle 21:01

Non so se leggerai mai questo mio commento, ma che ti hanno fatto i Pendragon? Sembra quasi che tu stia crecando ogni recensione del loro album in rete per incollarci questo commento... Mah, contento tu...

Inserito il 29 apr 2011 alle 23:46

Ho scritto semplicemente una mia recensione e l'ho copiata in tre siti. Sono un musicista ed un appassionato di musica, ho lavorato in radio per anni e tra le tante cose scrivo. I Pendragon personalmente non mi hanno fatto nulla di male, a parte deludermi per l'ennesima volta. Voglio però talmente bene al quartetto inglese che do loro SEMPRE una chance oltre che i soldi per l'acquisto dei loro dischi oltre che essere presente ai loro concerti e a farci spesso quattro chiacchiere assieme. Capisco che bisogna mangiare e che i dischi, almeno agli affezionati, bisogna venderli, ma non mi piace questa politica per partito preso (produco quel che voglio che tanto gli inossidabili comprano indipendentemente dal contenuto) e mi aspetto da una band di musicisti coi controcazzi un po' di coraggio e un po' meno mestiere. E' dal '78 che questi sono in giro, io li seguo da almeno vent'anni... Tutto sommato una critica di un certo peso, una volta nella vita mi son sentito di farla. Tra l'altro credo di averne tutto il diritto e anche tutte le carte in regola per poterlo fare. Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.

(Modificato il 29 apr 2011 alle 23:47)
Inserito il 01 mag 2020 alle 09:00

Bella la rete. Tutto rimane e così dopo 9 anni rispondo a questa critica. Sono un grande fan di Genesis e Marillion, nulla di strano dunque se mi sono subito innamorato dei Pendragon, che ho scoperto da circa un mese e di cui adoro ogni canzone. Grandi eredi e interpreti di una grande e gloriosa tradizione ! Nella loro musica riecheggiano, in maniera moderna e originale, le sonorità dei Genesis, Marillion, Yes e Pink Floyd. Vi pare poco ?

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.