Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:41 min.
Etichetta:Mazzar

Tracklist

  1. HARBRINGERS OF EXTINCTION
  2. BLESSING THE EMPTINESS
  3. ENTIRE COSMIC ELEMENTS
  4. SEAL OF A STAR DWELLER
  5. THE WICKED
  6. A DAY TO FALL
  7. CONSEQUENCE
  8. LIBERATION
  9. DROWNED IN THE FROZEN SUN

Line up

  • George Shchelbanin: vocals, lead & rhythm guitars
  • Eugene Sibirskiy: lead & rhythm guitars
  • Olga Orekhova: keyboards
  • Nikita Kharitonov: bass
  • Konstantin Kalkatinov: drums

Voto medio utenti

"Devi tornare indietro con me!"
"Ma indietro dove?"
"Indietro nel futuro!"


Purtroppo niente DeLorean in questo caso, siamo semplicemente di fronte a dei grandi estimatori dei Children of Bodom, gente che ha ascoltato e riascoltato "Something Wild", "Hatebreeder" e "Follow the Reaper", fino alla nausea. Ma facciamo un passo indietro..
I Deviant Syndrome sono 5 ragazzi, per la precisione 4 ragazzi e una ragazza, provenienti dalla Russia, e questo “Inflicted Deviations” è il loro debut album, per l’etichetta russa Mazzar Records. Tutto fatto in casa insomma, ma come potete notare dal voto in calce almeno in chi scrive c’è la convinzione che questo debutto attirerà presto le attenzioni di qualche etichetta ben più importante.

E' comunque innegabile, fin dai primi secondi di “Blessing the Emptiness”, che i Deviant Syndrome peschino a piene reti dalle parti del lago di Bodom, quello dei bei tempi. E c’è da dire che lo fanno in maniera eccelsa, prendendo si spunto, ma senza mai cadere eccessivamente nella copiatura, ispirandosi alle atmosfere dei primi lavori di Alexi Laiho e soci, senza dubbio i loro migliori. Allo stesso tempo però si dimenticano, per fortuna nostra e loro, dell’involuzione che i loro più celebri predecessori hanno intrapreso in questi ultimi anni e sfornando un disco di Melodic Death coi fiocchi, dove le velenose chitarre del leader George Shchelbanin e di Eugene Sibirskiy ben si intersecano con le tastiere della brava e bella (e non è un cliché in questo caso) Olga Orekhova, senza dimenticare la chirurgica batteria di Konstantin Kalkatinov e il metronomo Nikita Kharitonov al basso.
Tecnicamente insomma nulla da dire, i 5 elementi si comportano tutti benissimo, intessendo trame mai banali e noiose, che s'infilano direttamente nella testa dell’ascoltatore dal primo ascolto, sforando a volte quasi nel black metal come in “A Day to Fall”, dove la voce di George si fa molto più cupa ed è il basso ad avere il vantaggio sulle chitarre. Chitarre che si arrogano però il predominio sulla quasi totalità dell’album, offrendo assoli al fulmicotone di pregevolissima fattura, in particolare sull’ottima “The Wicked” e sull’opener “Blessing the Emptiness”.
Ma il capolavoro assoluto dei Deviant Syndrome è senza dubbio “Liberation”, un’atipica traccia strumentale di ben 8 minuti e spiccioli che testimonia in tutto e per tutto il valore della giovane band russa, con parti sobrie ispiranti sensazioni di buio e solitudine, che fungono da stacco tra episodi di pura tecnica strumentale. Qua e la rumori di città, sirene di polizia, tuoni e fulmini, fino a un battito di cuore che ci guida fino agli ultimi 2 minuti di una canzone eccezionalmente atmosferica.
E creare 8 minuti da ascoltare tutti d’un fiato, senza uno sbadiglio, non è cosa facile.

Insomma un gran debutto in ambito death quello dei Deviant Syndrome, che lascerà senza dubbio un sorrisone sulle labbra dei fan maggiormente delusi dalla piega presa dai Children of Bodom, e che potrebbe rischiare di affascinare persino coloro i quali solitamente non sono avvezzi a un genere di sonorità più estreme, data la ricca componente melodica presente lungo le 9 tracce che costituiscono “Inflicted Deviations”.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.