Se “Intrinsic indecency” rappresentasse l’attuale stato di salute del death brutal non avremmo alternative ad un drastico cambio di gusti musicali.
Il terzo lavoro degli svizzeri è un concentrato di bruttura più unico che raro, tanto da far pensare che la loro etichetta, la Brutal Band, voglia fallire deliberatamente investendo soldi a perdere in un prodotto che definire inascoltabile è un complimento.
Riffing ripetitivo e scontato con qualche apertura di thrash (mi sono accorto che ero arrivato alla terza canzone solo perché mi è caduto l’occhio sullo schermo dell’ipod!!!), cantato incomprensibile stile “vasca da bagno ingorgata” e basso inesistente.
Il tutto condito da una produzione che non si degna nemmeno per sogno di dare quella energia, quella scarica adrenalinica che è lecito aspettarsi in un prodotto di questo segmento.
Le carenze strutturali precedentemente segnalate nel debut “Abominable” dal nostro redattore Gino Schettino già nel 2004, non solo si sono accentuate, ma addirittura sclerotizzate a palese dimostrazione di una mancanza di voglia, capacità ed idee.
Una involuzione che rende incomprensibile l’acquisto di “Intrinsic indecency” anche dagli ascoltatori die hard, figuriamoci da parte di coloro che ascoltano death metal saltuariamente.
Da rifiutare anche se regalato.
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