Parte bene il nuovo album degli
Outloud: ci accoglie il “rumore” della puntina sui solchi del vinile, poi una vociaccia rompe l’idillo e si parte a far rock!
La band di
Bob Katsionis (talentuoso polistrumentista dei greci
Firewind) arriva al secondo album, con una formazione immutata, che può vantarsi della potenza dietro le pelli di
Mark Cross, dell'ottima chitarra di
Tony kash e della voce di
Chandler Mogel, a cui un pizzico di auto-tuner non avrebbe fatto malissimo, visto che ormai c’è gente che ci fa dischi interi. Il tiro di “
Love Catastrophe” tende a mantenere l’attitudine hard’n’roll del debut, pur non riuscendo a conservare la freschezza compositiva del predecessore. Ma per qualcuno potrebbero essere tutte chiacchiere, visto che l’album ha dei pezzoni, cito soprattutto il riffone di “
Live Again”, che suona quasi metal, dipende dal punto di vista. Ottima produzione, anche se vorrei capire perché alcuni brani vengono sfumati dopo appena 3 minuti e mezza, non aveva più senso tirarci un bel finalone? A meno che la mia copia non sia così per volere della label, ma non credo proprio…
“
Waiting for your love” ha un profilo marcatamente AOR, e la melodia diventa la vera protagonista di un disco facile da ascoltare, piacevole eben fatto, ma che forse non avrà la longevità del suo sorprendente fratello maggiore, il quale mi lasciò in più di un’occasione con un palmo di naso. Sembra che il momento compositivo non sia stato proprio di quelli di ricordare, insomma. Ce lo vedete, il buon iBob (così recitava la sua maglietta nel dvd dei Firewind, geniale!) tra due-tre anni a dire con gli altri: “oh, vi ricordate quando abbiamo scritto Love Catastrophe??? Che Figata!” Beh, non credo proprio.
Album comunque piacevole, consigliato agli amanti del genere, e qualcuno regali a Chandler un paio di cuffie nuove.
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