Ma che bella sorpresa ritrovare i
Dysthymia dopo tutti questi anni!
Correva il 2003 quando mi trovai a recensire il primo demo di questa band toscana intitolato "
Mind...Will...Action" che presentava davvero ottimi spunti e lasciava presagire più di qualcosa di buono.
Evidentemente qualcosa non deve essere andato per il verso giusto se abbiamo dovuto attendere ben otto anni per giungere al debut album ma l'importante è che i Dysthymia abbiano perseverato senza mollare dato che oggi possiamo parlare di "
The Audient Void" in termini più che positivi; il nucleo della band è rimasto quello di allora, con l'arrivo di
Marco Bruni al basso e
Giuseppe Bracchi alla batteria ed anche lo stile è rimasto incentrato su un bel death metal costantemente bilanciato tra tecnica, aggressività, melodia, ora maggiormente teso verso la componente scandinava, ora più massicciamente a quella statunitense,
Death in primis.
Ciò che importa maggiormente alla fine è che i brani funzionano, eccome se funzionano, e già la doppietta iniziale "
Slow Movements" e "
The Sin Eater" chiariscono immediatamente le intenzioni dei Dysthymia e le loro capacità: oltre alla rocciossima sezione ritmica ed alla gran varietà e solidità della coppia d'asce, colpisce la prova vocale di
Giacomo Bortone che dà grande profondità ai brani grazie ad un growl possente ed equilibrato, intramezzato da screams che tendono a spezzare l'eventuale monotonia che potrebbe crearsi e lo stesso dicasi per gli ottimi solismi che adornano le varie composizioni; da segnalare la presenza come guest di
Oleg Smirnoff nella bellissima e malinconica chiusura affidata a "
Certain Uncertainties" e la scintillante produzione ottenuta ai polacchi
Hertz tudios, già casa di band blasonate come
Vader e
Decapitated.
Davvero complimenti ai Dysthymia che a questo punto speriamo di poter riascoltare presto, anche in sede live, senza dover necessariamente dover aspettare altri otto lunghi anni.
Adesso Colle Val D'Elsa, oltre al
Sonar ed all'ottimo ristorante
L'Aragosta (un caro abbraccio al proprietario e grazie per quella leggendaria serata!), ha un'altra realtà di cui vantarsi.
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