Archangel - The Story of My Immor(t)al Life

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Crash & Burn

Tracklist

  1. KARMIC LOOPS OF SPACE AND TIME
  2. INTO YOUR MYSTERIA
  3. ERASE ME
  4. ABSINTH
  5. SWEET HARMONY (THE BELOVED COVER)
  6. LIFE AFTER DEATH
  7. NOIR LOVE
  8. MY EROTIC ERGOTINE
  9. NEVER SAY GOODBYE
  10. EMOTEQUE
  11. UNDERWORLD
  12. MY NAME IS L.
  13. LONELY IN 2

Line up

  • Archangel: vox, keyboards, piano
  • Blackie: guitar, keyboards
  • Wewo: grums
  • Shyn: guitar
  • Rage: bass

Voto medio utenti

Il nuovo lavoro di Archangel, che in passato ha dimostrato discrete dosi di versatilità musicale e di sperimentalizzazione, si presenta come il primo lavoro metal che sia mai stato interamente composto con un'intonazione di 432 hertz, intonazione che vede il padre fondatore in Giuseppe Verdi e successive applicazioni in gruppi quali Tool, Pink Floyd e Mick Jagger.

Per i più profani in materia [come la sottoscritta], rimando a questa pagina in cui è lo stesso Riccardo Tristano Tuis, in arte Archangel, leader della band, a spiegarci di cosa si tratta. I 432 Hertz, che nel suo libro “432 Hertz: La Rivoluzione Musicale - L'Accordatura Aurea” vengono più esaustivamente esplicati, potremmo riassumerli in maniera più “sintetica” come la frequenza coincidente al ritmo di molte funzioni vitali del nostro corpo. E' una scelta importante, quella di utilizzare tale intonazione, che molto spesso viene anche identificata con il termine “rivoluzione Omega”. La percezione di queste armonie, infatti, pare dìa un'incentivazione al raggiungimento del cosiddetto “iperuranio”, per dirlo scientificamente “stato Omega”, e sembra avere notevoli funzioni terapeutiche in casi di alcuni disturbi fisici.

Il lavoro, già solo per questo importante accorgimento, si prospetta in maniera molto interessante.
L'approccio lirico è proteso verso uno stile poetico, con riferimenti all'interno degli stessi testi a poeti d'altri tempi, come Baudelaire, o a poeti più vicini ai giorni nostri, come Jim Morrison.

The Story of My Immor(t)al Life nel titolo ha intrinseci quelli che saranno i perni attorno ai quali ruoterà l'intero full lenght: l'immortalità e l'immoralità; quest'ultima concretizzata attraverso una verginità ambigua ed un sesso ossessivo e malsano di cui vi è ampia trattazione nei testi. L'album è da considerarsi un vero e proprio concept autobiografico, in cui il frontman narra in maniera simbolica le vicissitudini della sua vita.

La virginea corruzione è contestualizzata in particolare in “Erase Me” e “Noir Love”, in cui l'apparente purezza di una donna immaginaria possiede una fortissima carica erotica, in grado di ipnotizzare e scatenare un irresistibile senso del desiderio. Soprattutto in “Noir Love” possiamo notare come il processo di erotizzazione colpisca anche ciò che nell'immaginario religioso sembra essere avulso dal meccanismo di depravazione: “it's like making love with Blessed Virgin Mary” narrano gli Archangel; anche il Paradiso viene quindi contaminato e persino gli angeli provano specifiche pulsioni sessuali.

L'altro main concept dell'album, l'immortalità, è invece riscontrabile in “Life After Death”, in cui vi è un esplicito riferimento alla morte, vista come passaggio necessario al raggiungimento di un nuovo status esistenziale.

Presente nell'album anche una cover, “Sweet Harmony” dei Beloved, che i più nostalgici degli anni '90 certamente ricorderanno, in questa sede stravolta e rivisitata in chiave industrial metal e condita di tonalità più aggressive, che la distanziano dalla versione originale e che quasi sovvertono l'intento anticipato attraverso il titolo.

Il lavoro degli Archangel è un lavoro molto corposo, che deve essere approfondito sotto tutti gli aspetti per poter essere compreso, soprattutto alla luce dei tanti accorgimenti adoperati che ad un primo ascolto non sono riscontrabili e che possono essere compresi solo dopo un'attenta ed interessata ricerca.
Se ci si limitasse ad una prosaica e fugace lettura ci si limiterebbe a constatare la semplicità delle scelte musicali, a cavallo tra industrial, EBM e una venatura gothic in stile HIM, ignorando tutte le componenti che abbiamo poc'anzi illustrato.

Archangel dimostra ancora una volta di essere una personalità molto complessa e con delle proposte forse troppo sopraffine per essere comprese dalla massa. Ma noi, del resto, non possiamo che prender atto della genialità del caso ed auspicarci altri lavori di questo tipo.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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